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Industria

Perché l’Italia rischia una crisi industriale senza il gas russo

A marzo si è verificato un altro pesante calo dei consumi industriali di gas, a segnalare la situazione drammatica in cui versa l’economia italiana. L'analisi di Sergio Giraldo.

 

“Tutti si chiedono: cosa posso fare? Potete fare due cose: controllate le vostre docce e quelle dei vostri figli adolescenti. E quando chiudete il rubinetto dite: Prenditi questa Putin!”.

Questa è la traduzione di quanto ha dichiarato qualche giorno fa il Commissario europeo per la concorrenza, la danese Margrethe Vestager, durante un evento pubblico. L’alto funzionario stava rispondendo ad alcune domande sulle sanzioni europee alla Russia, che potrebbero presto riguardare anche le forniture energetiche.

Cosa saranno mai, qualche doccia tiepida e un maglione in più? Quello di infantilizzare l’opinione pubblica, trattando i cittadini da bimbi bisognosi di favole della buonanotte, è uno stile molto in voga a Bruxelles. Lo sconfortante livello di analisi del burocrate, non eletto dunque irresponsabile, corrisponde al tentativo in atto di minimizzare le conseguenze che si avrebbero dalla decisione unilaterale di rinunciare dall’oggi al domani agli idrocarburi russi.

Naturalmente le cose non stanno così. I consumi civili sono solo una parte dei consumi di gas. Dei 76 miliardi di mc consumati in Italia nel 2021, il settore civile ha assorbito 33,3 miliardi di mc (pari al 43% del totale, concentrati nei mesi da ottobre a marzo), la produzione termoelettrica 26 miliardi (34%) e l’industria 14 miliardi di metri cubi (18,3%).

Il rischio maggiore per il nostro paese sta proprio in questi ultimi: un calo dei consumi industriali significa infatti recessione economica. Con l’applicazione alla Russia delle sanzioni sul settore energetico, i prezzi salirebbero ulteriormente e verrebbero a mancare circa 1,8 miliardi di metri cubi di gas al mese. A quel punto il governo dovrà decidere se riempire gli stoccaggi in vista dell’inverno o tagliare i consumi del comparto industriale, cosa che provocherebbe una grave recessione economica.

Peraltro, è ciò che già sta accadendo sotto i nostri occhi. A marzo si è verificato un altro pesante calo dei consumi industriali di gas, a segnalare la situazione drammatica in cui versa l’economia italiana. Dopo il -9.3% di febbraio, il mese di marzo ha fatto registrare un preoccupante -10.3%. Nei 31 giorni appena terminati l’industria italiana ha consumato 1,18 mld mc di gas, circa 130 mln di mc in meno rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo trimestre, l’arretramento del consumo industriale rispetto allo stesso periodo del 2021 è dell’8,1%.

L’effetto di distruzione della domanda dato dai prezzi proibitivi del gas continua a materializzarsi. Che sia proprio questa la causa del calo dei consumi non v’è dubbio, se osserviamo le altre due componenti del consumo, cioè quella civile e quella termoelettrica. La prima è cresciuta del 4,2% e la seconda ben del 12.9%. I consumi che sono aumentati sono quelli essenziali incomprimibili (riscaldamento domestico) e quelli che riescono a ribaltare a valle integralmente l’alto prezzo del gas (produzione di energia elettrica). Infatti, il PUN medio del mese di marzo è risultato il più alto di sempre, pari a 308 €/MWh. L’industria invece, a causa dei prezzi insostenibili della materia prima, ha dovuto ridurre, rimandare o fermare del tutto alcune lavorazioni.

Il consumo totale del mese di marzo, che è stato di 8 mld di mc, è stato soddisfatto per 6.3 mld mc dall’import, per 0,2 mld dalla produzione nazionale e per 1,5 mld mc dalle erogazioni dagli stoccaggi, valore altissimo e superiore del 30% alle erogazioni del marzo 2021. Si arriva così alla fine del periodo invernale con il livello residuo degli stoccaggi attorno ai 5,6 mld di mc, corrispondenti al minimo storico (fatta eccezione per il 2006, anno in cui si intaccarono le riserve strategiche per via della prima guerra del gas tra Russia e Ucraina). Il nostro paese ha un profilo annuale di consumo molto legato alla curva termica, ma la curva del consumo è diversa da quella del fabbisogno. L’Italia ha un consumo minimo di 4 mld di mc/mese, cui vanno aggiunti circa 2,5 miliardi di mc/mese che d’inverno coprono la curva di consumo termico e d’estate vanno a riempire gli stoccaggi. Il sistema gas Italia nel suo complesso ha cioè sempre bisogno di 6,5 mld di mc di gas al mese dall’importazione. Affermare che con l’estate il fabbisogno diminuisce è errato: quello che diminuisce d’estate è il consumo, ma il fabbisogno del sistema è costante.

(Estratto di un articolo pubblicato sul quotidiano La Verità)

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