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Trivelle

Referendum sulle trivelle: arriva il sì della Consulta

Ok al Referendum sulle trivelle: la Consulta ha dichiarato ammissibile il quesito sulla durata delle autorizzazioni Il Referendum sulle trivelle ottiene il sì della Corte Costituzionale: il quesito riguardante la durata delle autorizzazioni (già rilasciate) a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti guadagna il consenso della Consulta. A proporlo sono nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia,…

Il Referendum sulle trivelle ottiene il sì della Corte Costituzionale: il quesito riguardante la durata delle autorizzazioni (già rilasciate) a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti guadagna il consenso della Consulta. A proporlo sono nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) ed era stato già dichiarato ammissibile dalla Corte di Cassazione.

I quesiti Refendari sulle trivelle

Originariamente, i quesiti referendari proposti erano sei. L’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti, ma il Governo aveva rivisto la materia introducendo una serie di norme nella legge di Stabilità, tra cui si ribadiva anche l divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. La Cassazione è stata chiamata, dunque, a rivalutare le proposte referendarie, solo una è ammissibile: il quesito riguarda nello specifico la norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la ‘durata della vita utile del giacimento’. Da oggi anche la Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibile questo referendum, per l’abrogazione della norma.

‘L’approvazione del quesito referendario per bloccare l’attività delle trivelle da parte della Corte Costituzionale ci dà grande soddisfazione. Finalmente avremo l’occasione in Italia per discutere del futuro della politica energetica del paese, un futuro che per ora è in controtendenza rispetto allo scenario mondiale ed europeo’, ha commentato  in una nota il Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa 30 associazioni italiane del settore.

‘Mentre nel mondo gli investimenti nelle energie rinnovabili sono aumentati, arrivando alla cifra record di 329 miliardi di dollari lo scorso anno, il nostro paese volge lo sguardo da un’altra parte. La Danimarca, per esempio, ha raggiunto il 42% dei consumi elettrici da eolico e la Germania ha aumentato, nel 2015, di cinque punti percentuali la quota di rinnovabili sui consumi elettrici, mentre l’Italia ha visto nello stesso periodo un calo della quota di consumi coperti da rinnovabili. E le prospettive del prossimo biennio non sono affatto migliori’.

‘Che la situazione sia cambiata dopo COP21 di Parigi è dimostrato dalla votazione del Parlamento europeo che chiede di innalzare gli obiettivi vincolanti sull’efficienza energetica dal 27% al 40% al 2030. Riteniamo dunque necessario che l’Italia avvii una riflessione seria e di ampio respiro, partendo proprio dalle indicazioni della Conferenza sul clima di Parigi, per definire una strategia in grado di orientare le strategie energetiche, industriali, dei trasporti, dell’edilizia e dell’agricoltura del paese. Guardando al futuro e non al passato’.

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