Già sull’orlo del collasso per la drammatica situazione economica in cui versa, il Pakistan deve evitare di soccombere anche all’inquinamento. Da giorni infatti nel Punjab, la provincia più popolosa del Paese, l’aria è irrespirabile a causa dei livelli record di inquinamento.
In un solo giorno, a Lahore, capitale del Punjab nonché seconda città più grande del Pakistan (circa 13 milioni di abitanti), sono state ricoverate in ospedale più di 900 persone, di cui la maggior parte bambini e anziani, per per condizioni respiratorie e infezioni alla gola.
LIVELLI RECORD DI INQUINAMENTO IN PAKISTAN
Lahore, come tutta la provincia, non è nuova agli alti tassi di inquinamento. Ma giovedì scorso, secondo i dati di IQAir, una società svizzera che offre una mappa interattiva sulla qualità dell’aria di vari Paesi, era al primo posto tra le città più inquinate del mondo, con un indice di qualità dell’aria di 710 – un livello doppio rispetto a quello registrato a Nuova Delhi e 50 volte superiore a quello di sicurezza.
Ancora oggi, pur essendosi abbassato il livello a 443, Lahore occupa lo stesso posto in classifica, seguita da Delhi, Sarajevo, Pechino, Kinshasa e Skopje.
All’inizio di questa settimana Marriyum Aurangzeb, ministro della provincia, ha dichiarato che l’indice ha toccato quota 1.100, dopo aver registrato sabato il più alto livello di inquinamento di sempre (1900) vicino al confine tra Pakistan e India.
Anche la concentrazione di inquinanti nocivi (PM2,5) ha raggiunto il livello record di 610, ovvero oltre 40 volte superiore al limite di 15 microgrammi per metro cubo per un periodo di 24 ore, considerato sicuro per la salute dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
LE CAUSE…
Ma come si spiegano simili livelli? Aurangzeb, che ha descritto la situazione come “inaspettata”, ha puntato il dito contro l’India, che dista solo 25 km e il cui inquinamento verrebbe trasportato verso il Punjab dal vento. “La questione non può essere risolta senza colloqui con l’India”, ha detto, aggiungendo che il governo provinciale avvierà colloqui con il suo vicino.
Tuttavia, come osservano Reuters e Bloomberg, la crisi dello smog a Lahore, simile a quella della capitale indiana Delhi, non è una novità, ma tende a peggiorare nei mesi invernali quando l’aria fredda e più densa intrappola gli inquinanti più vicino al suolo. Inoltre si registra un elevato aumento dei livelli tra ottobre e novembre quando alle correnti di vento si aggiunge il fumo prodotto dalla bonifica dei campi e dalle emissioni urbane e industriali.
…E LE CONSEGUENZE
A causa dell’inquinamento nell’aria, nella megalopoli di Lahore sono state ricoverate in ospedale in un solo giorno oltre 900 persone, con bambini e anziani che hanno riportato condizioni respiratorie e infezioni alla gola.
Domenica quindi le autorità del Pakistan hanno introdotto misure restrittive a tutela della popolazione, istituendo un “green lockdown”. In particolare hanno stabilito la chiusura delle scuole primarie in diverse aree, la riduzione della capacità operativa degli uffici, facendo lavorare la metà del personale da casa, e l’obbligo di indossare le mascherine. I cittadini sono inoltre stati esortati a rimanere in casa, a tenere chiuse porte e finestre e a evitare spostamenti non necessari.
Il governo ha anche imposto il divieto di circolazione per i risciò e ha bloccato le costruzioni in alcune aree per ridurre i livelli di inquinamento. Le fabbriche e i cantieri che non rispettano queste norme potrebbero essere chiusi. E i veicoli dotati di pompe spruzzano acqua nell’aria per aiutare a controllare il livello di smog.
LA SMOG WAR ROOM
Nell’attesa che sabato prossimo le autorità valutino la situazione e decidano come procedere, è stata istituita una “smog war room”.
“Il comitato della war room esaminerà quotidianamente le previsioni meteorologiche e della qualità dell’aria… e controllerà le prestazioni e le azioni degli agenti sul campo”, ha detto Sajid Bashir, portavoce del dipartimento ambientale della provincia.
I funzionari hanno dichiarato a Reuters che il progetto riunisce il personale di otto dipartimenti, con un’unica persona incaricata di supervisionare compiti che vanno dal controllo della combustione dei rifiuti agricoli alla gestione del traffico. Due volte al giorno analizzerà i dati e le previsioni per informare le parti interessate sugli sforzi per combattere l’inquinamento ed emettere avvisi quotidiani.
Eradicare il problema sembra molto difficile ma sempre più necessario. Uno studio dell’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago ritiene infatti che l’inquinamento potrebbe ridurre di oltre cinque anni l’aspettativa di vita delle persone che vivono nell’Asia meridionale.