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Petrolio

Petrolio, come la Russia si destreggia tra Iran, Arabia Saudita e Usa

L'articolo di Giusy Caretto

Aumentare la produzione di petrolio o ridurla nuovamente, in sintonia con l’Arabia Saudita: Mosca deve scegliere la sua via energetica. E non può farlo da sola. Secondo indiscrezioni del Financial Times, la Russia potrebbe incrementare la sua produzione di petrolio.

Un primo incremento di produzione da parte di Russia e Arabia Saudita, però, c’è stato e sul mercato il petrolio c’è. Ed è talmente tanto che i due Paesi potrebbero fare marcia indietro e pensare nuovamente a imporre una riduzione della produzione. Andiamo per gradi.

L’IPOTESI RUSSA DI UN AUMENTO DI PRODUZIONE

Entro il prossimo anno, la Russia potrebbe aumentare la sua produzione di 300.000 barili al giorno.

Mosca è tornata, negli ultimi mesi, a perforare nuovi campi e, da maggio, la produzione è già salita di quasi 450.000 barili al giorno, portando la produzione ad un massimo post-sovietico di 11,5 migliaia di barili al giorno.

TROPPO PETROLIO SUL MERCATO?

I numeri non stupiscono, in realtà. Tutto fa parte di un accordo con Riyadh per mantenere i mercati petroliferi ben forniti mentre le sanzioni statunitensi bloccano le esportazioni di petrolio dell’Iran.

La produzione record di Mosca e quella quasi record dell’Arabia Saudita, unito anche all’aumento della produzione negli Stati Uniti, minacciano di travolgere i mercati petroliferi.

Ed i primi effetti già si possono notare: i prezzi sono scesi del 17% nel mese scorso, a $ 71 al barile.

LE DEROGHE SULL’IRAN

A questo scenario si aggiunge la decisione degli Stati Uniti di rilasciare più deroghe del previsto ai clienti iraniani: le forniture potrebbero essere molto più alte di quanto si ipotizzava un mese fa, quando il petrolio era ad un massimo di quattro anni sopra $ 86 al barile.

LA RIUNIONE DI DOMENICA

A riequilibrare i mercati potrebbe essere, ancora una volta, l’Opec (in accordo con i Paesi non Opec come la Russia): Riyadh starebbe spingendo Mosca a prendere in considerazione la contrazione dell’output nel nuovo anno, spingendo un nuovo aumento dei prezzi.

La Russia sarà d’accordo? Domenica 11 novembre, ad Abu Dhabi, si scoprirà qualcosa in più e se Mosca e Rhiad pensano davvero a nuovi tagli, allora in quell’occasione si getteranno le basi per una nuova stretta alle forniture di greggio.

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