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Qatar Energy, tutto sulla vera potenza del Paese sede dei Mondiali di calcio

Fatti, numeri e approfondimento sul colosso Qatar Energy. L'articolo di Energia Oltre

 

Occhi puntati da giorni sul Qatar, che ospita i campionati del mondo di calcio.

Domenica 20 novembre inizia il Campionato del Mondo più discusso di sempre. Anche se, in realtà, soltanto quattro anni fa si svolsero in Russia. Non proprio la culla della democrazia, dei diritti. Tante volte nelle edizioni del passato ad ospitare la rassegna di calcio più attesa da tutti è stato un Paese su cui da dire c’era molto. Ma questa volta, sicuramente, di più.

Su tanto ci sarebbe da discutere ma su almeno una cosa no. Chi domina gli affari energetici in Qatar: Qatar Energy.

NON SOLO CALCIO IN QATAR

Un Mondiale in mezzo alla guerra. Con in mezzo una crisi energetica e conseguenti effetti economici, sociali. Ma c’è chi sorride. C’è un lato della medaglia che guadagna. Il Qatar, piccolo paese di 11.586 chilometri quadrati, con soli 333mila abitanti, è al centro delle cronache perché ospiterà da questa settimana i Mondiali di calcio. E non senza polemiche. Ma anche perché sta dominando sempre più nella leadership delle esportazioni di gas naturale liquefatto. Una risorsa sempre più preziosa, alla quale tanti Paesi occidentali (e non) stanno ricorrendo per rispondere al problema delle forniture incagliatosi con la guerra russa in Ucraina. Che sembianze ha questa leadership?

Secondo quanto reso noto dalla piccola monarchia del Golfo, nella prima metà dell’anno i ricavi da petrolio e gas nazionali sono lievitati di due terzi, fino ai 32 miliardi di dollari totali. Sono guadagni importanti che vanno collegati agli anni addietro, fa notare il Financial Times. Perché la candidatura alla Coppa del Mondo 2022 fu vinta dodici anni fa e portò il Qatar a dover fare i conti con una seria trasformazione infrastrutturale. Servivano stadi da zero e grazie ai proventi di Qatar Energy, 200 miliardi totali di cui oltre sei da dedicare proprio agli impianti per le partite.

I NUMERI DI QATAR ENERGY

Qatar Petroleum, oggi Qatar Energy, nasce nel 1974 per controllare e gestire tutte le fasi di estrazione del petrolio e del gas. Insieme a Qatar Gas e la North Oil Company, opera nella trivellazione ed estrazione ma anche nel controllo e supervisione delle fasi finali di vendita e trasporto, nonché di raffinazione e trasformazione industriale.

Le risorse nazionali sono ingenti. Quelle di gas pongono la monarchia al terzo posto, grazie al North Field. Un’area di 6.000 km quadrati al largo della costa nord-orientale della penisola del Qatar, il più grande giacimento di gas associato al mondo. Oltre 900 trilioni di piedi cubi standard, il campo è stato scoperto nel 1971, occupa un’area di 6.000 chilometri quadrati, circa metà della superficie dello Stato del Qatar.

Oggi il dominio è pressoché dedicato al gas liquido, dopo che nel 2019 Doha decise di uscire dall’Opec dopo 58 anni. Nel 2017, il Qatar è risultato essere primo esportatore di gas naturale. Ecco spiegato il motivo della svolta all’Lng. I suoi progetti sono aumentati, coinvolgendo paesi come Brasile, Canada, Golfo del Messico, Guyana, Suriname, Namibia, Egitto, Angola e Sudafrica. Confrontandola con l’operato di Saudi Aramco e Abu Dhabi National Oil Company, il Ft nota come il caso Qatar sia inedito in termini di espansione estera anziché nazionale.

LE VERE RISORSE DEL QATAR

“La monetizzazione del gas del Qatar sarà sempre la priorità numero uno, e giustamente, ma si vedono alcuni tentacoli che si stanno estendendo”, ha detto Frank Harris della società di consulenza energetica Wood Mackenzie. “Nel settore del GNL stanno iniziando ad assomigliare un po’ più a Shell o a Total che a una compagnia petrolifera nazionale”. In ogni caso, come confermato dal ministro dell’Energia Saad al-Kaabi, il greggio proveniente da nuovi ritrovamenti in Paesi come la Namibia potrebbe fornire “versatilità” e una fonte di produzione al di fuori del Qatar, focalizzato sul gas. “Vogliamo avere un po’ di mix di petrolio e gas nel nostro portafoglio”. Assomigliando sempre più alle super major internazionali. E infatti, l’imponenza di QE sul petrolio rimane. Mydan Mahzam, scoperto nel 1936, Bul Hanine (emerso nel 1965 e operativo dal 1975), sono i due giacimenti offshore di riferimento per il greggio. Mentre onshore c’è l’area di Dukhan. Situato a 80 chilometri ad ovest di Doha, è attivo dal 1940 e vanta oggi 605 pozzi.

LE PARTNERSHIP

Espandendosi nel mondo, Qatar Energy opera insieme a grandi gruppi come Shell, Exxon, ConocoPhilips, Total ed Eni. Negli Stati Uniti è sorta Golden Pass, dove Exxon e QE garantiranno sedici milioni di tonnellate annue di gas liquefatto a partire dal 2025.

Nuovi investimenti riguardano anche la petrolchimica e l’energia solare. Pur senza fissare obiettivi di decarbonizzazione. “Sono d’accordo con l’ecologia, ma dico sempre che il gas non è un combustibile di transizione, è un combustibile di destinazione. Se si guarda al carico di base dell’elettricità nel mondo, sarà il gas o il nucleare per coloro che accettano il nucleare e possono permetterselo. Il resto sarà costituito da oli combustibili e da molte energie rinnovabili”, ha detto al-Kaabi.

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