In un contesto nel quale l’attenzione è spesso focalizzata sulla progressiva espansione, soprattutto nelle economie più avanzate, del ruolo dei servizi nella generazione di valore aggiunto, le materie prime continuano a costituire l’input fondamentale dei processi produttivi. Sebbene l’evoluzione tecnologica comporti cambiamenti nella domanda delle singole merci – si pensi al progressivo abbandono del carbone in Occidente, o alla crescita del fabbisogno mondiale di metalli impiegati per sostenere la transizione energetica – si tratta di fenomeni incrementali, che dispiegano i propri effetti su scale temporali pluri-decennali, determinando una relativa stabilità nelle dinamiche di approvvigionamento.
Di conseguenza, le materie prime energetiche fossili (petrolio, gas e carbone), come pure quelle di base per le attività industriali (quali ammoniaca, plastiche, acciai) e anche quelle alimentari non solo rimangono centrali per il funzionamento delle economie avanzate, ma conoscono anche una continua espansione a livello globale in ragione del costante aumento della popolazione e del progressivo miglioramento degli standard medi di vita.
La capacità dei sistemi produttivi di trasformare le materie prime per soddisfare questa enorme domanda si basa su innumerevoli e articolate filiere di produzione e trasformazione, che consentono di sfruttare i fattori di vantaggio competitivo (quali clima, geologia, spazio non antropizzato) per approvvigionare i centri di consumo finale, attraverso reti commerciali e infrastrutture spesso distribuite in aree del globo molto distanti tra loro. Queste interconnessioni consentono di raggiungere livelli di produzione e costi che, in loro assenza, non sarebbero sostenibili, rendendole, dunque, un elemento chiave della sicurezza economica di ogni Paese, soprattutto di quelli avanzati tecnologicamente e ad alta densità abitativa, come quelli europei.
Le dinamiche che caratterizzano i mercati delle materie prime differiscono sensibilmente per fattori quali il numero di attori chiave (produzione e consumo diffusi geograficamente o monopoli tendenziali), i meccanismi di formazione dei prezzi (negoziazioni bilaterali o Borse mature e connessi prodotti finanziari) e le modalità di movimentazione delle merci (trasporti via mare o via terra), ma condividono tratti comuni, come il ruolo centrale di operatori specializzati (traders e intermediari finanziari), l’assoluta dominanza del dollaro quale valuta di riferimento e scambio e, complessivamente, una struttura fortemente transnazionale.
Nel complesso, l’approvvigionamento di materie prime, benché con gradi diversi, espone ogni sistema economico a fattori largamente fuori dalla possibilità di essere direttamente controllati dai decisori politici nazionali, determinando la necessità di adottare, a fronte di un contesto geopolitico in costante evoluzione, contromisure finalizzate a limitare le vulnerabilità derivanti dalla dipendenza dai mercati internazionali.
Le principali strategie di mitigazione dei rischi, la cui implementazione risulta efficace soprattutto quando si inserisce in uno sforzo coordinato tra Paesi politicamente affini, sono finalizzate a incrementare la diversificazione geografica delle filiere di produzione, trasporto e trasformazione delle materie prime, al fine di ridurre la capacità degli attori coinvolti di influenzare il funzionamento del mercato, nonché, in uno scenario ottimale, di favorire lo sviluppo di filiere di approvvigionamento distribuite tra sistemi economici non potenzialmente ostili.
Un’altra linea d’azione cruciale, soprattutto per le materie prime (incluse le terre rare) sempre più necessarie al fine di consentire la transizione energetica, è quella di sostenere lo sviluppo di soluzioni tecnologiche e processi industriali innovativi che consentano, a parità di uso finale, di impiegare materie prime diverse da quelle attualmente più usate, come nel caso della realizzazione di batterie elettriche senza l’impiego del litio. La ricerca di tecnologie avanzate mira anche ad accrescere, per molte filiere industriali, la capacità di utilizzare come input dei processi produttivi materie prime derivanti dal riciclo, per finalità anzitutto di sicurezza degli approvvigionamenti, oltre che ambientali.
Nell’attuale contesto internazionale, le dinamiche relative ai mercati delle materie prime appaiono dunque destinate a mantenere un ruolo centrale nella sicurezza economica delle economie avanzate che, a loro volta, sono chiamate, per garantirsi prosperità e crescita nel lungo periodo, a trovare un equilibrio tra la tutela degli indispensabili meccanismi di mercato transnazionali e il perseguimento di adeguati livelli di sicurezza degli approvvigionamenti nelle filiere più strategiche, tenendo anche conto della sostenibilità ambientale dei processi di consumo.