Le importazioni di petrolio dalla Russia in India hanno raggiunto un picco in aprile, toccando il livello più alto degli ultimi nove mesi.
Questo incremento si è verificato a seguito della ripresa delle spedizioni da parte di petroliere non sanzionate, gestite dalla principale compagnia di navigazione russa Sovcomflot, secondo i dati ottenuti da fonti marittime e commerciali.
Dopo una breve sospensione, le raffinerie indiane hanno ripreso l’importazione di petrolio russo attraverso Sovcomflot, nonostante le sanzioni imposte dagli Stati Uniti a febbraio, che avevano designato le navi della compagnia come in violazione delle restrizioni occidentali. Le sanzioni, introdotte in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, miravano a ridurre le entrate petrolifere di Mosca, ma i recenti dati indicano che queste misure non hanno avuto l’effetto sperato.
IL COMMERCIO PETROLIFERO TRA INDIA E RUSSIA
L’India, il terzo maggiore importatore e consumatore di petrolio al mondo, ha importato quasi 1,8 milioni di barili al giorno (bpd) di petrolio russo ad aprile, con un aumento dell’8,2% rispetto al mese precedente. Questo ha portato la quota di mercato della Russia in India al 38%, rispetto al 32% di marzo. Complessivamente, l’India ha importato 4,8 milioni di barili giornalieri di petrolio ad aprile, registrando un calo del 6,5% rispetto al mese precedente, ma un leggero aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
ARABIA SAUDITA E IRAQ PERDONO MERCATO
Nonostante le sanzioni occidentali, la Russia rimane il principale fornitore di petrolio per l’India, seguita da Iraq e Arabia Saudita. Tuttavia, l’aumento delle importazioni di petrolio russo ha diminuito la quota di mercato dell’Iraq e dell’Arabia Saudita, con la quota di petrolio mediorientale scesa al 41% ad aprile, rispetto al 46% di marzo.Le importazioni dall’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) sono diminuite, riducendo la loro quota nel paniere del greggio indiano al 46% ad aprile, rispetto al 53% del mese precedente. Al contrario, la quota di petrolio proveniente dalla Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), che include Russia, Kazakistan e Azerbaigian, è salita al 41% rispetto al 37% di marzo.
In sintesi, l’aumento delle importazioni di petrolio russo da parte dell’India mette in luce l’inefficacia delle sanzioni occidentali nel colpire l’economia petrolifera russa. Le previsioni di un significativo calo delle entrate petrolifere di Mosca non si sono concretizzate, evidenziando le difficoltà nel limitare l’influenza della Russia nel mercato energetico globale.