Questa volta a essere richiamato non sarà un modello a quattro ruote di Tesla e men che meno il suo curioso Cybertruck, che nei primi dodici mesi di vita aveva collezionato un buon numero di rientri obbligatori. Né basterà un aggiornamento per risolvere il problema. A manifestare un possibile vizio sarebbero infatti le batterie domestiche Powerwall 2.
SURRISCALDAMENTI ANOMALI
L’azienda di Elon Musk ha ricevuto segnalazioni di surriscaldamenti anomali alla base di piccoli incendi che hanno causato “lievi danni materiali” (non sono stati segnalati feriti), secondo quanto riportato dall’Australia Competition and Consumer Commission, autorità governativa a tutela dei consumatori.
COS’È LA BATTERIA DOMESTICA DI TESLA
Il dispositivo (qui una scheda tecnica del produttore per chi volesse approfondire) è, come già il nome lascia intendere, una batteria domestica da installare sul muro della propria abitazione che, in quanto tale, accumula l’energia proveniente dall’impianto fotovoltaico o dalla rete così da alimentare gli elettrodomestici di casa propria di giorno e di notte, anche durante i blackout, risparmiando sulla bolletta elettrica.
COSA SI SA SUL PROBLEMA A POWERWALL 2
La testata di settore TechCrunch ha riportato che il richiamo riguarderà un numero imprecisato di unità Powerwall 2 prodotte negli Stati Uniti e vendute tra il mese di novembre del 2020 e il giugno 2022. Le celle sono state prodotte da un fornitore terzo non identificato.
Gli utenti saranno avvisati tramite l’app Tesla se il loro Powerwall è soggetto al richiamo e l’azienda sta comunque scaricando le batterie per ridurre il rischio di incendio. Le batterie richiamate saranno sostituite gratuitamente e l’azienda “considererà un risarcimento per i risparmi energetici persi caso per caso”, ha affermato l’Australia Competition and Consumer Commission.
IL 2025 DIFFICILE DI TESLA
Il problema, per quanto apparentemente limitato all’Australia, si innesta in uno dei periodi più difficili per il marchio di Elon Musk. Dall’inizio di aprile alla fine di giugno, Tesla ha visto scendere l’utile netto a 1,2 miliardi di dollari, cioè il 16% in meno rispetto al 2024.
Il fatturato del costruttore texano nel secondo trimestre è sceso del 12% a 22,5 miliardi di dollari, mentre quello relativo alle vendite di auto ha toccato i 15,8 miliardi, calando del 15%. Si sono dimezzati anche i ricavi derivanti alla vendita dei crediti sulle emissioni, che si sono fermati a 439 milioni di dollari. Come se tutto ciò non bastasse, il Master Plan Part IV presentato in sordina è stato accusato da più parti di essere fumoso e privo di reali intuizioni strategiche.