Skip to content

francia

Perché la Francia vuole fermare eolico e solare?

In Francia l'Assemblea nazionale ha votato a favore di una moratoria agli impianti rinnovabili - cioè eolico e solare - in modo da avere tempo per determinare il mix "ottimale" dal punto di vista economico e ambientale. Oggi il settore elettrico francese si regge sul nucleare.

In Francia la maggioranza dei deputati dell’Assemblea nazionale, cioè la camera bassa del parlamento, ha votato a favore di un emendamento che imporrebbe una moratoria a tempo indeterminato sui nuovi parchi eolici e solari, in modo da proibire l’autorizzazione e la messa in funzione di nuovi impianti alimentati con queste due fonti rinnovabili.

A CHI PIACE E A CHI NO LA PROPOSTA FRANCESE SULLE RINNOVABILI

La moratoria – che riguarda anche l’estensione delle licenze esistenti – resterà in vigore “per il periodo necessario alla realizzazione di uno studio indipendente, approfondito e obiettivo per determinare il mix energetico ottimale per la Francia sia dal punto di vista economico che ambientale”, si legge sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. L’interesse della Germania per la notizia si spiega con le opportunità economiche attese dalle aziende tedesche con il disegno di legge francese che definirà la politica energetica a medio termine, in vista poi del raggiungimento della neutralità climatica – cioè dell’azzeramento netto delle emissioni di gas serra – al 2050.

L’emendamento, gradito ai partiti di destra (come il Rassemblement National) ma criticato sia da quelli di sinistra che da quello presidenziale (ovvero Renaissance, fondato da Emmanuel Macron), è stato attaccato anche dai rappresentanti dell’industria rinnovabile: secondo l’organizzazione France renouvelables, infatti, la moratoria metterebbe a rischio ottantamila posti di lavoro.

IL MIX ELETTRICO DELLA GERMANIA

La fonte energetica dominante nel mix di generazione elettrica della Francia è il nucleare, con una quota del 67 per cento. L’eolico e il solare valgono appena il 12 per cento e i combustibili fossili il 6 per cento. Di contro, in Germania il mix elettrico è composto al 28 per cento dall’eolico, al 15 per cento dal solare e al 43 per cento dai combustibili fossili.

In Italia la quota di eolico e solare nel mix elettrico è del 22 per cento, quella dell’idroelettrico (un’altra fonte rinnovabile e pulita) del 19 per cento e quella dei combustibili fossili del 51 per cento.

L’AUMENTO DELLA DOMANDA DI ELETTRICITÀ IN FRANCIA

La Frankfurter Allgemeine Zeitung ha scritto, considerato che i nuovi reattori nucleari non entreranno in funzione prima del 2037, che la crescita della domanda elettrica francese nel medio termine – crescita legata alle automobili elettriche, alle pompe di calore, ai centri dati e alla produzione industriale – potrebbe venire coperta dai parchi rinnovabili, in attesa che la nuova capacità nucleare entri in funzione.

LA SITUAZIONE “OTTIMALE” TRA RINNOVABILI E NUCLEARE

Nella moratoria approvata dall’Assemblea nazionale si parla però del “mix energetico ottimale per la Francia sia dal punto di vista economico che ambientale”. Non si tratta di una precisazione casuale: con questa frase i deputati francesi hanno voluto mettere l’accento sui costi di sistema associati all’installazione di capacità rinnovabile. Gli impianti eolici e fotovoltaici producono energia in maniera discontinua (a seconda delle condizioni meteorologiche, cioè) e sono più numerosi e più “sparsi” sul territorio rispetto a poche centrali nucleari di grandi dimensioni. Di conseguenza, la rete elettrica dovrà farsi più capillare e più ampia oltre che più “robusta”, dotandosi di sistemi di stoccaggio energetico e di monitoraggio della domanda per gestire le fasi di surplus e di deficit di offerta durante la giornata.

Un mix elettrico dominato dalle rinnovabili intermittenti – non è il caso della Francia, comunque – potrebbe anche avere l’effetto negativo di far crollare i prezzi dell’elettricità in alcune ore della giornata, cioè in quelle dove c’è un forte eccesso di produzione rispetto alla richiesta. Una situazione di questo tipo potrebbe danneggiare la redditività di tutti i partecipanti al mercato elettrico ed eventualmente rendere necessaria il ricorso a sussidi statali.

Torna su