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Emissioni

Ecco come i trasporti marittimi vogliono abbattere le emissioni

La proposta delle associazioni di settore include la creazione di una nuova organizzazione non governativa di R&S denominata International Maritime Research and Development Board per tagliare le emissioni

Associazioni di imprese marittime che rappresentano il 90% della flotta mercantile globale si è offerta di raccogliere 5 miliardi di dollari in 10 anni per finanziare la ricerca di combustibili che non utilizzano fonti fossili.

IL PROGRAMMA VERRA’ PRESENTATO A LONDRA A MARZO

“Il primo programma di ricerca e sviluppo collaborativo al mondo per aiutare ad eliminare le emissioni di anidride carbonica (CO2) della navigazione internazionale è stato presentato all’Organizzazione Marittima Internazionale (Omi) e potrebbe entrare in vigore entro il 2023 attraverso emendamenti alla Convenzione Omi per la prevenzione dell’inquinamento da navi (MARPOL) – sottolinea il sito di settore Joc.com -. La proposta sarà discussa dai governi a Londra in occasione della prossima riunione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’Omi nel marzo 2020”.

La proposta include la creazione di una nuova organizzazione non governativa di R&S denominata International Maritime Research and Development Board (IMRB) per aprire la strada alla decarbonizzazione del trasporto marittimo, si legge su un altro sito specializzato Splash247.com.

FINANZIAMENTI TRAMITE UN CONTRIBUTO SUL COMBUSTIBILE PER USO MARITTIMO

L’IMRB, in particolare, sarà finanziato dalle compagnie di navigazione in tutto il mondo attraverso un contributo obbligatorio in R&S di 2 dollari per tonnellata di combustibile per uso marittimo acquistato, che genererà un finanziamento core approssimativo di 5 miliardi di dollari per un periodo di 10 anni.

LA PROPOSTA ARRIVA DOPO IL GREEN DEAL UE

“La proposta di ricerca e sviluppo arriva pochi giorni dopo il Green Deal licenziato dalla Commissione Europea che vuole una maggiore regolamentazione ambientale per il trasporto marittimo, incluso l’inserimento dell’industria di settore nel sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS). Un inserimento che l’industria vuole evitare in quanto ritiene che la riduzione delle emissioni di CO2 possa essere meglio realizzata a livello globale con la guida dall’Omi”, evidenzia Joc.com.

IL TRASPORTO MARITTIMO È RESPONSABILE DEL 2% DELLE EMISSIONI DI CO2 GLOBALI

“Il trasporto marittimo internazionale trasporta circa il 90% del commercio globale ed è attualmente responsabile di circa il 2% delle emissioni di CO2 di origine antropica nel mondo – si legge su Joc.com -. Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, una rapida decarbonizzazione è vitale, e l’Omi ha fissato l’obiettivo di un taglio assoluto delle emissioni totali di gas serra (GHG) del settore di almeno il 50% rispetto ai livelli del 2008 entro il 2050, indipendentemente dalla crescita del commercio, con una decarbonizzazione pari a zero subito dopo. L’obiettivo per il 2050 richiederà un miglioramento dell’efficienza delle emissioni di Co2 fino al 90%, incompatibile con un continuo utilizzo a lungo termine dei combustibili fossili da parte della navigazione commerciale”.

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