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Enrico Mattei

Pensiero e azione di Enrico Mattei. L’analisi di Sapelli

Giulio Sapelli, storico ed economista: "Va ricordato, per smentire una facile caratterizzazione grottesca della sua azione, che la morte giunse a Mattei quando aveva appena concluso un importante accordo con le compagnie energetiche nordamericane e britanniche"

 

ENRICO MATTEI VISTO DA GIULIO SAPELLI

(Estratto di un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore il 27 ottobre 2022)

Il tema della sicurezza dei rifornimenti energetici, della loro continuità per la conservazione e la crescita del meccanismo economico di accumulazione e di trasformazione diviene oggi essenziale e riconduce a un principio di realtà anche coloro che l’hanno per decenni sottovalutato o addirittura non considerato.

GLI OBIETTIVI DI ENRICO MATTEI

È proprio stato questo, invece, l’obiettivo, l’impegno essenziale dell’imprenditore Mattei. Un imprenditore totus politicus, di grandi orizzonti e che poneva al centro della sua azione il rifornimento delle fonti energetiche necessario alla struttura delle imprese che, nel secondo dopoguerra, si impegnarono a ricostruire non solo l’Italia, ma anche la Francia e la Germania, nazioni che avevano avuto il tessuto industriale e commerciale distrutto dalla guerra. Fu il “miracolo economico” ed esso fu possibile solo per l’azione di Mattei e della Sua creatura: l’Eni, l’Ente nazionale idrocarburi, che fornì le fonti energetiche necessarie per la crescita italiana ed europea. Una sicurezza energetica che era l’obiettivo costante della coorte di dirigenti industriali e di economisti e di sociologi e di ingegneri di primissimo ordine che attorniarono Mattei nella costruzione tanto dell’impresa quanto della relazione che essa instaurava con i territori in cui operava.

L’AZIONE DI MATTEI

Le nazioni detentrici dei giacimenti energetici trovarono in lui e nei suoi collaboratori gli ideatori di un regime contrattuale che sconfisse la concorrenza dell’oligopolio internazionale e che così offrì alle imprese italiane energia a prezzi inferiori a quelli fissati dall’oligopolio. E così facendo si instaurò con quelle economie e quelle società una relazione virtuosa (oggi si direbbe sostenibile ) che attivò un meccanismo di circolarità produttiva per cui le imprese e l’Italia tutta interpretarono attivamente, in quelle nuove terre, avviate alla decolonizzazione, i fondamenti nascenti di un nuovo assetto delle relazioni internazionali.

IL RUOLO DELL’ENI IN AFRICA

L’industria energetica è sempre stata un’industria che ha connesso e fatto incontrare – e mai diviso – i popoli e gli Stati. Lo dimostrano il patto di Abramo tra le monarchie del Golfo e Israele e, in guisa di esempio più diretto e attuale, il ruolo dell’Eni in Egitto e in Africa e in primis in Algeria nei terribili scenari di una guerra di aggressione a cui si dovrà porre al più presto fine, anche con l’iniziativa diplomatica. Mattei avviò la tessitura di un ordito, di una serie di relazioni internazionali, che furono essenziali per il ruolo dell’Italia nel Grande Medio Oriente, così come oggi viene dimostrato dal ruolo svolto da quella che, nei cambiamenti societari e civilistici che sono intercorsi nella configurazione dell’impresa, continua a essere una sua creatura: l’Eni.

LE CARATTERISTICHE DELL’OPERATO DI MATTEI

Relazioni internazionali, diplomatiche in senso ampio e in stretta connessione con il ruolo decisivo e primario della nostra diplomazia di carriera, relazioni di affari e rapporti umani fittissimi, che si sono rivelate preziosissime nella congiuntura attuale e che hanno consentito e consentiranno oggi all’Italia di intravedere una via di resilienza alla “crisi energetica da guerra” che si è abbattuta sull’Europa e sul Mediterraneo sino all’Asia Centrale, per lo smottamento che le relazioni internazionali hanno avuto sotto la pressione dell’aggressione russa.

L’ATTENTATO

Ma la vita di Mattei fu interrotta da un attentato del terrorismo internazionale di quelle forze eversive che si erano opposte alla lotta di liberazione algerina di cui Charles de Gaulle “costituzionalizzò” gli esiti con quel coraggio che gli costò un attentato che poteva essere anche per lui mortale.

COME E’ NATO L’ATTENTATO CONTRO MATTEI?

Va ricordato, per smentire una facile caratterizzazione grottesca della sua azione, che la morte giunse a Mattei quando aveva appena concluso un importante accordo con le compagnie energetiche nordamericane e britanniche, che poneva su basi interamente nuove le relazioni tra le imprese energetiche dominanti e financo tra gli Stati che si affacciavano sul Mediterraneo. Cefis ne proseguì – poi da suo successore – l’intrapresa e raggiunse importanti obiettivi a riguardo. Va ancora ricordato che Mattei quella lotta anticoloniale l’aveva con intelligenza sostenuta non solo per interessi energetici geostrategici, ma anche per la sua straordinaria cultura democratica di partigiano combattente durante la Resistenza, che ne caratterizzava la stessa figura di uomo politico di primo piano nella Democrazia cristiana del secondo dopoguerra. Ed era lo stesso Mattei, ricordiamolo, che confermava alla direzione dell’Agip i dirigenti storici del periodo fascista perché riconosceva in loro gli straordinari tecnici devoti all’azienda e all’Italia e che avevano aperto la via all’industria italiana dell’energia.

LA FIGURA DI ENRICO MATTEI

Una figura controversa, discussa, ma che si staglia come una cometa nel cielo della storia nazionale ed europea e che continua a essere motivo di orgoglio e di esempio per gli imprenditori e per tutti coloro che sanno che l’impresa è attore economico virtuoso perché è attore sociale virtuoso, rivolto alla crescita in armonia con il creato.

(Estratto di un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore il 27 ottobre 2022)

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