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Clima

Perché le idee anti-industriali possono favorire il riscaldamento globale. La Nota di Hansen

Come e perché la strada verso il paradiso ecologico sia meno dritta e liscia di quanto vorremmo. La Nota diplomatica di James Hansen

Una delle opzioni di Facebook è la possibilità di indicare — almeno nella versione inglese — la propria condizione sentimentale con l’espressione “It’s complicated”, è complicata. La stessa definizione si applica ai tentativi umani di prendere il controllo del clima. È indubbio che la superficie terrestre si stia riscaldando — sarebbe attualmente più calda di circa 1,1 °C rispetto all’epoca pre-industriale.

Forse per enfatizzare l’urgenza degli interventi prospettati, si tende e dimenticare che nei 35 anni tra il 1940 e il 1975 la temperatura terrestre era invece in modesta diminuzione, malgrado l’aumento spettacolare dell’inquinamento e delle emissioni carboniche con il boom economico del Dopoguerra. Il fenomeno era misterioso e allarmante, per quanto non al punto dell’allarme di natura opposta di oggi. Si ipotizzava che potesse dipendere dalla presenza nell’atmosfera di aerosol particolato di solfato rilasciato dalla combustione del carbone: rifletteva nello spazio l’energia in arrivo dal Sole, rimandandola indietro. I governi dell’epoca decisero di intervenire, seppure più per combattere le “piogge acide” che allora allarmavano maggiormente il pubblico. Avevano ragione. Le piogge acide perlopiù scomparvero, come anche il raffreddamento della superficie terrestre.

La guerra al carbone divenne permanente — è ancora con noi — migliorando notevolmente la qualità dell’aria che respiriamo, almeno in Occidente. Due giganti industriali invece, Cina e India, da quell’orecchio non ci sentono, aumentano i propri consumi di carbone. Hanno altre priorità: vogliono che prima le proprie popolazioni, uscite da poco dalla miseria, abbiano una discreta qualità della vita, poi penseranno all’aria. A prima vista può sembrare quasi paradossale invece che ai due paesi qualcuno dà perfino la colpa del mancato rispetto delle previsioni dei climatologi su esattamente quanto dovrebbe star riscaldandosi la Terra.

L’idea che l’inquinamento asiatico ci stia proteggendo dagli effetti peggiori del riscaldamento globale può esser controintuitiva, ma è possibile che sia proprio così. Uno studio autorevole pubblicato su Geophysical Research Letters—“Climate Impacts From a Removal of Anthropogenic Aerosol Emissions”— asserisce infatti che “le emissioni di solfato, specialmente da India e Cina, potrebbero star ritardando il riscaldamento da gas serra”. Lo choc arriva con la conclusione degli autori: “La rimozione dell’insieme di queste emissioni aerosol dal mondo potrebbe aggiungere 0,7 °C alle temperature globali.”

È da notare che dal 1975 la temperatura media terrestre è aumentata finora di solo 0,6 °C… Gli autori della ricerca—troppi (8) per elencarli tutti: norvegesi, inglesi, americani della Nasa, un tedesco —osservano inoltre che: “Troviamo l’emisfero settentrionale più sensibile alla rimozione degli aerosol che dei gas serra perché è lì che gli aerosol sono emessi oggi. Ciò significa che importa non solo il raggiungimento dei target climatici internazionali, ma anche come li raggiungiamo”. In altre parole, le idee semplificate di matrice anti-industriale su come bloccare il riscaldamento globale potrebbero essere pericolose. Forse sarebbe bene sapere cosa stiamo facendo prima di muoverci.

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