In un’operazione che segna un netto inasprimento della campagna di pressione americana contro il regime di Nicolás Maduro, le forze statunitensi hanno sequestrato una petroliera al largo delle coste venezuelane, carica di milioni di barili di greggio.
L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Trump, che ha descritto l’azione come un colpo significativo contro le reti illecite legate al Venezuela e all’Iran.
Il governo di Caracas ha reagito con veemenza, parlando di un atto di pirateria internazionale mirato alle risorse naturali del Paese.
Questa mossa arriva in un contesto di forte dispiegamento militare Usa nella regione e potrebbe avere ripercussioni sui mercati globali del petrolio, come già visto con un lieve rialzo dei prezzi.
L’Annuncio di Trump
Come riporta l’Associated Press, Trump ha rivelato durante un briefing alla Casa Bianca che gli Stati Uniti hanno sequestrato una grande petroliera al largo del Venezuela, definendola “la più grande mai catturata”.
Il presidente ha aggiunto che l’azione è stata condotta “per una ragione molto valida” e, alla domanda su cosa ne sarebbe stato del petrolio a bordo, ha risposto con un laconico “Beh, lo teniamo noi, immagino”.
Secondo quanto descritto dal New York Times, l’operazione è stata eseguita senza resistenza da parte dell’equipaggio e senza vittime, coinvolgendo la Guardia Costiera, supportata dalla Marina, con elicotteri decollati dalla portaerei USS Gerald R. Ford, attualmente dispiegata nel Mar dei Caraibi.
Come precisa il Guardian, un video postato dall’Attorney General Pam Bondi su X mostra forze armate che si calano in elicottero sul ponte della nave, con armi spianate, in un’azione coordinata tra FBI, Homeland Security e Dipartimento della Difesa.
Reuters conferma che la nave, identificata come la Skipper (precedentemente nota come Adisa), era partita dal porto di Jose tra il 4 e il 5 dicembre con circa 1,8 milioni di barili di greggio pesante Merey, parte dei quali trasferiti a una nave panamense diretta a Cuba.
La reazione del Venezuela
Il governo di Maduro ha immediatamente condannato l’operazione, definendola “un furto sfacciato e un atto di pirateria internazionale”, come riportato in una dichiarazione ufficiale che accusa gli Usa di mirare alle risorse naturali del Paese, come petrolio ed energia, che “appartengono esclusivamente al popolo venezuelano”.
Maduro, durante un discorso a un raduno del partito al potere a Caracas, non ha menzionato direttamente il sequestro ma ha adottato un tono belligerante, affermando che il Venezuela è pronto a “rompere i denti all’impero nordamericano se necessario”.
Il Guardian aggiunge che Maduro ha esortato i cittadini a comportarsi da “guerrieri” e a difendere la sovranità nazionale, insistendo che chiunque voglia il petrolio venezuelano deve rispettare la legge del paese.
Reuters sottolinea che Caracas intende denunciare l’incidente davanti a organismi internazionali, vedendolo come la rivelazione delle vere intenzioni Usa: il controllo sulle risorse energetiche.
La nave catturata
La Skipper, una superpetroliera capace di trasportare fino a 2 milioni di barili, era già nel mirino delle sanzioni americane dal 2022, quando era nota come M/T Adisa, per il suo coinvolgimento in una rete di contrabbando di greggio iraniano a sostegno della Guardia Rivoluzionaria iraniana e di Hezbollah in Libano, come spiega l’Associated Press citando il Dipartimento del Tesoro Usa.
Il Nyt aggiunge che la nave era gestita da un trader ucraino basato in Svizzera e stava trasmettendo dati di posizione falsi per nascondere i suoi movimenti, secondo analisi di immagini satellitari.
Reuters precisa che la Skipper aveva falsamente battuto bandiera guyanese e aveva trasportato petrolio venezuelano verso l’Asia tra il 2021 e il 2022, con parte del carico destinato a un importatore statale cubano.
L’operazione è stata autorizzata da un mandato di sequestro emesso da un giudice federale due settimane prima, motivato dalle attività passate legate all’Iran, non direttamente al governo Maduro, sebbene Bondi abbia enfatizzato il suo ruolo nel trasporto di petrolio sanzionato.
Venezuela sotto pressione
Questa cattura rappresenta l’ultima escalation nella campagna di Trump contro Maduro, accusato di narcoterrorismo e di aver rubato le elezioni del 2024, come sottolinea il Guardian, che ricorda la taglia da 50 milioni di dollari sulla sua testa e il più grande dispiegamento navale Usa nei Caraibi dai tempi della crisi missilistica cubana del 1962.
Reuters evidenzia che è la prima intercettazione di un carico petrolifero venezuelano sotto le sanzioni del 2019, mentre il New York Times parla di piani per ulteriori sequestri e opzioni militari, inclusa la possibilità di bloccare le esportazioni petrolifere o addirittura prendere il controllo dei campi petroliferi.
Il Financial Times cita Trump che definisce i giorni di Maduro “contati”.






