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Sorgenia

Che cosa succederà fra Sorgenia e A2a?

Fatti, nomi ed indiscrezioni sull'avvio del processo di vendita di Sorgenia da parte delle banche. L'articolo di Giusy Caretto

AAA Cercasi acquirente per Sorgenia. La società di energia con oltre 275.000 clienti e centrali elettriche per una capacità installata che supera i 3.000 MW sta per essere venduta.

La società ha inviato ad alcuni potenziali acquirenti un “information memorandum” sull’azienda e nelle prossime settimane, quindi per fine aprile-inizio di maggio, si capirà se si passerà alla fase delle manifestazioni di interesse.

Tra i possibili nomi pronti ad accaparrarsi l’azienda energetica ci sarebbe anche la multutility lombarda A2a, che prevede nel suo nuovo piano industriale al 2023 diverse acquisizioni per allargare il proprio business. Andiamo per gradi.

TRA I PRINCIPALI OPERATORI DEL MERCATO LIBERO

Partiamo dal principio. Sorgenia SpA è uno dei principali operatori del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale. La sua storia ha inizio nel luglio 1999, quando nasce Energia Spa, in seguito al decreto Bersani per la liberalizzazione del mercato elettrico italiano. Nel 2000 l’azienda, controllata dalla Cir della famiglia De Benedetti e dall’austriaca Verbund, avvia la fornitura elettrica ai primi clienti industriali e nel 2003 inizia la fornitura di gas dalla Libia tramite gasdotto Green Stream.

Nel 2006 la società cambia nome in Sorgenia Spa.

SALVATA DALLE BANCHE

In seguito alla crisi e alle difficoltà finanziarie della società, Sorgenia passa sotto il controllo delle banche. A febbraio 2015, infatti, il tribunale di Milano ha dato via libera al riassetto del debito di Sorgenia, 1,8 miliardi di euro spalmati su 21 istituti (Montepaschi Siena il più coinvolto, con 600 milioni, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm).

Il piano di salvataggio viene avviato con aumento di capitale da 398 milioni e prestito convertendo da 198 milioni.

SI PENSA ALLA VENDITA

A distanza di 3 anni, è stato centrato l’obiettivo della ristrutturazione del debito. Le banche sono pronte a cedere l’azienda: il processo dovrebbe iniziare concretamente a maggio con la raccolta delle manifestazioni d’interesse.

“Sorgenia ha definito un nuovo piano industriale che mira a un importante sviluppo nell’ambito della generazione da fonte rinnovabile e in quello della digitalizzazione dell’energia. Per renderne più rapida la realizzazione, una delle opzioni considerate è l’allargamento del capitale a nuovi investitori. Tra aprile e maggio, sempre in stretta collaborazione tra azionisti e società, saranno valutate le evidenze emerse durante il percorso affidato agli advisor al fine di percorrere questa opzione o mantenere l’attuale assetto”, ha affermato l’amministratore delegato del Gruppo, Gianfilippo Mancini, al Sole24Ore.

“La quota delle banche è chiaramente in vendita e il momento di mercato è positivo per cedere il gruppo, ma non c’è fretta”, ha commentato una fonte vicina al dossier a Reuters.

SI SONDANO ACQUIRENTI

Per ora si analizzano le varie ed eventuali possibilità. Lazard, l’adviser designato per il processo di vendita, affiancato dalla Colombo Associati e dallo studio legale Molinari e Associati, avrebbe già sondato gli eventuali acquirenti, concentrandosi tra gruppi italiani ed europei di energia e grandi private equity specializzati sul settore.

“Il processo di vendita è appena iniziato, anche se non sembra che ci sia una lunga lista di società interessate. Nelle prossime settimane l’adviser si renderà conto se la cessione potrà andare avanti o meno” avrebbe rivelato un’altra fonte a Reuters.

IL PREZZO DI VENDITA

Ma a che prezzo si vende? Per questa questione, ovviamente, bisogna partire dai numeri: nel 2017 Sorgenia ha registrato un’ebitda pari a 161 milioni di euro, un utile netto di 44 milioni e un indebitamento finanziario netto pari a 715 milioni, mentre per il 2018 alcuni broker ipotizzano un’ebitda intorno a 140 milioni.

“Se così fosse il prezzo di cessione potrebbe essere superiore a 600 milioni, pari a 4-5 volte l’ebitda”, spiega una delle fonti interpellate da Reuters.

A2A TRA I POSSIBILI ACQUIRENTI

In pole position sembrerebbe esserci l’italiana A2a, che già ad inizio anno aveva fatto capire chiaramente quali fossero le sue intenzioni in merito a Sorgenia.

“Per Sorgenia il processo di vendita sta per partire, mancano poche settimane e noi sicuramente lo guarderemo”, aveva detto l’ad di A2a Valerio Camerano a gennaio. Questa volontà è stata confermata anche il 3 aprile 2019, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale dell’azienda 2019-2023: “Per quanto riguarda i cicli combinati guardiamo alle occasioni sul mercato, tra cui Sorgenia”, ha affermato Camerano.

VENDITA A SPEZZATINO?

Sorgenia vanta oltre 275.000 clienti e centrali elettriche per una capacità installata che supera i 3.000 MW e le banche potrebbero decidere di vendere a spezzatino, provando a trarre il maggior guadagno possibile da ogni asset. Anche in questo A2a parteciperebbe al processo: “Il dossier credo sia unitario e vedremo come vogliono organizzare la vendita, comunque parteciperemo al processo”, ha affermato Camerano a gennaio.

GLI ALTRI POSSIBILI ACQUIRENTI

A2a non è la sola interessata, anche se la lista non è certo lunga. Pronte ad una eventuale acquisizione sarebbero anche la ceca Eph, la britannica Sev.En Energy e alcuni fondi private equity, come Cvc.

E non solo: come svela il Sole24 Ore, sembrerebbe che siano stati contattati anche grandi gruppi cinesi, favoriti negli investimenti in Italia anche dai recenti accordi commerciali tra Italia e Pechino.

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