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Cop24

Energia e clima, che cosa è stato deciso alla Cop24

L'articolo di Luigi Pereira

 

La comunità internazionale ha dato il via libera agli strumenti che daranno vita all’accordo di Parigi, ma senza impegnarsi a fare di più e a contrastare più rapidamente il riscaldamento globale nonostante l’urgenza e i disastri che si scatenano in tutto il mondo.

I Paesi partecipanti alla Cop24 a Katowice hanno dunque trovato a fatica e in extremis un’intesa sulle regole di attuazione dello storico accordo di Parigi sul clima.

CHE COSA E’ SUCCESSO ALLA COP24

Dopo 13 giorni di negoziati estenuanti, i delegati di quasi 200 Stati si sono accordati su un set di regole comuni per tentare di tradurre in realtà gli impegni presi tre anni fa nella capitale francese, quando si impegnarono a mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, puntando a limitarlo a 1,5 C.

I PRIMI COMMENTI

“E’ stata una strada lunga, abbiamo fatto del nostro meglio per non lasciare indietro nessuno”, ha commentato il presidente della Cop24, Michal Kurtyka, presentando il pacchetto di decisioni.

SPERANZE E RISULTATI

Molte delegazioni, in particolare gli Stati insulari vulnerabili, speravano che per la 24esima conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP24), i Paesi promettessero di aumentare gli impegni di riduzione del gas serra entro il 2020. In un contesto geopolitico sfavorevole, gli Stati hanno invece principalmente lavorato per completare le regole che consentiranno l’attuazione dell’accordo di Parigi.

PREPARATIVI E OBIETTIVI

Preparato per tre anni e finalizzato negli ultimi 14 giorni – e poche notti – di negoziazioni tese, il “Rulebook”, un “manuale” di cento pagine, definisce i dettagli per il monitoraggio delle azioni di ciascun Paese. La flessibilità è stata garantita ai Paesi in via di sviluppo.

IL COMMENTO DELLA SPAGNA

Questo Rulebook “è abbastanza chiaro per rendere operativo l’accordo di Parigi e questa è una buona notizia”, ha dichiarato il ministro spagnolo dell’Ambiente Teresa Ribera. “Nelle circostanze attuali, continuare a costruire è già un successo”, ha aggiunto, anche se le sarebbe piaciuto che venissero lanciati “messaggi molto più forti”.

LA REAZIONE DEGLI AMBIENTALISTI

Gli Stati “hanno fatto progressi, ma ciò che abbiamo visto in Polonia è una fondamentale mancanza di comprensione dell’attuale crisi”, ha detto Manuel Pulgar-Vidal, del WWF, ricordando che l’IPCC prevede solo 12 anni per agire. “Questa mancanza di risposta alla relazione di Giec è scioccante”, dice Jennifer Morgan di Greenpeace: “Non puoi più incontrarti e dire che non puoi fare di più!”. La decisione finale della COP si limita a “ripetere la richiesta di aggiornamenti” degli impegni entro il 2020, già formulata nell’accordo di Parigi. Per Morgan è necessario “insistere sull’urgenza di una maggiore ambizione”, senza un calendario.

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