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Gas

L’Asia si gaserà col Gnl?

È l’Asia la nuova frontiera del gas naturale liquefatto (Gnl). Ecco come e perché

 

È l’Asia la nuova frontiera del gas naturale liquefatto (Gnl). A differenza di qualche anno fa quando era l’Europa a farla da padrone, negli ultimi tempi il combustibile sta guadagnando sempre più importanza come alternativa più pulita ed economica al carbone nella regione, tanto da poter aspirare a diventare una sorta di ‘cartello’ del settore.

DOMANDA IN CRESCITA

La domanda globale di gas naturale liquefatto crescerà fino a 700 milioni di tonnellate all’anno entro il 2040 dai 360 milioni di tonnellate dell’anno scorso secondo l’LNG Outlook 2021 di Shell. E fino al 75% di questa crescita della domanda proverrà proprio dall’Asia. Un ruolo da protagonista destinato a crescere anche grazie agli impegni ‘net zero’ che i paesi si stanno assumendo, ha affermato Shell.

CRESCITA DOMINATA DA INDIA, CINA E COREA DEL SUD

La maggior parte di questa crescita proviene da un’unica regione, dominata da tre grandi consumatori: Cina, India e Corea del Sud. I primi due sono particolarmente importanti: lo scorso anno, la Cina e l’India insieme hanno rappresentato la maggior parte della crescita globale delle importazioni di Gnl, secondo Shell, mentre gli altri due grandi importatori in Asia, Giappone e Corea del Sud, hanno registrato un calo.

RIBALTATI I TRADIZIONALI MODELLI DI PREZZO

Anna Shiryaevskaya su Bloomberg ha scritto in un recente articolo sul Gnl che la domanda asiatica di gas liquefatto stava ribaltando i tradizionali modelli di prezzo. Nell’ultimo periodo invernale, infatti, l’Asia ha dettato i prezzi del Gnl, mandandoli alle stelle durante la stagione più fredda e poi riportandoli a livelli più normali con il riscaldamento delle temperature. Ciò nonostante il tradizionale modello di fissazione dei prezzi centrato sull’Europa che consiste, sostanzialmente, nel legare i prezzi del gas liquefatto al prezzo di riferimento del petrolio.

PER L’EUROPA UN FUTURO IN CALO

Malgrado tutto, l’Europa è ancora un grande consumatore di gas naturale liquefatto e continuerà ad esserlo anche in futuro. Ma alla luce delle previsioni di Shell sul destino dell’Asia, l’Europa inizia a sembrare un acquirente minore in quello che è certamente un mercato in forte espansione. “Nei prossimi due anni i prezzi del gas europei diventeranno sempre meno centrati sull’Europa e sempre più influenzati a livello globale”, ha detto a Shiryaevskaya che è anche analista della società commerciale svizzera Axpo Solutions.

CONTRATTI A LUNGO TERMINE PIU’ RAGIONEVOLI?

La maggior parte di questa influenza proverrà dall’Asia, come evidenziato di recente durante il picco dei prezzi invernali. E potrebbe anche dispiegarsi attraverso l’utilizzo sempre più preponderante di contratti di fornitura a lungo termine. Finora, infatti, il mercato spot è stato il punto di riferimento per acquistare gas liquefatto in Asia, fino a quando i prezzi non sono aumentati di oltre il 1.000% all’inizio di quest’anno, spingendo verso un diverso approccio.

D’altronde anche i trader sembrano essersi allineati a questo trend. Il mese scorso, il ministro dell’Energia del Qatar, il principale produttore ed esportatore di Gnl al mondo, ha consigliato ai grandi venditori di assicurarsi contratti a lungo termine per evitare il ripetersi del rialzo dei prezzi di gennaio, che, ha detto, sarebbe inevitabile se il mercato spot dovesse continuare a dominare lo spazio commerciale del gas liquefatto, anche perché l’offerta sta per restringersi ancora una volta.

UN CARTELLO INVOLONTARIO PER ORA

“D’altra parte, i contratti di fornitura a lungo termine stanno iniziando a sembrare ancora una volta più attraenti del mercato a pronti volatile, quindi i grandi acquirenti potrebbero bloccare i prezzi bassi finché durano. Ciò significa che il mercato spot potrebbe diventare ancora più volatile se il principale uomo dell’energia del Qatar, Saad al-Kaabi ha ragione e l’offerta è effettivamente destinata a restringersi. Queste tendenze stanno dipingendo un quadro di quello che potrebbe essere definito un cartello di acquirenti emergenti”, ha scritto Oilprice.

“È sicuramente un cartello involontario, almeno per il momento. Nel Gnl, gli stati asiatici si prendono cura di se stessi, non del loro vicino, non da ultimo a causa delle tensioni di vicinato come quelle tra Cina e India. Ma anche un cartello involontario potrebbe, e lo farebbe, influenzare i flussi e i prezzi globali del combustibile, riducendo l’offerta ad altri mercati e spingendo i prezzi al rialzo”, si legge ancora su Oilprice.

L’EUROPA È DESTINATA A DIVENTARE PIÙ DIPENDENTE DALLE IMPORTAZIONI DI GNL E PIÙ VULNERABILE

“La suscettibilità dei mercati del gas britannico ed europeo ai prezzi globali del Gnl potrebbe essere destinata ad aumentare – ha detto a Shiryaevskaya -. Senza piani concreti per nuovi impianti di stoccaggio a lungo termine nel Regno Unito e il declino della piattaforma continentale britannica, potrebbe indicare una maggiore dipendenza dal Gnl nei prossimi anni”.

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