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Edp

Energia, ammazza quanto spende la portoghese Edp in lobbying

Obiettivi, numeri e curiositĂ  sull'azienda portoghese Edp molto attiva anche in Italia nel fotovoltaico

 

L’azienda portoghese Edp lavora da anni in diversi paesi, Italia compresa, dove è molto attiva soprattutto nel settore del fotovoltaico. In poco tempo la societĂ  si è conquistata un’importante fetta del mercato nostrano e non solo e questo anche attraverso un forte investimento “che comprende contributi ad associazioni ma anche attivitĂ  di lobbying fatte direttamente”. Lo mostra il rapporto e i conti 2022 del gruppo Edp di un mese fa, secondo quanto si legge sul sito portoghese di informazione Expresso50.

COSA FARA’ EDP IN ITALIA

Nel nostro paese la divisione rinnovabili di Edp ha deciso ultimamente di investire 1 miliardo di euro nel piano 2023-26, costruendo impianti fotovoltaici ed eolici per 800 MW di capacitĂ , tutti nel centro e nel sud per raggiungere complessivamente 1,2 GW installati tra tre anni.

LA MAPPA DEL GRUPPO EDP

Il gruppo è attivo in 29 paesi e gestisce al momento 9 milioni di clienti in tutto il mondo. Nelle ultime settimane ha lanciato la sua prima campagna pubblicitaria in Italia: si tratta di “Sistema Solare EDP”, l’offerta integrata di energia solare che non richiede alcun investimento iniziale e che permetterà alle aziende di ridurre la bolletta energetica fino al 30%. Consiste, insomma, in un’offerta integrata di pannelli solari, batterie e un sistema di monitoraggio. Segnale di un deciso interesse nell’investire nel nostro mercato.

SEI MILIONI DI EURO I COSTI DI LOBBYING IN TUTTO IL MONDO

D’altronde, “nell’anno 2022, i costi di rappresentanza degli interessi sono stati di circa 6 milioni di euro, in particolare per quanto riguarda la decarbonizzazione dell’economia, la mobilità elettrica, l’efficienza energetica e la sicurezza degli approvvigionamenti”, si legge nel documento di rendiconto che Edp ha inviato alla Commissione per il mercato dei valori mobiliari, l’equivalente della nostra Consob.

La maggior parte delle spese di Edp si basa su contributi versati ad associazioni di settore che servono a difendere gli interessi specifici di alcune aree, sebbene il conto includa anche l’attività di lobbying svolta direttamente dall’azienda elettrica a Bruxelles, negli Stati Uniti d’America o in altre aree geografiche, specifica il sito portoghese.

SPESE PER QUESTIONI RELATIVE A GREEN DEAL IN PRIMO PIANO

Secondo Edp, “l’attività di advocacy con le principali associazioni nazionali del settore energetico (Unesa, Eurelectric, American Wind Energy Association e TDA) si è concentrata principalmente su questioni relative al Green Deal (Patto ecologico europeo) e alla progettazione del mercato, ai piani nazionali per l’energia e il clima degli Stati membri e alla biodiversità nel suo complesso”, evidenzia ancora l’articolo.

SPESE DI LOBBYING +20% RISPETTO AL 2021

Le spese hanno superato di oltre il 20% quelle dell’anno precedente. Nella relazione e nei conti del 2021, Edp aveva indicato che “i costi relativi all’attività di rappresentanza degli interessi esercitati si avvicinavano ai 5 milioni di euro”, e i temi centrali di questa attività erano gli stessi individuati per il 2022.

GLI USA AL PRIMO POSTO NELLE SPESE DI LOBBYING

Per quanto riguarda l’anno scorso, Edp non specifica dove ha speso i 6 milioni di euro, anche se ipotizza che gli Stati Uniti d’America siano uno dei mercati in cui sviluppa gli sforzi per difendere i propri interessi, in particolare attraverso contributi all’organizzazione America Energy Action e partnership con “organizzazioni con obiettivi sociali o ambientali”, si legge su Expresso50.

Il gruppo ammette anche che la sua filiale negli Stati Uniti “ha consulenti di lobbying che operano con il governo degli Stati Uniti e in alcuni Stati americani”, ma a questi è “vietato dare contributi a partiti o candidati politici”.

UNA FETTA ANCHE NELLA SENSIBILIZZAZIONE DELLE ISTITUZIONI UE

Edp ha dichiarato inoltre che l’anno scorso “ha cercato di sensibilizzare i vari stakeholder nel contesto delle istituzioni europee (Consiglio europeo, Parlamento europeo e Commissione europea) su una serie di questioni centrali per la sostenibilità nel campo dell’energia, sia in modo proattivo che nell’ambito di consultazioni pubbliche”.

D’altronde si legge ancora nella relazione e nei conti di Edp citata dal sito portoghese, “la crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha imposto dibattiti pubblici europei sulla progettazione e la concessione delle licenze del mercato, che hanno rivelato l’impegno del gruppo Edp di fronte alle principali associazioni settoriali europee, ovvero Eurelectric, WindEurope, Solar Power Europe ChargeUp Europe, European Distribution System Operators (E.DSO) e European Federation of Energy Traders (EFET)”.

Mentre nel registro della trasparenza della Commissione europea, “si può notare che Edp segnala l’esistenza di tre persone addette alla rappresentanza dei propri interessi a Bruxelles, con costi annuali tra i 100 e i 200 mila euro”, si legge ancora nel sito portoghese che spiega come nell’ultimo documento pubblicato su quella pagina della Commissione indica, ad esempio, che “il 26 ottobre 2022 Edp ha incontrato il commissario europeo per l’energia, Kadri Simson, per l’acquisto congiunto di gas, e già nel 2023 ha avuto una manciata di incontri, tra cui un faccia a faccia, a Bruxelles, con il vicepresidente della Commissione europea Franz Timmermans (il tema era la banca dell’idrogeno proposta dalla Commissione), e una videoconferenza con Kadri Simson (il 9 febbraio) sulla progettazione del mercato dell’elettricità”.

NEL 2023 UNA NUOVA POLITICA DI RAPPRESENTANZA INTERESSI

In ogni caso, nella relazione e i conti annuali del 2022 la società elettrica portoghese ha anche rivelato che “il gruppo formalizzerà le regole applicabili alle attività di lobbying e di rappresentanza di interessi, per dare corpo ai principi già esistenti nel Codice etico e nella Politica di integrità del gruppo”. “Edp sta preparando una politica sulla rappresentanza di interessi, che sarà attuata nel 2023”, spiega il gruppo nella relazione annuale. In tale documento l’azienda sottolinea che “ha sempre seguito, nel corso della sua attività, il principio di coinvolgimento politico responsabile”, in quanto “vieta qualsiasi contributo o associazione del marchio Edp a partiti politici, candidati, campagne politiche/candidati o persone o entità ad essi collegate. Questo principio riguarda la consegna di beni o la fornitura di servizi, direttamente o indirettamente, per conto o in rappresentanza di Edp. Inoltre, include anche il divieto di utilizzare le risorse di Edp per qualsiasi azione legata ai processi politici”, aggiunge l’azienda.

(Articolo tratto dall’agenzia stampa Energia Oltre)

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