“Pur essendo un settore ancora labour intensive, come conferma la stessa crescita del numero dei dipendenti negli ultimi anni, il processo di digitalizzazione atteso porterà inevitabilmente l’emersione di esuberi e la necessità di rimodulare composizione e competenze della forza lavoro”.
E’ una delle considerazioni conclusive del rapporto del centro studi CoMar sulle società che operano in Italia nel settore energia come Eni, Enel, Snam, Terna, Edison e non solo.
Ecco numeri e confronti salienti del report.
I SEGNI POSITIVI
Tutti con il segno positivo i principali parametri del settore energia; complessivamente, tra 2018 e 2017, crescono fatturato (+ 9,2%), utili (+ 24,3%), numero dipendenti (+ 4,9%), ma anche debiti (+ 6,5%); 19 le quotate; forte presenza dello Stato azionista. E’ quanto emerge dall’analisi dei bilanci delle società dell’energia in Italia, realizzato dal centro studi CoMar, considerando le società, di diritto Italiano, che producono, distribuiscono e vendono elettricità e gas, ma anche petroli e carburanti.
I CONFRONTI
Giunto alla quarta edizione, lo studio confronta l’andamento anno su anno e nel quinquennio tra il 2014 e il 2018, evidenziando – si legge in una nota per la stampa – che:
- Il fatturato complessivo è stato di 291,5 miliardi di euro; in aumento di 24,5 miliardi (+ 9,2%) rispetto ai 267 del 2017; ma in diminuzione del 5% rispetto ai 306,9 miliardi del 2014;
- Il margine operativo netto è stato di 28,4 miliardi di euro; anch’esso in aumento, del 24,3%, ovvero di 5,6 miliardi, sui 22,8 miliardi del 2017; e in aumento del 22,8% rispetto ai 23,2 miliardi del 2014;
- dell’andamento dei suddetti valori ne ha risentito, in percentuale, il rapporto tra margine operativo netto e fatturato, che è risalito, passando dall’8,6% del 2017 al 9,7% del 2018; un dato ben superiore non solo al 7% registrato nel 2014, ma anche a quelli di ognuno degli ultimi quattro anni;
- gli addetti delle Società considerate sono aumentati, dai 174.054 del 2017 ai 182.584 di fine 2018 (+4,9%); e di oltre 12.000 unità (+7,1%), rispetto ai 170.463 del 2014;
- il fatturato per dipendente è stato di 1.596.824 euro nel 2018, in aumento rispetto ai 1.534.156 del 2017 e comunque inferiore sui 1.801.516 del 2014;
- i debiti finanziari, tra il 2017 e il 2018, si sono incrementati del 6,5%, crescendo di 8,8 miliardi, da 135,8 a 144,6 miliardi di euro; e lo stock complessivo è in aumento dell’4,29% anche sui 138,7 del 2014;
- il rapporto tra debiti finanziari e fatturato è stato del 49,6% nel 2018, sostanzialmente in linea con gli ultimi anni, ma comunque superiore al 45% del 2014;
le società dell’energia quotate sono 19.
LE CLASSIFICHE
Per quanto riguarda le classifiche delle singole aziende esaminate nello studio CoMar, sempre con riferimento ai bilanci 2018:
- Eni si colloca al primo posto per fatturato, superando Enel;
- nei primi dieci posti per fatturato, vi sono 7 società con il primo azionista Italiano e 3 società, sempre di diritto Italiano, ma controllate da holding estera; delle prime 10 nazionali, 8 sono a controllo pubblico;
- le maggiori società italiane dell’energia controllate da holding estera sono Esso Italiana, Edison, Kuwait Petroleum Italia, Tamoil Italia;
- le società con il migliore rapporto ‘mon su fatturato’ sono Snam, Terna, 2I Reti Gas;
- le società con il migliore rapporto ‘fatturato per dipendente’ risultano Edelweiss Energy Holding, GSE Gestore Servizi Energetici, Alpha Trading;
- le società con il migliore rapporto ‘debiti finanziari su fatturato’ sono Edelweiss Energy Holding, Estenergy, Fin.Re.
I FATTORI DI SUCCESSO
Lo studio evidenzia, inoltre, come la dimensione aziendale e la conseguente capacità di investimento e di relazionarsi con la base clienti, famiglie o imprese, sia sempre più un fattore di successo, in un quadro competitivo sfidante, anche considerando i processi di liberalizzazione e di sviluppo tecnologico in corso.
LE DIFFICOLTA’
“Alcune società, soprattutto nella fascia media del fatturato, considerando il quadro regolatorio dato, mostrano crescenti difficoltà nel proseguimento di percorsi virtuosi”, sottolineano i ricercatori.