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Siot

Eni, Shell, Rosneft e non solo. Intesa Siot-Polizia contro il cybercrimine

Tutti i dettagli sull'accordo tra Polizia di Stato e Siot (Società Italiana per l'Oleodotto Transalpino controllata da Omy, Shell, Rosneft ed Ecofuel (Eni)

Gli ultimi film di James Bond lo insegnano: gli obiettivi dei terroristi nell’immediato futuro si sposteranno sempre più nel cyber-spazio. Le infrastrutture sensibili resteranno sempre quelle: la rete elettrica, idrica e gli oleodotti. Ma, invece di piazzarci bombe, saranno portati a segno attacchi informatici. Attentati senza vittime, che potrebbero ugualmente paralizzare una o più nazioni, lasciando sul terreno milioni di euro di mancati guadagni e di capitalizzazioni. E’ anche sulla base di questa premessa che nasce il recente accordo tra la Polizia di Stato e SIOT S.p.A (acronimo di Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino) parte del gruppo TAL, che gestisce sia il terminal portuale triestino sia la tratta italiana dell’Oleodotto Transalpino. Accordo “per il potenziamento dell’attività di prevenzione alla criminalità informatica attraverso la stipula di accordi con gli operatori che gestiscono tecnologie avanzate”.

L’ACCORDO TRA POLIZIA E SIOT

“L’intesa – si legge nella nota della Polizia di Stato – rappresenta una tappa significativa nel processo di costruzione di una collaborazione tra pubblico e privato: un progetto che, in considerazione dell’insidiosità delle minacce informatiche e della mutevolezza con la quale esse si realizzano, risulta essere strumento essenziale per la realizzazione di un efficace sistema di contrasto al cybercrime, basato sulla condivisione informativa e sulla cooperazione operativa”. Le parti interessate, lato Polizia di Stato, sono dunque il Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche e il Servizio polizia postale e delle comunicazioni.

COSA FA SIOT

La sinergia nasce dal delicato ruolo di SIOT S.p.A. e dalla necessità, ravvisata dallo Stato, di salvaguardare beni di interesse nazionale lasciati in gestione ad attori privati. SIOT è infatti una società attiva nel settore del trasporto dell’energia e delle infrastrutture presente nel Nord Est e gestisce, come accennato, il tratto italiano dell’Oleodotto Transalpino (il TAL, dal nome del Gruppo Tubi Acciaio Lombardia). L’Oleodotto Transalpino dal 1967 trasporta prodotti petroliferi greggi alle raffinerie dell’Austria, della Baviera e del Baden-Wurttenberg e, attraverso un sistema collegato, anche alla Repubblica Cea, contribuendo così all’approvvigionamento energetico di questi Paesi. Più nel dettaglio, il petrolio che viaggia nei 145 chilometri dell’oledotto ricopre il 100% del fabbisogno energetico della Baviera, oltre il 50% del Baden-Württemberg, il 90% dell’Austria e oltre il 30% della Repubblica Ceca.

PRIMO TERMINALISTA DEL PORTO DI TRIESTE

SIOT risulta poi essere primo terminalista del porto di Trieste. Il 9% del fatturato dell’azienda deriva proprio dall’ambito portuale, mentre il resto è collegato a prestazioni effettuate in Friuli Venezia Giulia per clienti austriaci e tedeschi. Dal 1967, anno in cui la prima petroliera attraccò, al 2019 sono state scaricate oltre 20mila navi (il traguardo è stato raggiunto lo scorso agosto) per un totale di 1,5milioni di tonnellate. Secondo uno studio commissionato dalla società alla MIB Trieste School of Management, infatti, in ambito strettamente portuale SIOT – si legge nel report, scarica oltre 40 milioni di tonnellate di greggio e gestisce circa 500 navi ogni anno rendendo il porto di Trieste il principale scalo petrolifero del Mediterraneo. Numeri che fanno della controllata del gruppo TAL il maggior generatore di traffico portuale dello scalo triestino.

CHI SONO I SOCI DELLA SIOT

Tra i soci di Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino, fondata nel 1964, parte del Gruppo TAL (a sua volta partecipato da 10 aziende petrolifere ed energetiche internazionali) si trovano alcuni degli attori principali del mercato energetico: Omv Refining & Marketing GmbH (25%), Shell Deutschland Oil GmbH (19% – Gruppo Shell), Rosneft Deutschland GmbH (11% – controllata dalla partecipata russa Rosneft), Ecofuel S.p.A. (10% – controllata del Gruppo Eni) e la cipriota C-Blue Limited (10% – Gunvor Group Ltd). SIOT attualmente occupa 580 persone tra lavoratori diretti e indotto.

IL CONTO ECONOMICO DELLA SIOT

Nel 2018 SIOT ha totalizzato un fatturato di 84,5 milioni di euro a fronte di ricadute su Friuli Venezia Giulia significative quantificate dal MIB tra i 246,9 e 282,3 milioni di euro. L’impatto indiretto è dato dalla somma degli acquisti generati dai fornitori di SIOT e presso il sistema economico regionale, come conseguenza della presenza e dell’attività della società (ma non da questa direttamente effettuati), e presenta un valore pari a 122 milioni. La somma dell’impatto diretto e indiretto, pari a 206,5 milioni, va per l’88% a vantaggio di realtà economiche in Friuli Venezia Giulia, il restante 12% crea valore nel resto d’Italia. Infine – si legge nel report – va aggiunto l’impatto indotto, che consiste nell’effetto sul territorio determinato dalle spese effettuate dai percettori di reddito da lavoro e da capitale, generato direttamente e indirettamente da SIOT. Tale impatto, calcolato tenendo conto delle sole spese effettuate dai percettori di reddito da lavoro, ha un valore compreso tra 40,4 e 75,8 milioni di euro. Numeri che fanno ben intendere perché la sua tutela sia di interesse strategico nazionale.

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