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Petrolio Bp Chevron

Ecco l’accordo Trump-Guaidò sul petrolio del Venezuela

L'articolo di Angela Zoppo, giornalista di MF/Milano Finanza

Anche il destino di Pdvsa è in gioco nel caos politico in cui è precipitato il Venezuela. La compagnia petrolifera di Stato potrebbe essere parzialmente privatizzata e molte delle oil company che hanno abbandonato il Paese (le statunitensi, soprattutto) verrebbero invitate a tornare, se il presidente ad interim Juan Guaido, il leader dell’opposizione, riuscisse a dare la spallata finale al governo di Nicolas Maduro.

CHE COSA CAMBIERA’ PER IL PETROLIO IN VENEZUELA CON GUAIDO

Il programma post-Maduro prevede anche l’istituzione di una nuova Agenzia nazionale degli Idrocarburi per gestire le gare per l’assegnazione delle licenze esplorative e produttive di gas naturale e greggio. La società, intanto, galleggia a stento su un mare di debiti.

IL PUNTO SU PDVSA, LA COMPAGNIA PETROLIFERA DI STATO

Nel 2018, grazie anche all’aiuto di banche cinesi, Pdvsa è riuscita a intaccare l’indebitamento del 5%, a 34,6 miliardi di dollari, ma la sua situazione non è migliorata. La gran parte dei bond emessi restano in default e gli interessi, arrivati ormai a 8 miliardi di dollari, non vengono pagati dal 2017.

GLI EFFETTI DELLE SANZIONI PER IL VENEZUELA

Le sanzioni Usa, di fatto, bloccano la possibilità di ristrutturazione del debito. Se, invece, cadesse il regime Maduro, anche il Fondo monetario internazionale potrebbe intervenire per aiutare le finanze venezuelane. Dal 2008, col petrolio che quotava oltre 145 dollari al barile, Pdvsa è stata utilizzata come un bancomat dall’allora presidente Hugo Chavez.

CHE COSA SUCCEDERA’ AL PETROLIO

Con i corsi del greggio a picco l’usanza non è cambiata ma i debiti sono cresciuti a ritmo esponenziale, minando la tenuta della quinta maggiore compagnia petrolifera al mondo. L’altro aspetto preoccupante è lo stato in cui versano due delle sussidiarie principali, sulle quali pesa la parte maggiore del debito: Pdv Holding, cui fa capo la raffineria Citgo, e Cvp (Venezuelan Petroleum Corporation), che gestisce le joint venture con i gruppi petroliferi esteri come Eni.

IL RUOLO DI ENI

Il Cane a sei zampe al momento sta portando avanti le normali attività e non si segnalerebbero impatti sulla produzione, che ammonta a circa 46 mila barili al giorno. Nel 2017, però, la produzione in quota Eni nel Paese ammontava a circa 61 mila barili al giorno dai giacimenti di Perla (Eni 50%), Junin 5 (Eni 40%), e Corocoro (Eni 26%), ma poi si era scesi a circa 30 mila.

DOSSIER GIACIMENTI

Oggi la situazione nei maggiori giacimenti del Paese viene descritta come tranquilla. Ma la guardia resta alta. Con l’eccezione di Bolivia, Cuba e Nicaragua, ormai nessun Paese dell’area riconosce la legittimità della presidenza Maduro, mentre Guaido ha già dalla sua l’Organizzazione degli Stati americani. Maduro vuole dimostrare di avere ancora una presa solida su Pdvsa, tanto da averne assunto la direzione e annunciato proprio in questi giorni il nuovo piano di sviluppo al 2025, con l’obiettivo di produrre 5 milioni di barili al giorno.

GLI ACCORDI

Pur nella bufera, Pdvsa è riuscita a concludere un accordo per una nuova jv, Petroregional del Lago, col gruppo francese Maurel & Prom per aumentare di 70mila barili al giorno la produzione del Maracaibo Lake. Maurel & Prom investirà nel progetto circa 400 milioni di dollari.

 

Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza

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