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Il portale istituzionale di ENI cambia look

Un’esperienza digitale rinnovata raccontata attraverso le iperbole di Federico Buffa: il nuovo look del portale Eni Lunedì 6 giugno. Piccolo Teatro Studio Melato di Milano. Il clima è quello delle grandi occasioni, il Piccolo Teatro Studio Melato di Milano gremito di ospiti. Eni presenta la sua nuova comunicazione web 2.0. Si capisce subito che sarà…

Un’esperienza digitale rinnovata raccontata attraverso le iperbole di Federico Buffa: il nuovo look del portale Eni

Lunedì 6 giugno. Piccolo Teatro Studio Melato di Milano. Il clima è quello delle grandi occasioni, il Piccolo Teatro Studio Melato di Milano gremito di ospiti. Eni presenta la sua nuova comunicazione web 2.0. Si capisce subito che sarà un grande salto in avanti rispetto al passato: gli addetti stampa ENI chiariscono che non ci saranno cartelle stampa hard copy, ma solo in digitale attraverso la scansione del QR Code.

Si abbassano le luci in sala e stagliata contro uno schermo gigante giallo ENI appare una silhouette. È Federico Buffa, l’abile giornalista sportivo prestato al mondo corporate che racconta il processo di creazione del sito e le sue nuove funzionalità, con il suo stile peculiare ricco di iperbole. Racconto è la parola chiave: mentre Federico dipana la sua storia e si alternano sullo schermo immagini matrix, oceani e cieli, non sembra di essere alla presentazione del restyling del sito di una delle maggiori aziende italiane, ma di essere catapultati nel viaggio della baleniera del capitano Achab, in Moby Dick. Ma a differenza dell’eroe di Melville, che perisce nella sua simbolica caccia alla balena, qui siamo di fronte a un’impresa che si conclude con un happy ending.

Il processo che ha condotto fino a questa calda giornata di giugno, in uno dei teatri storici di Milano intitolato alla grande attrice Mariangela Melato, parte da Roma, passa dal prestigioso MIT (Massachussetts Institute of Technology) di Boston e ritorna in Italia. Il team ENI che si è fatto promotore di questo cambio di marcia nella comunicazione digitale della multinazionale ha lavorato per inclusione, raccogliendo feedback sull’usability dagli stakeholder e all’interno dell’azienda, cercando il confronto con gli studiosi del MIT, partner americani nell’iniziativa eni-MIT Alliance, e presentando un sito web che fa tesoro dell’esperienza web 2.0.

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Eni.com è un portale istituzionale che, pur nell’innovazione rispetto al passato, rimane fedele al suo scopo, ossia raccontare l’azienda e i suoi valori, attraverso un albero di navigazione snello e funzionale. Il sito è supportato da una nuova funzionalità, chiamata ask.now, che è un vero e proprio motore di ricerca semantico in grado di rispondere alle domande dei navigatori in modo semplice e sotto forma di racconto.

Associata al portale è poi Enipedia, l’enciclopedia di approfondimento delle tematiche del portale, con oltre 300 contenuti e più di 1.000 documenti per conoscere la storia e l’attualità di Eni.

Anche il layout del sito ha subito un restyling, con l’obiettivo di favorire una navigazione di tipo esperienziale. Il portale individua 4 break point, per garantire l’usability nei diversi range di risoluzione presenti sul mercato mobile e desktop. Per ognuno dei livelli di profondità del portale principale è stato messo a punto un sistema di tool e widget elaborati capitalizzando le esigenze editoriali emerse nel tempo e il know-how acquisito nella gestione del portale stesso.

In conclusione, Eni.com sembra riuscire nell’intento di scrollarsi di dosso la polvere degli anni e collocare la comunicazione istituzionale dell’azienda nel presente. L’impostazione quasi “umanistica” dell’esperienza digitale, al centro della quale c’è sempre lo stakeholder, favorisce il dialogo diretto e accorcia la distanza tra la multinazionale e i navigatori (o naviganti?) del portale.

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Nicola Chipa

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