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Gnl, che cosa cambia tra Usa e Arabia Saudita dopo l’accordo Aramco-Sempra

Commenti, analisi e scenari dopo che la compagnia energetica saudita Aramco ha firmato con la statunitense Sempra un accordo ventennale per l’acquisto di gas naturale liquefatto (Gnl)

La compagnia energetica saudita Aramco ha firmato con la statunitense Sempra un accordo ventennale per l’acquisto di gas naturale liquefatto (Gnl). La compagnia saudita sta tentando di divenire uno dei principali attori mondiali nel comparto del gas in un momento in cui il mercato Usa sta attraversando un periodo di crescita impetuosa grazie alla produzione di shale gas.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

L’accordo prevede una partecipazione del 25% di Aramco in Sempra Energy nella prima fase del suo progetto di esportazione di gas naturale liquefatto da Port Arthur in Texas. La transazione con la società di San Diego comprenderebbe anche un accordo di fornitura ventennale del progetto per 5 milioni di tonnellate all’anno di combustibile super raffreddato. Amin Nasser, amministratore delegato di Aramco, ha dichiarato che l’accordo è “un importante passo avanti nella strategia a lungo termine della compagnia per diventare uno dei principali operatori globali di Gnl”. Più nel dettaglio il progetto Port Arthur Lng dovrebbe includere due impianti di liquefazione, tre serbatoi di stoccaggio e infrastrutture per consentire l’esportazione di circa 11 milioni di tonnellate di Gnl all’anno.

UNO DEI PIÙ GRANDI ACCORDI NEL GNL SECONDO GLI ANALISTI

“Se convertito in un contratto di vendita e acquisto, questo sarà uno dei più grandi accordi di Gnl mai firmati e sicuramente il più grande dal 2013″, ha detto Giles Farrer, direttore di ricerca della società di consulenza energetica e mineraria Wood Mackenzie a Cnbc.

ECCO PERCHÉ SAUDI ARAMCO HA FATTO QUESTA MOSSA

Ma perché Saudi Aramco è così interessata al gas? “Con una domanda globale di Gnl che dovrebbe crescere di circa il 4% all’anno e superare i 500 milioni di tonnellate all’anno entro il 2035, vediamo opportunità significative in questo mercato e continueremo a perseguire partnership strategiche che ci permettono di soddisfare la crescente domanda globale di Gnl”, ha detto Nasser secondo quanto riferito da Cnbc. Non solo però.  Saudi Aramco ha avuto colloqui con diversi fornitori negli Stati Uniti negli ultimi mesi, visto che negli ultimi dieci anni ha investito 150 miliardi di dollari in patria e all’estero.

IL RUOLO DELL’ARABIA SAUDITA

L’Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di petrolio, si sta espandendo per andare oltre il greggio e si prepara al momento in cui la domanda stagnerà e il mondo si sposterà definitivamente verso combustibili più puliti. Proprio come hanno fatto negli ultimi anni major energetiche internazionali come Royal Dutch Shell e Total. Il Regno sta dando, infatti, impulso anche all’esplorazione e alla produzione interna sia di risorse di gas convenzionali sia di quelle provenienti dai giacimenti shale, per alimentare la produzione di energia elettrica e alimentare il settore petrolchimico, evidenzia il Financial Times. “L’Arabia Saudita ha vaste risorse di shale gas ma gli analisti li hanno storicamente ritenuti costosi da estrarre a causa della loro profondità, lontananza e mancanza di acqua e di infrastrutture”, spiega Ft.

ANCORA NON SI SA SE IL GAS VERRÀ UTILIZZATO IN CASA O RIVENDUTO

Non è ancora chiaro tuttavia se il gas acquistato verrà utilizzato da Saudi Aramco per alimentare l’economia locale dell’Arabia Saudita o venduto ad acquirenti internazionali. “La scelta economica logica sarebbe quella di bruciare gas in casa perché è più economico e più pulito ed esportare i liquidi”, commenta Christopher Gonclaves, managing director of energy di Berkeley Research Group ripreso da Mf-Milano Finanza.

DOMANDA DI GNL IN CRESCITA SECONDO L’EIA AMERICANA

Secondo le proiezioni della U.S. Energy Information Administration (EIA), la domanda globale di Gnl dovrebbe crescere di circa il 5% all’anno fino alla metà degli anni 2020. Dal febbraio 2016, quando gli Stati Uniti hanno iniziato ad esportare il carburante, sono diventato il quarto maggiore esportatore mondiale di Gnl.

LO SCENARIO GEOPOLITICO SU IRAN E DINTORNI

Le sintonie Usa-Arabia riguarda anche il dossier Iran. “L’Arabia Saudita, con l’aiuto degli Stati Uniti, ha avuto un ruolo nei recenti sabotaggi nella capitale irachena Baghdad e negli Emirati Arabi Uniti, ma ha cercato di dare la colpa degli incidenti all’Iran solo per creare iranofobia”, ha detto il comandante in capo dell’esercito di Teheran, il maggiore generale Abdolrahim Mousavi, facendo riferimento ai danni subiti la scorsa settimana da 4 navi commerciali al largo degli Emirati e al razzo lanciato poi nella Zona Verde di Baghdad. “I nemici sembrano uniti, ma in realtà si prendono di mira tra loro. Se le prove venissero svelate, emergerebbe che Riad è stata coinvolta nel sabotaggio anche per punire gli Emirati, perché non hanno seguito pienamente i loro ordini”, ha aggiunto il generale, accusando poi gli Usa di voler imporre la propria presenza militare nella regione convincendo gli alleati arabi di aver bisogno di loro per difendersi. L’Iran, ha ribadito quindi Mousavi, non cerca la guerra, ma in caso di scontro sarà pronto a difendersi con determinazione.

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