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Russia Prodi

Draghi faccia un accordo con Putin sul gas. I consigli di Prodi

Tesi, auspici e consigli dell'ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, su gas e Russia

 

La crisi energetica ha messo fine alla lunghissima luna di miele di cui ha goduto il governo di Mario Draghi?

La prima tirata di orecchie arriva dall’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, Romano Prodi: “Serve una politica italiana, noi siamo protetti dall’Europa ma abbiamo un approccio diverso dalla Germania. Tocca fare un accordo con la Russia”.

Il professore Romano Prodi, intervistato nel corso della trasmissione “Piazza Pulita” condotta su La7 da Corrado Formigli, è intervenuto a tutto campo sulla crisi energetica e geopolitica che sta attraversando l’Europa sul confine orientale.

Gli errori dell’Europa su gas e Russia

“A livello europeo abbiamo commesso due grandi errori. Il primo è stato dire “noi ce la facciamo da soli e non investiamo più nel petrolio perché dobbiamo investire nell’energia verde”. Come se si potesse fare un salto nel nuovo senza fare passaggi intermedi”. Passando al secondo errore, Prodi ha sferrato un duro attacco all’approccio che ha portato a preferire il libero mercato nel campo dell’energia. “Per anni abbiamo ricevuto il gas prima dall’Unione Sovietica e poi dalla Russia con contratti a lungo termine che favorivano i russi ma che in fondo ci davano sicurezza – sottolinea il professore -. Noi abbiamo preferito il libero mercato che all’inizio ci ha favoriti ma adesso ha dato il manico del coltello nelle mani di Putin e allora è un problema europeo”.

Le incertezze della politica energetica italiana su gas e Russia

L’Italia non è stata indenne da errori nell’ambito della politica energetica. “In Italia ci abbiamo messo del nostro. Non abbiamo voluto prendere il gas dall’Adriatico e l’abbiamo lasciato prendere dai croati. Poi ci siamo anche opposti al Tap. E adesso stiamo ricorrendo a navi gasiere che provengono dagli Usa”. All’Italia converrebbe, secondo l’ex presidente del Consiglio, tornare a siglare un accordo con la Russia. “Ai russi conviene avere un accordo di lungo termine a prezzi più bassi di oggi ma che dia loro la sicurezza, perché anche loro hanno bisogno di sicurezza, noi potremmo contrattaccare in altri settori”.

Le parole di Prodi

La crisi del costo del gas ha trovato un’Italia particolarmente sensibile, dipendente quasi del tutto dalle importazioni di energia per il sostentamento della propria industria. “Oggi la domanda di gas è superiore all’offerta, per questo il prezzo sale. In più noi siamo diversi dagli altri, è questo che dobbiamo capire. L’Italia nel gas è particolarmente vulnerabile, non è come gli altri prodotti”. Quando Prodi pone l’accento sulla diversità dell’Italia, sembra parlare direttamente al premier Draghi sebbene sottolinei: “Non si disturba il conducente”. Eppure Prodi sottolinea che il nostro paese dovrebbe “scegliere le imprese, i settori sui quali investire. Abbiamo bisogno di un nucleo centrale forte che ci dia questa guida, non possiamo tornare all’IRI e all’impresa pubblica ma c’è bisogno di un aiuto pubblico che organizzi il nostro paese, come lo fanno i tedeschi”. E porta l’esempio della Francia. “Io non vorrei mai lo Stato che gestisce ma come in Francia che ci mette la pillola del controllo degli interessi generali dello Stato su un settore particolare, sull’innovazione che sta a cuore al paese”.

Il tabù del nucleare

Il tema del nucleare spunta fuori ogni qual volta vi sia un aumento dei prezzi dei beni energetici. “Il ritorno al nucleare è un tabù politico per l’Italia – dice Prodi -. Io però mi sono sempre chiesto se ci sia una grande differenza tra avere il nucleare in casa o essere circondati da centrali al di là dei confini. Ecco dobbiamo operare il buon senso. E poi non dobbiamo fermare la ricerca per il nucleare sicuro”. Prodi porta di nuovo a esempio la Francia, e ne approfitta per dare un’altra stoccatina al Governo. “In questi giorni in Francia si discute se per la crescita futura sia più conveniente fare una riduzione delle imposte o un investimento in ricerca, i francesi dicono che è molto più utile spendere in ricerca perché ti fa fare un salto in avanti. Chi fa discorsi del genere in Italia?”.

Putin? Uomo empirico, secondo Prodi

La questione dei prezzi del gas si intreccia con le animosità al confine ucraino.  “Putin è un empirico che va al sodo non ha alcun interesse ad essere totalmente nelle mani della Cina – ha detto l’ex presidente della Commissione europea -. Per dirla in termini facilmente comprensibili, la Cina cresce di una Russia all’anno. Se c’è un rapporto di contrattazione Putin accetta il gioco, ma se noi gli lasciamo il coltello nel manico la forza ce l’ha solo lui”.

Le differenze tra Nato e Unione Europea

Con un esempio del passato Prodi spiega perché dell’attuale crisi al confine ucraino. “Noi nel 2008 votammo per non annettere la Georgia e l’Ucraina alla Nato, non ce l’hanno imposto i russi era una volontà di tutta l’Europa per lasciare un paese cuscinetto – ricorda Prodi-. Quando io parlavo con Putin dell’ingresso dei Paesi baltici nell’UE lui era d’accordo. C’è una profonda differenza tra UE e NATO, sto dicendo che bisogna far valere questo aspetto. La sicurezza all’UE è garantita dalla NATO e noi dobbiamo essere fedeli nella NATO ma i confini della NATO dobbiamo gestirli noi europei”. Anche in questo caso l’ex premier sottolinea l’apporto positivo del presidente francese Macron alla gestione della crisi ucraina. “La mediazione di Macron è molto utile in questo momento perché tutto quello che fa discendere la tensione è utile. Però, ricordatevi, noi dobbiamo essere fedeli membri della NATO ma abbiamo i nostri interessi che sono sacri”.

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