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Come si elettrizzano (a metà) i conti di Edison

Crescono i ricavi, ma la dismissione dell'E&P pesa sul risultato netto. Tutti i numeri della semestrale di Edison

Sorrisi a metà in casa Edison con la semestrale: crescono i ricavi e cresce il margine operativo lordo, ma a seguito dell’accordo per la dismissione dell’E&P, il risultato netto è negativo per 406 milioni di euro. Andiamo per gradi.

RISULTATO NETTO NEGATIVO

Partiamo dai numeri. Il risultato netto da Continuing Operations, ossia escludendo le attività in dismissione dell’E&P, Exploration & Production, registra una significativa crescita a 121 milioni di euro (+73% da 70 milioni di euro nello stesso periodo del 2018). Tenendo conto della dismissione dell’E&P il risultato netto è di meno 406 milioni di euro.

RICAVI IN CRESCITA

Non mancano, nei conti, segnali positivi: i ricavi sono cresciuti del 2,3% a 4,3 miliardi di euro e il Margine Operativo Lordo ha registrato un +38%, a 328 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018, grazie alle diverse attività e, in particolare, della filiera elettrica.

INDEBITAMENTO FINANZIARIO

Scende il debito finanziario netto, a 298 milioni di euro, meno 28% rispetto ai 416 milioni di euro al 31 dicembre 2018, nonostante l’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 162 che all’1 gennaio 2019 ha comportato un incremento del debito di 165 milioni di euro (581 milioni di euro).

I RISULTATI DELLA FILIERA ELETTRICA E GAS

A incidere, positivamente, sui numeri della società sono i settori chiave della filiera elettrica e delle attività gas. Le attività “su cui Edison punta per il proprio sviluppo hanno registrato un risultato netto di 121 milioni di euro, in crescita rispetto ai 70 milioni di euro nello stesso periodo del 2018 (risultato da Continuing Operations)”, spiega una nota della società.

LA DOMANDA DI ENERGIA ELETTRICA

Scendendo nello specifico, nei primi sei mesi dell’anno, la domanda italiana di energia elettrica ha registrato una contrazione dello 0,6% a 157,3 TWh dai 158,2 TWh dello stesso periodo del 2018.

A diminuire, spiega l’azienda, sono state le importazioni nette (-18,7%) e la produzione idroelettrica che, a causa della scarsa piovosità, ha registrato una flessione del 17,1% (-4,4 TWh). Il fabbisogno elettrico del Paese è stato soddisfatto all’88% dalla produzione nazionale e, in particolare, dalle produzioni termoelettriche che sono cresciute del 6,1% a 91,3 TWh, e dalle altre fonti rinnovabili con la crescita dei settori fotovoltaico e eolico rispettivamente +9,8% a 12,6 TWh e +16,1% a 11,2 Twh.

Cresce il Prezzo Unico Nazionale (PUN), a più 2,4% a 55,1 euro/MWh da 53,8 euro/MWh del primo semestre 2018.

LA DOMANDA DI GAS

Cresce, invece, la domanda di gas, a più 4,3% rispetto al primo semestre del 2018, a 40,2 miliardi di metri cubi. Un andamento trainato dal comparto termoelettrico con consumi pari a 12,4 miliardi di metri cubi, mentre gli usi civili sono diminuiti dello 0,8% per via di temperature sopra la media stagionale a inizio anno e il segmento industriale è rimasto stabile.

Il prezzo del gas spot in Italia nel primo semestre 2019 si è attestato a quota 19,8 c€/smc, in calo del 16,4% rispetto al primo semestre 2018.

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