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Sabotaggio Nord Stream

Ecco come gli Usa bistrattano Nord Stream 2 (e lambiscono Saipem)

L'articolo di Giusy Caretto

Non è certo un mistero: il Nord Stream 2 non piace agli Usa. Mentre Washington si oppone alla costruzione dell’infrastruttura con la scusa che l’Ucraina verrebbe “isolata”, Donald Trump spinge le aziende di Oil&Gas a stelle e strisce a conquistare il mercato Europeo per rappresentare una valida alternativa alla Russia.

La querelle va in scena, oramai, da mesi, tra arrivi di navi di Gnl americano nei porti europei (in Polonia, in particolare) e minacce di sanzioni a Russia ed Europa. Le sanzioni, ancora “possibili”, secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore degli Usa in Germania, Richard Grenell, toccherebbero anche le imprese che partecipano alla realizzazione del gasdotto, coinvolgendo anche la società italiana Saipem. Andiamo per gradi.

LA MINACCIA DI SANZIONI

Partiamo dalla rinnovata minaccia di sanzioni. Richard Grenell, durante un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, avrebbe sostenuto che le sanzioni nei confronti delle imprese che partecipano alla realizzazione del gasdotto Nord Stream 2 sono “del tutto possibili”.

ATTACCO ALLE AZIENDE SPECIALIZZATE, COME SAIPEM

Gli Usa, secondo quanto dichiarato dal quotidiano tedesco, “stanno prendendo di mira soprattutto le società di costruzioni altamente specializzate, impegnate nella posa delle condotte” del Nord Stream 2 sul fondale del Baltico.

Ad essere colpite dalle sanzioni a stelle e strisce ci sarebbero, dunque, la società italiana Saipem e il gruppo Allseas, con sede a Chatel-Saint-Denis, in Svizzera. Per quanto riguarda Saipem, in realtà, la questione è complessa: la società “ha già svolto la sua parte dei lavori” e le sanzioni sarebbero “incomprensibili”, scrive Handelsblatt.

Fonti di mercato in Italia sottolineano comunque i lavori di Saipem per il gasdotto sono terminati e che difficilmente le sanzioni possono essere retroattive.

IL RITIRO DEI TEDESCHI?

Intanto, prima che tali sanzioni arrivino, l’ambasciatore degli Usa in Germania si dice “convinto le aziende tedesche si ritireranno dal progetto per il Nord Stream 2”.

PERCHE’ AGLI USA NON PIACE IL NORD STREAM 2

Il gasdotto inizia sotto il Mar Baltico e arriva a terra in Germania, scavalcando l’Ucraina e la Polonia. L’infrastruttura priverà Kiev della maggior parte dei 2 miliardi di dollari che guadagna ogni anno in tasse di transito del gas e la cosa ha attirato critiche da parte di Francia, Regno Unito, Svezia e Canada.

A prendere le parti dell’Ucraina anche Washington. Le critiche che arrivano dal continente americano, però, non sono proprio disinteressate: l’obiettivo di Donald Trump è quello di vendere il gas a stelle e strisce in Europa e per convincere a un cambio di rotta Trump ha detto che la Germania sia “prigioniera” della Russia (importa il 51% del suo gas naturale da Mosca).

POLONIA IN APPOGGIO DEGLI USA

Intanto ad appoggiare la posizione a stelle e strisce è la Polonia, che ha già fatto attraccare più navi americane di Gnl. A novembre 2018  il gruppo energetico statale PGNiG ha firmato il suo secondo contratto a lungo termine per la fornitura di gas americano con il gruppo LTS Cheniere. Cheníere fornirebbe circa 0,52 milioni di tonnellate di GNL tra il 2019 e il 2022 e 29 milioni di tonnellate tra il 2023 e il 2042. L’accordo segue quelli siglati tra PGNiG e le consociate di un altro gruppo, Venture Global LNG, per forniture di Gnl di 2 anni, che provrebbero partire dal 2022 (anno in cui scadrà il contratto con Gazprom).

A sottolineare la posizione di Varsavia, come se i fatti non bastassero, è stato il segretario di Stato polacco, Jacek Czaputowicz, che in una intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt avrebbe accusato l’Europa di agire con “due pesi e due misure”, nella questione del Nord Stream 2. Il riferimento sarebbe alla posizione poco europeista e molto tedesca.

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