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Macron contro tutti (anche contro Merkel su Nord Stream 2)

Tutte le ultime mosse del presidente francese Emmanuel Macron. L'articolo di Pierluigi Mennitti

È stato il giorno in cui Emmanuel Macron ha provato a smarcarsi dal vicolo cieco in cui sembrava esser finito da tempo. Una scossa di sovranismo alla francese avvertita nel cuore della Old Europe, da Roma a Berlino, ma che in qualche modo coinvolge anche la nuova Europa, quella che si vorrebbe far arrivare fino agli Urali.

Del ritiro dell’ambasciatore francese a Roma la cronaca italiana si è abbondantemente occupata, quindi qui lo faremo meno. Goccia che ha (avrebbe) fatto traboccare il vaso, il recente incontro del duo pentastellato Di Battista-Di Maio (in rigoroso ordine alfabetico) con una delegazione dei gilet gialli che da mesi tengono il presidente francese sulla griglia.

Più sorprendente il doppio affondo contro la Germania, data la recente solenne firma del rinnovato patto di Aquisgrana che, secondo la maggioranza degli osservatori, avrebbe di fatto ingabbiato l’Europa (l’Ue?) nella tenaglia franco-tedesca.

Prima l’annuncio (via indiscrezione della Süddeutsche Zeitung) del voto contrario al Nord Stream 2, il gasdotto che dovrebbe raddoppiare il flusso diretto di gas dalla Russia alla Germania. Un capovolgimento di fronte, tenuto conto che imprese francesi sono impegnate nella costruzione del gasdotto. Un affronto, tenuto conto della solida alleanza appena ribadita ad Aquisgrana. Timori di una troppo stretta indipendenza dal gas russo, dicono ora a Parigi. Difficile da credere, visto che Mosca non ha mai rappresentato un fantasma pericoloso nella recente politica estera francese.

Poi, in serata, la comunicazione (anticipata sempre dal quotidiano bavarese) che Macron non sarà a Monaco per l’annuale Conferenza sulla sicurezza, uno dei vertici geopolitici più prestigiosi negli ultimi anni. In quell’occasione ci sarebbe dovuto essere un incontro a quattr’occhi fra il presidente francese e la cancelliera Merkel. Saltato anche questo. Da Parigi dicono che questa scelta non ha nulla a che fare con la questione Nord Stream 2, anche se la SZ cita divergenze profonde su diversi dossier con la Germania (ma allora cosa hanno firmato poche settimane fa?).

Il ritiro dell’ambasciatore in Italia non pare dunque una mossa isolata. Sarà bene tenerne conto nella valutazione delle vicende. Anche perché una rottura con l’Italia – oggi fanalino di coda nella crescita economica all’interno dell’Ue – è un fatto largamente meno rilevante di una frizione con la Germania.

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