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Nagorno Karabakh, cosa c’è in ballo su gas e petrolio fra Armenia e Azerbaigian

Il punto aggiornato sul Nagorno Karabakh

 

Nuovi (e più forti) venti di guerra in Nagorno Karabakh, regione autonoma nella parte meridionale del Caucaso. A scontrarsi, nella via preferenziale di oleodotti che trasportano gas e petrolio, sono Armenia ed Azerbaigian, in guerra da oltre 30 anni.

Andiamo per gradi.

COSA E’ ACCADUTO

Partiamo dai fatti. Domenica 27 settembre sono scoppiati scontri tra esercito azero e indipendentisti armeni nel Nagorno Karabakh. Sono rimasti uccisi almeno 16 militari e diversi civili.

Sia l’Armenia che l’Azerbaigian, che hanno entrambe proclamato la legge marziale, sostengono di aver reagito all’offensiva dell’altro.

IL TERRITORIO

Il territorio degli scontri è una regione dell’Azerbaigian, riconosciuta a livello internazionale, che è sotto il controllo armeno. Il Nagorno-Karabakh si staccò dall’Azerbaigian in un conflitto scoppiato nel 1991, con il collasso dell’Unione Sovietica.

UNO SCONTRO TRENTENNALE

Nel 1994 è stato concordato il cessate il fuoco, ma negli anni gli scontri non sono mai cessati. L’Azerbaigian e l’Armenia, da oltre trent’anni si accusano spesso a vicenda di attacchi intorno al Nagorno-Karabakh e lungo il confine separato azero-armeno.

UNA GUERRA DEL PETROLIO

La posta in gioco, per il controllo dell’area, è alta. La regione è infatti via preferenziale di oleodotti che riforniscono di petrolio e gas del Caspio i principali mercati mondiali.

La questione energetica tocca anche il nucleare: l’Armenia, scrive Reuters, a luglio 2020, aveva “messo in guardia sui rischi per la sicurezza nel Caucaso meridionale a luglio, dopo che l’Azerbaigian aveva minacciato di attaccare la centrale nucleare dell’Armenia come possibile rappresaglia”.

TURCHIA VS RUSSIA

Chi appoggi chi in questa guerra? La Turchia di Recep Tayyip Erdogan sostiene l’Azerbaigian, Paese ricco di giacimenti petroliferi. La Russia di Putin, invece, da sempre alleata dell’Armenia, chiede il cessate il fuoco.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

Il cessate il fuoco è anche la richiesta di Francia, Italia e Ue.

La Farnesina esprime “preoccupazione per le notizie di gravi scontri lungo la linea di contatto fra le forze armate azere ed armene. L’Italia chiede alle parti l’immediata cessazione delle violenze e l’avvio di ogni sforzo, in particolare sotto gli auspici dell’Osce, per prevenire i rischi di ulteriore escalation”, si legge in una nota del ministero degli Esteri.

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