Nei giorni scorsi Gazprom ha chiuso il gas all’Austria dopo 50 anni di erogazione. La notizia della possibile interruzione di fornitura di gas russo era già emersa a metà della scorsa settimana.
GAZPROM PERDE UNA CAUSA IN TRIBUNALE
Ciò è avvenuto dopo che OMV, la principale compagnia petrolifera e del gas in Europa centrale, ha vinto una causa contro Gazprom ottenendo un risarcimento di 230 milioni di euro. OMW ha annunciato di voler recuperare la somma trattenendo i pagamenti per il gas previsti dal contratto, perché non si aspetta un pagamento diretto dalla compagnia russa.
“Gazprom è al corrente della nostra decisione e siamo pronti a qualsiasi evenienza”, ha dichiarato Alfred Stern, amministratore delegato di OMV. Questa notizia ha subito causato un aumento del prezzo del gas del 4%, alimentato dai rischi per le forniture e dalle crescenti tensioni legate all’inizio della stagione invernale.
IL GAS RUSSO IN AUSTRIA
Per oltre 50 anni, il gas russo ha alimentato l’industria e i consumatori domestici austriaci. L’Austria ha mantenuto stretti legami energetici con la Russia, rinnovando nel 2018 un contratto a lungo termine fino al 2040. Tuttavia, dopo l’invasione russa in Ucraina, la maggior parte dei paesi europei ha ridotto la dipendenza dal gas russo, con eccezioni come l’Ungheria, la Slovacchia e, fino a poco tempo fa, l’Austria.
Le forniture dirette sono ufficialmente cessate sabato 16 novembre. Il giorno precedente, il cancelliere Karl Nehammer ha tenuto una conferenza stampa per rassicurare sul fatto che ci fossero alternative affidabili: “Non permetteremo a nessuno, nemmeno al presidente russo, di ricattarci o metterci in ginocchio”, ha affermato. Secondo OMV, le riserve interne di gas, riempite per oltre il 90%, sono sufficienti a soddisfare la domanda di tutti i clienti. Anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha accusato Putin di usare nuovamente il gas come arma di ricatto. Tuttavia, ha rassicurato che i depositi di gas in tutta l’UE sono pieni e i paesi europei sono pronti per l’inverno.
Le forniture russe verso l’Austria avvenivano tramite il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod attraverso l’Ucraina. Questo percorso potrebbe essere chiuso, dato che Kyiv non intende rinnovare il contratto di transito con Gazprom. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha definito questa decisione una svolta: “L’era dell’Europa dipendente dal gas russo è finita. È tempo di eliminare completamente i proventi energetici russi che finanziano la guerra”, ha scritto il ministro sui social.
TRANSITO DALL’UCRAINA E IMPATTO SUI PAESI EUROPEI
Nonostante gli annunci di interruzione delle forniture dirette, il transito del gas russo attraverso l’Ucraina non ha subito grandi variazioni. Gazprom ha comunicato che le richieste di trasporto sono rimaste stabili a circa 42 milioni di metri cubi al giorno, cifra confermata anche dagli operatori slovacchi e ucraini. Anche se OMV non riceve più gas direttamente, altre compagnie europee potrebbero acquistarlo e rivenderlo, inclusa la stessa OMV.
Ad esempio, secondo Bloomberg, la compagnia slovacca Slovensky Plynarensky Priemysel continua a ricevere gas russo. Inoltre, alcuni paesi, come la Repubblica Ceca, hanno ripreso l’importazione di gas russo indirettamente, attratti dai costi più bassi rispetto al transito da altre rotte. Questa scelta economica ha aumentato la quota di gas russo nelle forniture ceche fino al 74% nell’ultimo trimestre del 2024.
Le forniture di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina si sono relativamente ridotte. Lo scorso anno si sono attestate a circa 15 miliardi di metri cubi, pari solo all’8% dei flussi di picco registrati su tutte le rotte negli anni 2018-2019. La Russia ha impiegato diversi decenni per consolidare la sua quota nel mercato europeo del gas, che al suo apice raggiungeva il 35%. Tuttavia, dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina nel 2022, l’Unione Europea ha ridotto al minimo la dipendenza dal gas russo, redistribuendo tale quota tra Norvegia, Stati Uniti e Qatar. Il gas che arriva in Europea attraverso l’Ucraina, entra da Uzhgorod a ridosso del confine slovacco. Il punto di ingresso nella rete ucraina si trova invece a Sudzha, nella regione russa di Kursk, recentemente conquistata dalle Forze Armate ucraine.
PAESI EUROPEI MAGGIORMENTE BENEFICIARI DI GAS RUSSO
Circa 3 miliardi di metri cubi di gas vengono forniti alla Slovacchia, di cui due terzi vanno all’Ungheria e il resto (fino a qualche giorno fa) all’Austria. Le rotte alternative, come il gasdotto Yamal-Europa attraverso la Bielorussia e Nord Stream attraverso il Mar Baltico, sono chiuse. Gli unici altri percorsi operativi rimangono il Blue Stream e il Turkish Stream attraverso il Mar Nero. La Turchia trasferisce parte del gas che riceve in Europa, soprattutto in Ungheria.
Nonostante i volumi relativamente piccoli di transito, questa questione rimane una patata bollente per l’Unione Europea, in particolare per le posizioni di Slovacchia e Ungheria, paesi con stretti legami con Mosca, che contrastano l’approccio comune dell’UE. Entrambi i paesi affermano che si tratta del combustibile più economico e accusano i vicini europei di imporre tariffe di transito elevate per le forniture alternative.
I GUADAGNI DELL’UCRAINA
L’Ucraina guadagna circa 1 miliardo di dollari all’anno dal transito di gas russo. Secondo le stime di Reuters, la Russia ottiene più di 3 miliardi di dollari di profitto dalla vendita di gas attraverso l’Ucraina. La parte russa sembra interessata a prolungare il contratto, ma Kyiv ha ripetutamente dichiarato che non ci sarà alcun accordo diretto e che l’obiettivo è privare Mosca delle fonti di finanziamento della guerra. Il contratto scadrà il 31 dicembre 2024.
Senza la rotta ucraina, Gazprom potrebbe fornire combustibile attraverso il Turkish Stream a Bulgaria, Serbia o Ungheria. Tuttavia, la capacità di questo gasdotto è limitata.