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America

Energia: Trump rottama l’era Obama e il Nyt ruggisce

Come e perché il New York Times critica il presidente Trump in materia energetica e ambientale. L'articolo di Nunzio Ingiusto

Tutto lascia pensare che la guerra guerreggiata tra Donald Trump e il New York Times andrà avanti fino alle elezioni di novembre.

Dopo essere stato accusato dal Presidente di pubblicare solo fake news sulla diffusione del coronavirus negli Usa, il quotidiano va a testa bassa contro Trump anche per le sue scelte in campo ambientale. Non gli perdona (avendo dalla sua molta parte dell’opinione pubblica) le decisioni prese a danno di milioni di persone. Una controriforma che, diciamola tutta, aveva promesso durante la campagna elettorale.

Da due giorni è all’attenzione degli americani la lista di 100 leggi, pubblicata appunto sul Nyt, su cui Trump è intervenuto pesantemente, in peggio. 100 atti di cui solo 34 sono ancora in esame, mentre 64 sono stati modificati o annullati. Non deve avere fatto piacere al presidente leggere quell’elenco quando il Paese toccava la vetta di 48 mila morti e 100 mila contagiati. Inquinamento ambientale e diffusione del virus è una correlazione che molti americani ormai fanno apertamente. Forti degli studi di molte Università è dichiarazioni di esperti affidabili, sono preoccupati e sconcertati.

La lista delle leggi massacrate trae origine da una ricerca condotta dalla Harvard Law School e dalla Columbia Law School. Una ragione in più per far concludere agli osservatori che il coronavirus si sta trasformato in una ghiotta opportunità per Trump per azzerare tutto ciò che aveva fatto Obama a favore del clima.

Sotto accusa sono finiti anche l’Agenzia per la Protezione Ambientale (E.P.A.) e il Dipartimento degli Affari interni. Entrambi impegnati i questi anni ad applicare le direttive della Casa Bianca: ora sulle emissioni di gas serra, ora ad allargare le maglie per fare estrarre più gas e petrolio.

Nel lungo elenco-ghigliottina spicca la sostituzione del Clean Power Plan di Obama. Una legge decisiva nella lotta ai cambiamenti climatici, che stabiliva tetti federali alle emissioni di carbonio, ma dava anche potere ai singoli Stati di fissare limiti migliori. Con ciò è stato possibile togliere alla California la possibilità di porre tetti più forti ai gas serra, suscitando malumori e proteste. Trump non molla e tra le leggi riviste si notano ancora la revoca dell’ordine esecutivo di Obama per ridurre i gas serra del 40% in dieci anni e l’obbligo per le autorità federali di controllare gli scarichi delle auto sulle autostrade federali. In sospeso restano alcuni provvedimenti sull’acqua, sulla flora, sulla fauna, sui grandi parchi, ma fino a novembre c’e tempo. I timori per una inarrestabile deregulation ci sono tutti.

Gli americani nei prossimi cinque mesi potranno giudicare un Presidente le cui decisioni non solo contrastano con quelle di Greta Thunberg, ma stanno facendo tornare indietro l’America “agli anni ’60-70, prima della presidenza Nixon” ha commentato Douglas Brinkley, professore esperto di ambiente, della Rice University di Houston. Novembre arriverà. Intanto l più grande quotidiano d’America ha già scelto come arrivarci.

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