Dopo mesi di controversie, il governo tedesco ha raggiunto la scorsa settimana un accordo per alleggerire il peso dei costi energetici sull’industria. È stato concordato un pacchetto di prezzi dell’elettricità a favore dell’industria per sostenere l’economia nei prossimi cinque anni. I piani prevedono una significativa riduzione dell’imposta sull’elettricità per l’industria manifatturiera e un’estensione dell’attuale compensazione del prezzo dell’elettricità per le aziende particolarmente colpite dagli alti prezzi dell’elettricità. Il costo del taglio all’imposta dovrebbe aggirarsi attorno ai 12 miliardi di euro all’anno.
COME CAMBIERÀ IL PREZZO DELL’ELETTRICITÀ IN GERMANIA
Di conseguenza, l’imposta sull’elettricità sarà ridotta dall’attuale livello di circa il 2% al minimo europeo dello 0,05%. A beneficiarne, secondo quanto assicurato dal governo, non saranno solo i grandi gruppi industriali, ma anche le piccole e medie imprese, anche se dalle prime reazioni degli interessati, i timori fra le PMI di dover pagare per gli sgravi della grandi imprese restano vivi.
350 aziende particolarmente esposte alla concorrenza internazionale e che soffrono per i prezzi elevati dell’elettricità riceveranno un aiuto supplementare. L’attuale compensazione per i prezzi dell’elettricità sarà prorogata e ampliata per cinque anni.
LA RIFORMA CONTRO LA CRISI INDUSTRIALE
In Germania, l’industria paga prezzi molto alti per l’energia rispetto agli standard internazionali. Un megawattora costa alle aziende tedesche tre volte di più che negli Stati Uniti o in Canada, mentre la Germania si trova a metà classifica in Europa. Diverse aziende hanno nei mesi scorsi minacciato di trasferire la produzione in Paesi dove i prezzi dell’energia sono più accessibili. In qualche caso aziende tedesche hanno già deciso di investire in nuove produzioni negli Stati Uniti, attirati non solo dalla possibilità di ritrovare un mercato di esportazione più tranquillo di quello cinese ma soprattutto dagli incentivi fiscali varati dall’amministrazione di Joe Biden e dai prezzi più convenienti dell’energia.
Per contrastare il rischio di un declino industriale, in una fase in cui peraltro i dati dell’economia tedesca sono piuttosto negativi, l’ipotesi di un prezzo dell’elettricità industriale era in discussione da mesi. Il ministero dell’Economia guidato dal verde Robert Habeck aveva presentato i primi piani a maggio, incontrando la ferma opposizione dei liberali e dello stesso cancelliere Olaf Scholz, ma il plauso di larga parte del mondo industriale. Dopo mesi di confronto, ora il compromesso che ha aperto alla soluzione.
Dopo il raggiungimento dell’accordo i partiti hanno cercato di dipingere la soluzione di compromesso come un proprio successo. Il ministro delle Finanze Christian Lindner (Fdp), che si era a lungo opposto al piano del prezzo sovvenzionato all’industria, ha dichiarato: “Tutte le misure sono finanziate nel quadro del freno al debito”.
Anche il capogruppo dell’Fdp Christian Dürr ha parlato di un “grande colpo”, affermando che è più sensato ridurre le tasse invece di compensare le tasse elevate con sussidi. “Un prezzo industriale dell’elettricità avrebbe assorbito enormi quantità di denaro dei contribuenti senza far scendere i prezzi nel lungo periodo”, ha detto Dürr, “alla fine, le piccole imprese e i consumatori privati avrebbero dovuto pagare tale misura con le loro tasse”.
Il cancelliere Olaf Scholz (Spd) ha parlato dal canto suo di “ottime notizie” per la Germania come sede industriale. “Stiamo riducendo radicalmente la tassa sull’elettricità, stabilizzando le tariffe di rete e continuando la compensazione dei prezzi dell’elettricità, in modo che le aziende possano affrontare meglio gli attuali prezzi dell’elettricità”, ha detto Scholz, “le aziende hanno ora una sicurezza di pianificazione per il prossimo futuro”.
LE REAZIONI DEL MONDO INDUSTRIALE
Più articolate le reazioni arrivate dal mondo industriale. I rappresentanti delle industrie ad alta intensità energetica si sono dichiarati insoddisfatti e speravano in qualcosa di più. “Il pacchetto risolve solo una piccola parte dei problemi e mancano ulteriori sgravi per una maggiore competitività”, ha detto Wolfgang Große Entrup, amministratore delegato dell’Associazione tedesca dell’industria chimica (VCI).
Per la presidente dell’Associazione delle imprese familiari Marie-Christine Ostermann, invece, il giudizio è positivo: “Il pacchetto è un passo in avanti, la riduzione della tassa sull’elettricità al livello minimo europeo e la sua estensione a tutte le aziende manifatturiere sarà un vantaggio per il polo industriale della Germania”.
Anche Thilo Schaefer, economista dell’Istituto economico tedesco (IW), ha accolto con favore il pacchetto sui prezzi dell’elettricità e prevede effetti positivi sia per le aziende che per l’economia. “L’economia è stagnante e le aziende stanno lottando con gli orrendi costi dell’elettricità da quasi due anni. Rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, ad esempio, la Germania soffre prezzi più alti. La riduzione della tassa sull’elettricità arriva quindi al momento giusto”, afferma Schaefer, “nel breve termine, la pressione dei costi sull’economia sarà in qualche modo alleggerita, ma la sicurezza della pianificazione a lungo termine rimane incerta”. Ci si chiede tuttavia – ha concluso l’economista dell’IW – se la proroga della compensazione dei prezzi dell’elettricità per altri cinque anni sarà sufficiente a incentivare gli investimenti e a garantire la competitività a lungo termine dell’industria tedesca.
Le critiche più accese arrivano invece dal comparto delle PMI, le aziende che utilizzano meno energia e che rischiano di pagare il conto del consumo delle più grandi. Christoph Ahlhaus, responsabile dell’associazione BVMW per le piccole e medie imprese, ha infatti criticato le misure del governo e ha chiesto miglioramenti significativi. “È solo una goccia nel mare e non porterà agli effetti desiderati”, ha detto Ahlhaus, sottolineando anche che “non è chiaro” in che misura le medie imprese debbano essere prese in considerazione nella compensazione dei prezzi dell’elettricità.
“C’è il rischio che l’ampiezza delle medie imprese non benefici del pacchetto del governo federale sui prezzi dell’elettricità, il che minaccerà la loro esistenza”, ha concluso Ahlhaus, aggiungendo che dal testo governativo sono state escluse anche le garanzie di salvaguardia delle sedi degli impianti, che il governo federale doveva richiedere come prerequisito per gli aiuti: “Solo così la Germania potrà rimanere un centro economico e produttivo”.
COSA PENSA FEDERACCIAI
Non mancano infine le preoccupazioni espresse da parte di settori industriali di altri paesi europei. Antonio Gozzi, presidente della Federacciai, ha sostenuto che tale pacchetto, e in particolare la misura del taglio alle tasse per l’energia, configuri un attacco al paradigma del mercato unico europeo. Il pacchetto tedesco “è destinato a cambiare per sempre la competitività relativa tra le manifatture dei diversi paesi, danneggiando enormemente l’industria italiana”, ha detto Gozzi all’Ansa, “nessuna impresa è in grado di investire sul futuro dell’attuale quadro incerto nazionale e considerando lo svantaggio competitivo subito”.