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Opec

Perché l’Opec taglierà il petrolio (e Biden sbraita)

Riunitosi a Vienna, l'Opec+ potrebbe decidere un grosso taglio alla produzione di petrolio, facendone risalire i prezzi. Gli Stati Uniti sono contrari. Tutti i dettagli.

L’OPEC+, il gruppo che riunisce alcuni dei principali paesi esportatori di petrolio, guidato dall’Arabia Saudita e dalla Russia, si è riunito oggi per concordare dei tagli alla produzione di greggio. Tagli che potrebbero essere particolarmente profondi, benché l’equilibrio tra domanda e offerta petrolifera sia già teso e nonostante gli inviti degli Stati Uniti ad aumentare l’output.

COME VA IL PETROLIO

Un taglio alla produzione da parte dell’OPEC+ potrebbe favorire la risalita dei prezzi internazionali dal petrolio, che si scambia attualmente intorno ai 90 dollari al barile contro i 120 di tre mesi fa.

Questo calo è il risultato di tre fattori principali: il timore dei mercati per una recessione economica globale, l’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti e il rafforzamento del dollaro.

I TAGLI

Stando alle fonti di Reuters, l’OPEC+ sarebbe orientato su un taglio collettivo di 1-2 milioni di barili al giorno, forse più vicino alla seconda cifra.

L’OPPOSIZIONE DEGLI STATI UNITI

Gli Stati Uniti sono contrari: temono che un calo dell’output da parte dell’organizzazione provochi un aumento dei prezzi internazionali del greggio e, di conseguenza, una crescita dei prezzi del carburante in patria. Le elezioni di metà mandato sono vicine, e il costo della benzina è un punto particolarmente sensibile per l’opinione pubblica americana.

L’amministrazione di Joe Biden potrebbe dunque prendere delle contromisure, ad esempio rilasciando ulteriori quantità di petrolio dalla riserva strategica: le scorte sono però ai minimi dal luglio del 1984 (416 milioni di barili). Washington non può nemmeno fare affidamento sulla collaborazione dell’Arabia Saudita, perché i rapporti politici con Riad sono precipitati.

COME È MESSO L’OPEC

La capacità produttiva dell’OPEC+, a prescindere dai tagli, è scarsa: ad agosto, per esempio, il gruppo ha mancato l’obiettivo di produzione per circa 3,6 milioni di barili al giorno.

Considerato dunque che tanti membri dell’OPEC+ stanno pompando al di sotto delle loro quote, i nuovi limiti alla produzione andranno a carico principalmente dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti.

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