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Prodi

Le tesi choc di Franco Prodi sul climate change

"Nel caso del 'riscaldamento globale' non si manifestano ancora compiutamente le gravi conseguenze delle scelte di fondo dell'umanità", ha scritto il climatologo Franco Prodi. L'articolo di Domenico Cacopardo per ItaliaOggi.

«… Dal 1988, anno di costituzione dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), è iniziata una interazione fra Nazioni Unite e scienziati nominati dai 194 governi dei paesi che devono coordinare i rispettivi servizi metereologici …. il risultato è che viene riposta fiducia nei modelli numerici. Ma in questi è ignorata la fisica … che studia l’interazione della radiazione, solare e terrestre, con particelle, goccioline e cristalli di nube. La radiazione in atmosfera … è il cuore del sistema climatico … i risultati dei modelli sono quindi solo scenari privi di attendibilità. La continua reiterazione su tutte le piattaforme e media del mantra «lo dice la scienza» e «il 98 per cento del riscaldamento è causato dall’uomo» (macché variabilità solare o effetto gravitazionale degli altri pianeti, tutte sciocchezze) … viene privilegiata la pseudoscienza pilotata dalla politica e dalla finanza mondiali … nel caso del ‘riscaldamento globale’ non si manifestano ancora compiutamente le gravi conseguenze delle scelte di fondo dell’umanità, già operanti nella colpevolizzazione dei bambini delle scuole, nell’abbandono immediato di punti di forza economici, con conseguente dilagare della povertà, nella perdita di democrazia a favore dell’attuale imperante dittatura dei giornalisti e dei media consociati …».

Chi ha scritto queste parole e le altre che citeremo più avanti? Un negazionista del rango di coloro che negano l’Olocausto, un reazionario trumpiano incapace di comprendere la situazione, un leghista impenitente che non si discosta di un millimetro dalle affermazioni rutilanti del “capo” Salvini?

No, cari lettori.

Si tratta semplicemente di Franco Prodi, ricercatore del Cnr dal 1967 al 1987 per le ricerche atmosferiche, applicatosi alla materia nel Centro nazionale degli studi atmosferici degli Stati Uniti, docente di fisica, termodinamica e geofisica nell’Università di Modena, e poi in quella di Ferrara docente di fisica dell’atmosfera. Insomma, uno scienziato e uno specialista dei fenomeni che oggi sono all’attenzione di tutti.

E le citazioni sono tratte da un suo articolo su Il Foglio del 27 luglio. La questione più importante, sollevata dal prof. Prodi, riguarda il pacchetto di misure che sono state immaginate, proposte e in qualche caso in corso iniziale di attuazione e le loro conseguenze sugli assetti economici e sociali degli stati coinvolti.

Per esempio, gli indirizzi che emergono dall’Unione europea possono avere effetti devastanti soprattutto per l’esigenza, manifestatasi a Bruxelles, di una loro attuazione accelerata.Un approccio teorico parziale, incapace di cogliere la realtà e la complessità del tema climatico che può rovinare -anzi rovinerà- tra le altre l’economia italiana, se non prevarrà la ragionevolezza e la cautela.

Nel filone calvinista sul clima, s’è iscritto honoris causa il presidente Sergio Mattarella che, proprio il giorno dopo, si è esibito in una intemerata (mai visto in passato, durante il primo settennio, quando egli era, anche troppo, la cautela personificata) in materia di cambio climatico, paragonabile all’orazione di un estremista climatico.

Ecco, signor presidente Sergio Mattarella, avrebbe fatto bene a leggere il pezzo del prof. Prodi prima di pronunciarsi in termini così decisi sulla questione climatica. La responsabilità dei governi, infatti, è quella di introdurre gradualità estrema e cautela nell’adottare provvedimenti che possano far saltare il banco economico-sociale del Paese, producendo una povertà che ritenevamo di avere debellato. A prescindere dalla dannosa baggianata grillina del reddito di cittadinanza.

Franco Prodi, in questa occasione ha dedicato qualche pensiero alla politica italiana e in particolare a un personaggio: per dovere di cronaca riferiamo tutto.

«… l’esaltato Angelo Bonelli vuole mettermi in gattabuia. Ma io devo ringraziarlo per due ragioni. La prima è che l’ottusità, per non dire di peggio, esce finalmente allo scoperto nella sua riconoscibile interezza. Così in grandi cervelli, i super-intelligenti finalmente capiranno a che punto di bassezza la loro ignavia, omertà e conformismo hanno portato il paese e non solo. La seconda ragione per ringraziarlo è che mi costringe ancora una volta a precisare il mio pensiero sul clima, ma da scienziato, nel senso che sì sono negazionista, ma solo nel senso che lui e i suoi accoliti siano persone assennate …»

L’onorevole Bonelli, che io conobbi quando frequentava l’on.le Mario Segni (e non ripeto l’espressione che usava per lui Ciriaco De Mita) che godeva di una immeritata popolarità per avere introdotto la prima zeppa che fece saltare il sistema costituzionale dando il via alla seconda Repubblica, è colui che ha lanciato l’idea di introdurre il reato di “negazionismo climatico” ed è quindi tra quelli che con il radicalismo intransigente vorrebbero condurci al disastro di una accelerata applicazione di normative estreme non sostenute dell’evidenza scientifica.

Da notare che Bonelli questa volta (la seconda) è entrato in Parlamento solo perché la nota Elly Schlein ha definito l’accordo elettorale con il suo partito. Non aggiungo altro. Ma voglio ringraziare il prof. Franco Prodi per il coraggio civile manifestato anche in questa occasione. Come sempre nella storia dell’uomo è l’idea divergente, il rifiuto del conformismo a favore dell’idea scientifica, che ha portato avanti la civiltà e le conoscenze. Galileo Galilei è lì a dimostrarlo.

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