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Perché l’Iran è senza energia?

L'Iran possiede tra le riserve di gas e petrolio più grandi al mondo, eppure non ha abbastanza energia: un'ondata di freddo ha costretto le autorità a ordinare la chiusura delle scuole per ridurre i consumi. Colpa del cattivo stato delle infrastrutture e dei prezzi sussidiati.

 

Un’ondata di freddo nelle regioni settentrionali dell’Iran ha costretto le autorità a chiudere le scuole e a sospendere altre attività pubbliche nel tentativo di risparmiare energia. Ma sono già diverse settimane, in realtà, che il paese – pur avendo le seconde maggiori riserve di gas naturale al mondo, e le terze di petrolio – ha serie difficoltà a soddisfare il fabbisogno elettrico e termico dei suoi 85 milioni di abitanti circa.

LE RISPOSTE DELL’IRAN ALLA CRISI DEL GAS

Il freddo sta facendo salire i consumi di gas per il riscaldamento, e contemporaneamente ne sta riducendo i volumi destinabili alla generazione di elettricità. Per mitigare la crisi, il governo dell’Iran sta provando a convincere la popolazione ad abbassare di almeno due gradi la temperatura nelle case, in modo da risparmiare gas: sabato scorso, a causa del freddo, il consumo di gas delle utenze domestiche iraniane ha superato i 600 milioni di metri cubi, un record.

Un’altra soluzione attuata dalle autorità è stata la sostituzione, come fonte per la generazione elettrica, del gas con il mazut: si tratta di un olio combustibile di scarsa qualità e molto inquinante, dunque nocivo per la salute.

LE VERE CAUSE: LE INFRASTRUTTURE…

La vera causa del collasso del sistema energetico iraniano, tuttavia, non è il freddo ma la pessima condizione delle infrastrutture e degli impianti estrattivi che risentono di anni di scarsi investimenti, anche a causa delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti che impediscono l’afflusso di denaro, tecnologie e parti di ricambio dall’Occidente.

Le stime dicono che il paese ha un deficit di elettricità di 17.000 megawatt e un deficit di benzina di venti milioni di barili al giorno.

Le centrali elettriche sono vecchie e richiederebbero tanta manutenzione o la loro sostituzione. In un recente discorso televisivo, il presidente Masoud Pezeshkian ha dichiarato che “oggi non possiamo nemmeno iniettare gas nei pozzi petroliferi per estrarre il petrolio”. “Ci troviamo di fronte a gravi squilibri tra produzione e consumo, tra cui gas, elettricità, acqua… abbiamo anche uno squilibrio monetario”, ha aggiunto.

… E I SUSSIDI

Alla crisi energetica contribuiscono poi i generosissimi sussidi pubblici, che disincentivano il risparmio energetico. Nella classifica redatta dal Fondo monetario internazionale l’Iran è il paese che spende di più, in rapporto al Pil, per sovvenzionare i prezzi dell’energia e dei carburanti: 163 miliardi di dollari nel 2022, oltre il 27 per cento del prodotto interno lordo.

Il governo preferisce non abolire questo sistema – per quanto delle modifiche graduali siano state introdotte – per non rischiare di scatenare una reazione violenta da parte della popolazione: nel 2019, per esempio, l’aumento dei prezzi della benzina fece scoppiare grandi proteste in varie città del paese. I sussidi sono insomma considerati una sorta di garanzia di pace sociale, anche considerato lo stato critico in cui versa l’economia dell’Iran.

“I prezzi del carburante in Iran sono rimasti invariati per così tanto tempo che la disparità tra i prezzi sovvenzionati e quelli reali è diventata estremamente ampia”, ha scritto il Financial Times il mese scorso in un approfondimento dedicato.

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