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Danni Cambiamenti Climatici

Ecco il costo per la Germania del cambiamento climatico

Tutti i numeri dei danni economici in Germania causati dal cambiamento climatico secondo un rapporto svizzero presentato nel corso del forum sul clima che si sta tenendo a Berlino. L'articolo di Pierluigi Mennitti

 

Dal 2000 i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno provocato in Germania danni medi annui pari a 6,6 miliardi di euro. In totale, i costi sono stati di almeno 145 miliardi di euro. È il risultato di uno studio commissionato dal ministero dell’Economia e del Clima sui costi dell’impatto dei cambiamenti climatici in Germania, realizzato dall’azienda di ricerche economiche svizzera Prognos.

Secondo i ricercatori, questa peraltro è solo una parte dei danni che si sono verificati. Il loro ammontare effettivo è infatti superiore, perché alcuni danni come la perdita di biodiversità non possono essere misurati in denaro. Per altri è teoricamente possibile, ma al momento non esistono dati o metodi adeguati. In più non è mai facile distinguere tra i normali danni causati da fenomeni meteorologici estremi e quelli aggravati dai cambiamenti climatici.

Gran parte dei danni sono stati causati da eventi meteorologici estremi, per i quali è chiaramente dimostrata l’influenza dell’avanzamento dei cambiamenti climatici. Lo studio Prognos stima in 34,9 miliardi di euro i danni causati dalla siccità e dalle estati calde del 2018 e del 2019 e in 40,5 miliardi di euro quelli causati dalle inondazioni estreme che nel luglio dello scorso anno colpirono le regioni centro-occidentali del Paese, il Nord Reno-Vestfalia e la Renania-Palatinato. Insieme ai danni causati da ulteriori eventi isolati di grandine e tempesta, pari a circa 5,2 miliardi di euro, i danni totali causati da eventi meteorologici estremi ammonterebbero a più di 80 miliardi di euro.

Un fenomeno più recente è quello della siccità, che colpisce una regione d’Europa considerata fino a pochi decenni fa ricca di acqua. I settori forestale e agricolo in gran parte della Germania hanno sofferto maggiormente del caldo e della siccità. Questi settori dell’economia hanno dovuto contabilizzare circa 25,6 miliardi di euro di costi per danni solo per il biennio di caldo estremo 2018 e 2019. Altri 9 miliardi di euro sono stati perduti nell’industria e nel commercio, poiché la produttività della popolazione attiva è diminuita a causa del caldo.

L’Associazione tedesca delle città e dei comuni (Deutscher Städte- und Gemeindebund) ha lanciato l’allarme sul rischio di scarsità di acqua in alcune regioni del Paese. L’amministratore delegato dell’associazione Landsberg ha dichiarato all’Handelsblatt che la domanda di acqua nell’industria e nell’agricoltura, ma anche nelle abitazioni private, è divenuta “problematica”. In singoli casi, potrebbero essere necessari dei divieti d’uso comunali già nelle prossime settimane.

Ai costi economici vanno aggiunti quelli in vite umane. Il cambiamento climatico uccide, scrivono gli autori del rapporto. L’elevato numero di giorni caldi porta anche a un eccesso di mortalità statisticamente visibile. Nel 2018 e 2019, il caldo ha causato almeno 7.500 morti in totale. L’anno scorso, 183 persone sono morte a causa delle inondazioni improvvise dei fiumi Ahr ed Erft, più di tutte le altre tempeste, inondazioni e disastri simili avvenuti in Germania dal 2000 in poi.

Sono cifre che confermano un altro recente studio esteso anche al 2020, realizzato questa volta dal Robert Koch Institut in collaborazione con l’Agenzia federale per l’ambiente e il Servizio meteorologico, e pubblicato sul Deutsches Ärzteblatt, la rivista scientifica dei medici tedeschi. Secondo questa ricerca, per la prima volta dal 1992 – inizio del periodo di studio – l’eccesso di mortalità dovuto al caldo intenso si è verificato per tre anni di seguito. L’effetto è stato particolarmente forte nel 2018, anno in cui i ricercatori hanno stimato in circa 8.700 il numero di decessi legati al caldo (un numero dunque superiore rispetto alle analisi dei ricercatori svizzeri). Nel 2019 erano circa 6.900, e circa 3.700 l’anno successivo. Poiché il calore è raramente riconosciuto come causa diretta di morte, gli autori dello studio hanno utilizzato particolari metodi statistici per la loro analisi. Ma il dato è inequivocabile: i dati mostrano che gli eventi di calore continuano a rappresentare una seria minaccia per la salute delle persone in Germania, le temperature elevate possono mettere a dura prova tra le altre cose il sistema cardiovascolare.

Il rapporto di Prognos è stato pubblicizzato nel corso del Dialogo di Petersberg, il forum internazionale sui temi climatici che si sta tenendo a Berlino presso il ministero degli Affari esteri. Dal 17 al 19 luglio, i rappresentanti di circa 40 Paesi sono riuniti per discutere le misure di protezione del clima e preparare la prossima Conferenza mondiale sul clima. La Germania coordina l’incontro insieme all’Egitto, che a novembre ospiterà la Conferenza mondiale sul clima COP27.

Il dibattito è delicato. Avviene in giorni in cui gran parte dell’Europa (e non solo quella meridionale) è investita dall’ennesima ondata di calore di questa infinita estate 2022, con temperature che nei prossimi due giorni raggiungeranno i 40 gradi anche nella capitale tedesca. E gli incendi si moltiplicano in regioni un tempo risparmiate da tali calamità, come il Brandeburgo e la Sassonia. Qui le operazioni di spegnimento sono ancora più difficili, perché la Germania non dispone di aerei antincendio: prima non ce n’era bisogno, ora prevalgono le polemiche per la loro mancanza.

Anche questi sono costi economici che andrebbero considerati, perché diventa necessaria una politica di prevenzione contro gli eventi estremi accelerati dai cambiamenti climatici. L’altro motivo che rende sdrucciolevole il terreno della conferenza in corso è il fatto che la guerra russa in Ucraina ha portato in primo piano la questione energetica.

Il cancelliere Olaf Scholz, aprendo i lavori, ha provato a tenere insieme le cose. “Ciò che non deve accadere è che si scivoli in una rinascita globale dell’energia fossile e del carbone in particolare”, ha detto il cancelliere in apertura, “dobbiamo uscire dal carbone, dal petrolio e dal gas con grande rapidità”. E il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock aveva aperto il Dialogo sul clima con un appello per un impegno comune e più intenso contro il riscaldamento globale: “La crisi climatica è oggi il più grande problema di sicurezza per tutti gli abitanti della Terra e poiché la crisi climatica non si ferma ai confini nazionali, anche le risposte devono superare i confini”.

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