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Non solo Asia: tutte le manovre della Francia sul nucleare

Per la Francia il nucleare è sempre più un’opportunità da sfruttare politicamente, sia in Asia che in Europa. Ecco i dettagli sulle ultime mosse di Macron

Il nucleare può essere visto in diversi modi. Banalizzando, per alcuni è una minaccia o un inutile spreco di soldi, per altri un mezzo essenziale e un investimento a lungo termine. Per la Francia sembra sempre più un’opportunità da sfruttare politicamente, soprattutto negli ultimi mesi. Specie per via di un possibile disimpegno statunitense dal continente europeo, Parigi – ed Emmanuel Macron – si sta muovendo lungo diverse direttrici. L’obiettivo è far fare uno scatto in avanti alla propria capacità nucleare, civile e militare.

ACCORDI SUL NUCLEARE IN ASIA

Le più recenti sono le novità in ambito economico. Che però nascondono spesso fini più politici, o geopolitici se si vuole utilizzare un termine abusato. Il presidente francese Macron in queste ore è infatti volato ad Hanoi, in Vietnam, per rinsaldare quel legame tra Parigi e la sua vecchia colonia. Nella prima tappa del suo tour nel sud-est asiatico, ha stretto diversi accordi economici e in materia di difesa. I due paesi hanno anche firmato un’intesa sulla cooperazione nel settore dell’energia nucleare. Un modo, per Parigi, di promuovere il nucleare civile francese e di cercare di infilarsi negli spazi lasciati da Cina e Usa nella regione.

L’ALLINEAMENTO CON LA GERMANIA

La Francia, di recente, ha poi incassato un altro successo grazie alla decisione della Germania di considerare in ambito europeo l’energia nucleare come energia pulita e rinnovabile. Un nodo che divideva Parigi e Berlino da tempo, su cui però il nuovo governo di Friedrich Merz sembra essere intenzionato a far cadere il veto tedesco. Ed è un segnale del riavvicinamento della Germania alla Francia per quanto riguarda la politica energetica. Per Parigi è fondamentale, visto che circa il 70% dell’energia francese deriva dal nucleare e dagli oltre 50 reattori presenti nel paese, numeri su cui l’Eliseo punta molto.

Una parte dei reattori è vecchia e obsoleta, il sistema ha bisogno di un rinnovamento importante, oltre che di una manutenzione ordinaria. Ma non a caso negli ultimi mesi la Francia ha imboccato un percorso preciso, decidendo di finanziare l’Edf per la costruzione di sei nuovi reattori, il cui primo dovrebbe iniziare nel 2027.

L’INTESA CON LA POLONIA

Macron non guarda solo al sud-est asiatico. Tutt’altro. Gli occhi dell’Eliseo sono ben piantati verso l’Europa. L’accordo stretto poche settimane fa a Nancy tra Parigi e Varsavia ne è una conferma. Un patto che prevede una maggiore integrazione proprio nel settore dell’energia nucleare e un dialogo di alto livello sulle questioni di carattere civile attorno all’atomo. Anche in questo caso con la Francia che mira “a esportare il suo know-how nucleare” in Europa, ha scritto Reuters. L’accordo con la Polonia, però, va oltre. È presente, infatti, una clausola che “apre alla possibilità di cooperazione” riguardo la deterrenza nucleare, come chiesto da Varsavia.

IL CAPPELLO NUCLEARE FRANCESE IN EUROPA

Ormai è noto. La Francia negli ultimi mesi ha messo sul piatto la disponibilità di estendere il suo ombrello nucleare al resto d’Europa, in un momento in cui gli Usa di Donald Trump non forniscono più le garanzie necessarie alla sicurezza del continente. E il dibattito si sta sviluppando velocemente, visto che all’offerta di Macron sono seguite aperture più o meno timide di diversi paesi, come la Polonia, i Baltici ma anche la Germania.

Tra gli annunci fatti dal presidente Macron, c’è anche quello di essere pronto a dispiegare alcune delle armi nucleari francesi in altri paesi in Europa. Un po’ come fanno gli statunitensi da decenni. Un’iniziativa che avrebbe però condizioni precise, tra cui il fatto che le armi sarebbero sempre sotto il controllo esclusivo della Francia e che Parigi “non dovrà pagare per la sicurezza di altri”.

Al netto di possibili dispiegamenti altrove, intanto, l’Eliseo si prepara a rafforzare le sue basi aeree. Come quella di Luxeuil-Saint-Sauveur, che sarà rimodernizzata per poter gestire il deterrente nucleare francese con i jet Rafale. Una base che dista meno di 200 chilometri dal confine con la Germania – altro segnale di come sia una mossa intrecciata al dibattito riguardo l’ombrello di sicurezza – e per cui la Francia spenderà circa 1,5 miliardi di euro nei prossimi 10 anni. Diventerà la quarta base aerea francese che ospiterà armi nucleari. E lo stesso Macron ha confermato l’ordine con Dassault Aviation per diversi nuovi aerei da combattimento Rafale, potenzialmente in grado di portare armi atomiche. Tutte mosse che, se si uniscono i puntini, fanno capire l’intento dell’Eliseo: assumere, o confermare, la propria leadership sul continente grazie alla sua capacità nucleare e alle sue 280 testate.

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