La società di infrastrutture energetiche Saipem si è aggiudicata tre nuovi contratti offshore in Azerbaigian in consorzio con due controllate di Socar, la compagnia petrolifera statale azera. I contratti, da valore di 700 milioni di dollari in tutto – la quota di Saipem, la più consistente, ammonta a 600 milioni – riguardano il progetto Shah Deniz Compression, gestito dalla compagnia energetica Bp nell’omonimo giacimento di gas naturale nel mar Caspio.
COSA FARÀ SAIPEM
Saipem si occuperà del trasporto e dell’installazione nel mar Caspio di una nuova piattaforma di compressione da 19.000 tonnellate, oltre che della costruzione e della posa di ventisei chilometri di condotte che collegheranno la piattaforma in questione agli impianti presenti nel sito.
Durante i lavori, Saipem utilizzerà le navi azere Khankendi (dedicata alle costruzioni sottomarine) e Israfil Huseynov (una chiatta posatubi).
L’inizio delle attività è previsto per il terzo trimestre del 2026 e il completamento è previsto per il 2029.
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NON SOLO SAIPEM: GLI INTERESSI DELLE AZIENDE ITALIANE IN AZERBAIGIAN
Anche Eni – ovvero la maggiore azionista di Saipem, con una quota del 21,1 per cento sul capitale – è presente in Azerbaigian: possiede il 5 per cento dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan, che giunge in Turchia. Nel settembre 2024, inoltre, ha firmato diversi accordi con la società energetica statale Socar sugli idrocarburi, le infrastrutture di trasporto del gas, lo stoccaggio del carbone e le energie rinnovabili. L’Azerbaigian è uno dei principali fornitori di petrolio greggio e di gas naturale dell’Italia.
Tra le grandi imprese italiane attive in Azerbaigian c’è il gruppo ingegneristico Maire, che lavora all’ammodernamento della raffineria di Baku, la più grande del paese. Mentre Ansaldo Energia ha firmato nel 2023 un contratto da più di 160 milioni di euro con Azerenerji, il maggiore produttore di elettricità azero, per la fornitura di quattro turbine a gas destinate alla centrale di Mingachevir.
Inoltre, Snam – la società che gestisce la rete italiana dei gasdotti – possiede una quota del 20 per cento del Trans Adriatic Pipeline, o Tap, che attinge proprio al giacimento di Shah Deniz e termina a Melendugno, passando per la Grecia e l’Albania.
L’AZERBAIGIAN IN ITALIA
Il 23 settembre scorso Socar ha annunciato la firma di un accordo per l’acquisizione della quasi totalità (il 99,8 per cento) di Italiana Petroli, o Ip, gruppo italiano della raffinazione e della distribuzione di carburanti controllato dalla famiglia Brachetti Peretti. Ip possiede due raffinerie in Italia, per una capacità di dieci milioni di tonnellate all’anno, oltre che una rete di distribuzione di carburanti formata da oltre quattromila stazioni di servizio: è il primo operatore privato in questo settore.
Socar, peraltro, è già azionista del Tap. Rimanendo in materia di energia, lo scorso luglio il fondo sovrano Sofaz ha acquisito il 49 per cento del portafoglio di impianti solari in Italia di Enfinity Global, azienda energetica statunitense specializzata nelle fonti rinnovabili. Inoltre, l’azienda siderurgica azera Baku Steel, assieme alla compagnia di investimento statale Azerbaijan Investment Company, aveva presentato un’offerta per l’acquisto di Acciaierie d’Italia, ritirandosi poi dal processo.