Nè l’aumento delle auto elettriche su strada, né Cop21 riusciranno a far diminuire la domanda di petrolio. Ecco perchè
C’è un momento ben preciso in cui una tecnologia si afferma e dilaga in tutto il mondo. Lo scorso decennio è stato il momento dello smartphone, quello ancora prima del cellulare. E il prossimo, con molta probabilità, potrebbe essere quello delle auto elettriche, spinte dalle decisioni dei diversi Governi.
La diffusione dell’auto elettrica eclisserà le auto a benzina o diesel, ma queto non avrà nessun effetto negativo sulla domanda di petrolio, che continuerà a salire, secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia. Ma andiamo per gradi.
Le previsioni sulle auto elettriche

A contribuire alla diffusione, sarà il crollo dei prezzi delle batterie agli ioni di litio. Il costo delle auto elettriche, presto, sarà più conveniente delle auto a trazione tradizionale. Già dal 2025 comprare un’auto a batteria sarà meno dispendioso rispetto ad oggi. Il costo della batteria, attualmente, rappresenta quasi la metà del costo dei veicoli elettrici, ma il prezzo calerà di circa il 77% tra il 2016 e il 2030.
L’accordo di Parigi e l’efficienza energetica
A pesare sul futuro del petrolio ci sarebbe anche l’accordo di Parigi, che chiede una riduzione delle emissioni climaltermati, meno fonti fossili e più energia rinnovabile, e gli obiettivi in tema di efficienza energetica.
Il quadro per il clima e l’energia 2030 europeo fissa tre obiettivi principali da conseguire entro il 2030: una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990); una quota almeno del 27% di energia rinnovabile; un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica.
Ma la domanda di petrolio non calerà
Auto elettriche ed efficienza energetica, però, a dispetto di quello che si possa pensare, non avranno importanti conseguenze sulla domanda di greggio, che secondo le previsioni dell’International Energy Agency tenderà ad aumentare nei prossimi anni. Il recente report “Market Report Series: Oil 2017”, che analizza la domanda dei prossimi cinque anni (2017-2022) per il mercato del petrolio, la richiesta crescerà di 1,2 milioni di barili al giorno.
A dire il vero, la domanda dei paesi OECD si ridurrà in media di 0,2 milioni di barili al giorno all’anno (proprio a causa dei miglioramenti degli standard di efficienza e dei cambiamenti demografici). A crescere, invece, sarà quella dei paesi non-OECD, di 1,4 milioni di barili al giorno.
E duqnue, seè vero che la diffusione delle auto elettriche e il miglioramento degli standard di efficienza dei veicoli alimentati da combustibili fossili porterà ad un calo significativo dell’uso di petrolio, è anche vero che come effetto tangibile si avrà solo quello di un rallentamento del tasso di crescita della domanda, piuttosto che ad un cambiamento del modello di domanda.
“La domanda crescerà a un tasso più lento rispetto a quello passato, ma aumenterà ancora”, aveva affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIEA.

Perchè il petrolio sarà ancora importante?
Non sono le auto a spingere la domanda di petrolio. Sono il trasporto di merci su strada, l’industria aeronautica e l’industria chimica i settori in cui il greggio è difficile da sostituire. I camion, da soli, rappresenterebbero un terzo della crescita della domanda petrolifera da ora al 2040, prevede l’IEA. La domanda più importante di petrolio arriverà dalla Cina.
Dunque, se è vero che c’è un crescente consenso sul fatto che una transizione irreversibile verso l’energia pulita sia in corso, come piano internazionale per affrontare il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico, è anche vero che si tratta di un processo molto graduale, lungo e non immediato, come sottoliena la relazione IEA.
Il problema della mancanza di investimenti
E allora, il crollo della domanda non sarà in problema per il settore oil, che invece dovrà fare i conti con il fatto che le maggiori aziende hanno diminuito gli investimenti, spotando i fondi su nuovi progetti e nuove fonti.
C’è chi punta sul gas
Mentre gli investimenti in petrolio diminuiscono e le rinnovabili fanno fatica (per numero e sistema) a soddisfare il fabbisogno mondiale di energia, c’è chi scommette sul gas come fonte transitoria ideale.

Dopo il trattamento, quello che resta del gas naturale è prevalentemente metano. È per questo che si dice che il gas naturale sia molto più pulito delle altre fonti fossili. La sua molecola è costituita, infatti, da 4 atomi di idrogeno e uno di carbonio (CH4): bruciando, è l’idrocarburo che libera la minor quantità di carbonio.
Per comprendere quanto stiamo dicendo, basti sapere che il metano produce emissioni di CO2 inferiori del 25% rispetto alla benzina, del 16% rispetto al Gpl, del 30% rispetto al diesel e del 70% rispetto al carbone. La sua capacità di formare ozono è inferiore del 80% rispetto alla benzina e del 50% rispetto a gasolio e Gpl.







