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Ue Rinnovabili

Ecco i piani di Cingolani per rinnovare le rinnovabili

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha promesso l'arrivo a breve del Decreto Fer2 e non solo. Che cosa ha detto il ministro in Parlamento sulle rinnovabili

 

Il neo ministro della Transizione ecologica promette l’arrivo a breve del Decreto Fer2 e dichiara guerra alla burocrazia, con l’obiettivo di ripopolare le aste del Gse andate semi deserte negli ultimi mesi

Più rinnovabili e meno burocrazia. È questo, in estrema sintesi, il programma di Roberto Cingolani, fisico, già capo dell’Istituto italiano di tecnologia, chiamato da Mario Draghi a guidare il ministero della Transizione ecologica.

Il neo ministro è pronto a favorire le energie verdi, promette l’arrivo del Decreto Fer2, atteso da anni, e dichiara guerra alla burocrazia, provando a velocizzare le procedure che dovrebbero dare il via i lavori. Obiettivo: ripopolare le aste in materia indette dal Gse, andate semi deserte negli ultimi mesi.

ARRIVA IL DECRETO FER2

Partiamo dalle promesse. Per accelerare la transizione ecologica, Roberto Cingolani annuncia la definizione del “decreto, atteso ormai da anni, relativo agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il decreto FER2”.

ESTENSIONE DEL DECRETO FER1

Nel programma verde del nuovo dicastero anche l’estensione della “durata temporale del cosiddetto FER1, per consentire nuove procedure di asta o registro anche dopo settembre 2021”.

DECRETO SU DISCIPLINA CONTROLLI E SANZIONI IN MATERIA DI INCENTIVI

In arrivo anche “il decreto interministeriale per incentivare gli impianti a biogas entrati in esercizio prima del 2007 che non godono di altri incentivi pubblici sulla produzione di energia e il decreto che modifica la disciplina dei controlli e delle sanzioni in materia di incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza del Gestore dei Servizi Energetici (GSE)”.

Si procederà, scrive Energia Oltre, anche “al recepimento della direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la RED2, e all’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a energia rinnovabili”.

UNA GUERRA ALLA BUROCRAZIA

L’accelerazione sulle rinnovabili impostata da Cingolani passa anche da quella che il Ministro stesso ribbattezza con “rivoluzione burocratica”: bisogna rendere più veloci le procedure, ispirandosi al “modello Genova”.

“Vorrei partire da alcuni dati, sulle istanze di valutazione ambientale pervenute e sulle procedure concluse, nel periodo da gennaio 2020 a metà febbraio di quest’anno. Delle 610 istanze pervenute, risultano lavorate 577 (il 95 per cento circa), mentre sono in corso di esame di verifica di procedibilità quelle recentemente pervenute (in numero di 33) e che saranno processate entro i tempi previsti dalla normativa. Per le restanti 30 istanze, ritenute non procedibili, si è in attesa della trasmissione degli atti di perfezionamento da parte dei proponenti”, ha detto il Ministro presentando il programma.

REVISIONE MECCANISMO ASTE

Numeri, ritardi e problemi, quelli sopra, che spaventano ormai gli imprenditori italiani delle rinnovabili, che preferiscono partecipare alla gare indette da Paesi vicini e non a quelle nostrane.

“Si tratta di inefficienze patologiche che non potremo permetterci in fase di realizzazione dei programmi proposti dal Pnrr”,  dice Cingolani, aggiungendo: “Analogamente, occorre  rivedere il meccanismo delle aste per gli impianti di fonti rinnovabili: ancora di recente, in Spagna la domanda relativa agli impianti eolici è stata tre volte superiore all’offerta, mentre in Italia è stata aggiudicata meno di un quarto della capacità messa a gara”.

LE ASTE DESERTE

Su 1.882 MW disponibili nel quarto bando indetto dal GSE nel settembre scorso, infatti, solo il 25% è stato aggiudicato, con mancati investimenti per 550-850 milioni, come denuncia Anie rinnovabili, sostenendo che “i processi autorizzativi previsti per le fonti rinnovabili ne pregiudichino fortemente i possibili sviluppi”.

“Nella situazione attuale – spiega l’associazione – si registra un trend degli impianti in asta (cioè con potenza > 1 MW) decrescente nell’arco dei quattro bandi previsti al DM FER (dettagli nel grafico di seguito) L’asta del Gruppo B è andata deserta, quella del Gruppo C ha registrato una percentuale di assegnazione del 15%, mentre quella del Gruppo A del 24% con 279 MW, suddivisi tra fotovoltaico ed eolico rispettivamente con 7% e 93%”.

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