skip to Main Content

Guerra Commerciale

Perché Biden ha deciso di tagliare sussidi ai fossili

Biden ha affermato che cercherà di "eliminare le preferenze fiscali per i combustibili fossili", oltre a spendere altri 14 miliardi di dollari per affrontare il cambiamento climatico

L’amministrazione del presidente Biden ha finora dimostrato di essere una delle più aggressive nel perseguire gli obiettivi climatici ed energetici puliti. Dopo essere rientrato nell’accordo di Parigi sul clima in uno dei suoi primi atti, Biden, in un vertice virtuale sul clima con 41 leader mondiali il mese scorso, ha presentato un ambizioso piano decennale che ha previsto di ridurre le emissioni di gas serra degli Stati Uniti del 50-52% entro il 2030. Quasi il doppio dell’impegno degli Stati Uniti di un taglio del 26-28% previsto sotto l’amministrazione Obama a seguito dell’accordo di Parigi del 2015.

BIDEN HA PROPOSTA UN NUOVO SCOSTAMENTO DI BILANCIO

Non contento di ciò, la scorsa settimana, il presidente Biden ha proposto un nuovo scostamento di bilancio pari a oltre 1 trilione di dollari per il prossimo decennio, segnando nuovi massimi record.

Il progetto collega tre importanti proposte di spesa già svelate dall’amministrazione Biden: l’American Jobs Plan da 2,3 trilioni di dollari, l’American Families Plan da 1,8 trilioni e la spesa discrezionale da 1,5 trilioni per l’anno fiscale 2022.

In sostanza, ciò significa che il budget 2022, combinato con i programmi di spesa obbligatoria, si attesterebbe a circa 6 trilioni di dollari, circa 300 miliardi in più rispetto alle attuali proiezioni per l’anno, con il denaro extra destinato a sanità, istruzione, ricerca scientifica e infrastrutture.

MAI PIU’ INCENTIVI AI FOSSILI

Entrando nel dettaglio, tuttavia, per chiarire il piano infrastrutturale, l’amministrazione di Biden ha affermato che cercherà di “eliminare le preferenze fiscali per i combustibili fossili”, oltre a spendere altri 14 miliardi di dollari per affrontare il cambiamento climatico, come riporta The Hill.

La proposta di bilancio di Biden ha insomma preso di mira disposizioni fiscali specifiche a beneficio dell’industria dei combustibili fossili e mira a eliminare le misure che genereranno 35 miliardi di dollari nel corso di un decennio.

SECONDO LA CASA BIANCA GLI INCENTIVI SU PETROLIO, GAS E CARBONE DISTORCONO LA CONCORRENZA

Nella sua ultima proposta, la Casa Bianca è molto più specifica nel suo piano infrastrutturale, dicendo: “Queste preferenze fiscali su petrolio, gas e carbone distorcono i mercati incoraggiando più investimenti nel settore dei combustibili fossili di quanto accadrebbe con un sistema fiscale più neutrale”, secondo un documento del Dipartimento del Tesoro.

Tra questi vantaggi, Biden ha proposto di ridurre i benefici del taglio delle tasse per un maggiore recupero del petrolio (cioè shale oil,) e i vantaggi mirati ad attenuare i costi “immateriali” come salari, riparazioni, forniture e altre spese per l’estrazione di petrolio e gas.

La proposta di Biden mira anche a intervenire su una disposizione che consente alle compagnie petrolifere e del gas di detrarre fino al 15% delle entrate che ricevono da un pozzo. Come previsto, l’industria petrolifera è uscita carica, sostenendo che la nuova proposta finirebbe per spingere la produzione all’estero.

“L’aumento delle tasse sull’energia americana minerà solo la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro, spingerà gli investimenti di gas naturale e petrolio all’estero e porterà a meno entrate del governo, non di più”, ha detto a The Hill il presidente e CEO dell’American Petroleum Institute Mike Sommers.

TASSA SULLA CO2 IN ALTO MARE PER IL MOMENTO

Per il momento Biden non ha detto nulla su una tassa riguardante la CO2. Secondo l’azienda di consulenza energetica Wood Mackenzie, occorre infatti aumentare drasticamente i prezzi del carbonio a 160 dollari per tonnellata di CO2 entro il 2030, rispetto all’attuale media globale di 22 dollari, se speriamo di combattere con successo il cambiamento climatico.

L’analista di WoodMac Tom Heggarty afferma che i prezzi più alti della CO2 potrebbero incoraggiare le aziende a ridurre la loro impronta di carbonio catturando il carbonio e riciclando in nuovi prodotti, un’industria potenzialmente da “trilioni di dollari”.

AMERICANI A FAVORE DELLA LOTTA AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Uno studio del Pew Research del 2020 sulle opinioni sui cambiamenti climatici ha rilevato che quasi i due terzi affermano che la protezione dell’ambiente e la gestione del cambiamento climatico globale dovrebbero essere le priorità principali per il presidente e il Congresso. Ancora di più un buon 63% degli americani afferma che le normative ambientali più rigorose valgono il costo.

Quindi è chiaro che la stragrande maggioranza degli americani è a conoscenza del cambiamento climatico e sostiene azioni per mitigare il fenomeno. Ciò che non è chiaro è il modo migliore per raggiungere i nostri obiettivi climatici, come delineato nell’Accordo di Parigi del 2015.

Un tema prioritario emerso dall’ultima conferenza sull’energia CERAWeek by IHS Markit, convocata per discutere, tra le altre cose, di Strategie per la transizione energetica, il clima e l’ESG, è che Big Oil considera la tecnologia di cattura del carbonio assolutamente necessaria per la nostra lotta contro il cambiamento climatico . I capi di Exxon Mobil e Occidental Petroleum hanno affermato che il mondo ha ancora bisogno di petrolio e gas e che i governi devono concentrarsi sulla mitigazione del riscaldamento globale utilizzando tecnologie come la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) invece di ridurre produzione di petrolio e gas.

Back To Top