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Ma Gazprom gaserà davvero la Cina con il tubo dalla Siberia?

Gazprom annuncia la firma di un accordo legalmente vincolante con la Cina sul gasdotto Forza della Siberia 2. Della tubatura, però, si discute da anni e Pechino non sembra essere troppo convinta. E anche oggi rimangono molti dubbi: ecco perché.

La società energetica statale russa Gazprom ha detto di aver firmato un accordo legalmente vincolante per la costruzione del gasdotto Forza della Siberia 2 (o Power of Siberia 2) con la Cina, di cui si discute da diversi anni tra grandi difficoltà. L’amministratore delegato Alexey Miller ha parlato di flussi fino a 50 miliardi di metri cubi all’anno per trent’anni, venduti però a un prezzo più basso di quello che viene applicato alle forniture verso l’Europa.

LA QUESTIONE DEL PREZZO

La questione del prezzo è fondamentale perché la Russia vorrebbe, idealmente, sostituire il mercato europeo del gas con quello cinese. Ma è davvero improbabile che quest’ultimo le garantirà gli stessi profitti perché, sebbene la capacità di Forza della Siberia 2 sia grossomodo uguale a quella del Nord Stream 1 (ovvero la principale tubatura russa verso l’Europa, sabotata nel 2022 e oggi inutilizzata), la Cina pare essere riuscita a negoziare prezzi vantaggiosi per sé.

L’Unione europea, peraltro, ha intenzione di azzerare gli acquisti di combustibili fossili dalla Russia entro il 2027 e dopo l’invasione dell’Ucraina i volumi delle forniture si sono già ridotti notevolmente: l’anno scorso il blocco ha importato, tra tubi e nave, 51 miliardi di metri cubi di gas russo, rispetto ai 155 miliardi del 2021.

COSA NON SAPPIAMO (ANCORA) DELL’ACCORDO SU POWER OF SIBERIA 2

Stando a Gazprom, il gasdotto Forza della Siberia 2 arriverà in Cina passando dalla Mongolia; inoltre, la società aumenterà le esportazioni verso il territorio cinese attraverso altre rotte.

L’annuncio russo, tuttavia, è povero di dettagli e non viene menzionato dalla Xinhua, l’agenzia di stampa statale cinese, che nella sua ricostruzione dei fatti si è limitata a parlare della firma di una ventina di accordi di cooperazione tra Pechino e Mosca, di cui alcuni nel settore energetico.

Riguardo al progetto Forza della Siberia 2, non ne conosciamo i dettagli economici, né chi si occuperà della costruzione, né le tempistiche di conclusione dei lavori e di inizio delle consegne. Le trattative sul prezzo del gas non sono terminate e non sappiamo nemmeno se la Cina importerà l’intera capacità della tubatura o se gli acquisti saranno flessibili.

Anche il percorso del gasdotto è dubbio. Sappiamo che unirà la regione settentrionale dello Yamal (nello specifico i campi Bovanenkovo e Kharasavey) alla Cina, ma non è chiaro il coinvolgimento della Mongolia: Gazprom dice che verrà attraversata dall’infrastruttura, ma i cinesi preferirebbero un collegamento diretto.

RUSSIA E CINA VOGLIONO LA STESSA COSA?

Per la Russia, Forza della Siberia 2 è un’infrastruttura molto importante perché commercializzerà le riserve di gas della Siberia occidentale, le stesse che giungevano in Europa prima della degenerazione dei rapporti.

La Cina, invece, pur essendo la maggiore importatrice di gas naturale al mondo, non ha la stessa urgenza di concludere un accordo. Probabilmente vuole sfruttare il suo peso negoziale per ottenere le condizioni più favorevoli possibili (la sua industria beneficerebbe di forniture di gas a basso prezzo). Inoltre, Pechino vuole evitare di sviluppare un rapporto di dipendenza energetica da un unico fornitore, come quello che univa la Russia all’Unione europea e che ha reso difficile, per quest’ultima, il distacco.

GLI ALTRI PROGETTI ENERGETICI TRA RUSSIA E CINA

Riferendosi a Forza della Siberia 2, Alexey Miller ha detto che “sarà il progetto gasifero più grande, imponente e ad alta intensità di capitali al mondo”.

Inoltre, Gazprom ha fatto sapere che aumenterà di 6 miliardi di metri cubi all’anno le forniture alla Cina passanti per Forza della Siberia 1, attiva dal 2019, che dovrebbe così raggiungere la capacità di 38 miliardi di metri cubi. Infine, nel 2027 dovrebbero partire i flussi da circa 10 miliardi di metri cubi all’anno attraverso il collegamento Far Eastern, nell’isola di Sakhalin, sempre in direzione della Cina.

Attualmente la Cina è la principale partner commerciale della Russia: è la maggiore acquirente del suo petrolio e del suo gas, la seconda maggiore acquirente del suo carbone e la terza maggiore acquirente del suo gas liquefatto (Gnl).

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