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Perché i 5 Stelle trivellano Saipem

I senatori a 5 Stelle accusano Saipem di delocalizzare la produzione, violando il decreto dignità e mettendo a rischio la sopravvivenza degli stabilimenti italiani

Offensiva a 5 Stelle contro Saipem. Con una interrogazione presentata al Senato da Emiliano Fenu, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle chiedono al Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, quali siano le iniziative che il Governo intende assumere contro la società, accusata di investire poco nello stabilimento di Arbatax, che è a rischio chiusura, e di delocalizzazione all’estero delle imprese (con relativa violazione del decreto dignità, secondo i 5 Stelle). Andiamo per gradi.

LO STABILIMENTO DI ARBATAX

Saipem, in Italia, è operativa a San Donato Milanese, Fano, Arbatax e Porto Marghera.

“Lo stabilimento della società “Intermare Fabrication Yard Arbatax” ha rappresentato per oltre un trentennio, una delle principali realtà industriali dell’Ogliastra ed un’eccellenza per la competitività della Sardegna e di tutto il Paese; sorto per far fronte a particolari esigenze legate alla costruzione di parti meccaniche da installare sulle piattaforme di produzione del petrolio o del gas naturale, grazie alle sue maestranze, ha consentito anche la fabbricazione di interi impianti”, scrivono i senatori nell’interrogazione rivolta al loro leader.

ORGANICO AL MINIMO

Negli ultimi anni, però, lo stabilimento di Arbatax ha registrato un calo produttivo e occupazionale. “Ad oggi l’organico è stato ridotto a sole 95 unità – si legge nell’interrogazione – che subiranno un’ulteriore flessione a seguito dell’accordo siglato in data 9 aprile 2019 nel corso dell’incontro tra la Saipem SpA e la Rappresentanza sindacale unitaria, per dare attuazione ad una nuova fase di adesione volontaria per un numero massimo complessivo di 60 dipendenti, dei quali 6 dello stabilimento di Arbatax, nell’ambito di un piano di prepensionamento”.

SCIOPERO AD OLTRANZA

Tutto questo ha portato i sindacati a proclamare “uno stato di agitazione che dal mese di ottobre 2018 perdura fino ad oggi”.

LA DENUNCIA A CINQUE STELLE: SAIPEM DELOCALIZZA

Quello che i senatori a 5 Stelle rimproverano a Saipem, però, non è solo la mancanza di investimenti e di strategie a lungo termine per lo stabilimento sardo, ma la volontà di delocalizzare la produzione.

“Ulteriore elemento di allarme per il lavoratori è dato dall’assegnazione di un progetto di ben 22.000 tonnellate di componenti al cantiere Saipem di Karimun in Indonesia, destinati alla realizzazione di una piattaforma nel confine marittimo tra Mauritania e Senegal. Tra l’altro, la Mauritania è situata geograficamente nelle vicinanze dello stretto di Gibilterra e rappresenta un’area di riferimento per la yard di Arbatax, dove poteva essere destinata almeno una parte della realizzazione del progetto”, scrivono i pentastellati.

I FIRMATARI

A firmare l’interrograzione rivolta a Luigi Di Maio sono stati i senatori Emiliano Fenu, Gianluca Castaldi , Cinzia Leone , Elio Lannutti, Giovanni Marilotti, Elvira Lucia Evangelista, Ettore Antonio Licheri, Donatella Agostinelli, Rosa Silvana Abate, Francesco Mollami, Primo Di Nicola, Mattia Crucioli, Grazia D’Angelo, Tiziana Drago, Mariassunta Matrisciano, Felicia Gaudiano, Luisa Angrisani, Laura Ferrara, Laura Bottici, Francesco Urraro, Stanislao Di Piazza, Rossella Accoto.

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