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Draghi

Energia, ecco l’eredità di Draghi su extraprofitti e price cap

Il governo Draghi ha lasciato una tassa sugli extraprofitti scritta male, che ha fruttato poco o nulla e che va riformulata. L'analisi di Sergio Giraldo, manager nel settore energetico

 

Ieri a Roma si è tenuto il Consiglio dei Ministri che ha dato luce verde all’utilizzo dei circa 9 miliardi disponibili per il sostegno di famiglie e imprese a fronte degli alti costi energetici con il Decreto Aiuti quater.

L’EREDITA’ DI DRAGHI SUL DOSSIER ENERGIA

Al di là dei saldi di bilancio, il governo, sul fronte energetico, trova una situazione assai ingarbugliata lasciata dalla precedente, confusa gestione Draghi. C’è una tassa sugli extraprofitti scritta male, che ha fruttato poco o nulla e che è da riscrivere entro dicembre secondo una formula più lineare ed efficace, come quella dettata dalla Commissione. Occorre poi conciliare l’attuale norma italiana che mette un tetto ai ricavi da produzione di energia elettrica da fonte non a gas con quella ipotizzata a livello europeo.

LE PROSPETTIVE EUROPEE

Ma soprattutto, in vista del Consiglio europeo del 24 novembre prossimo, sfruttando la discontinuità politica nazionale, il governo ha l’opportunità di “sacrificare”, abbandonandola, una battaglia insensata come quella sul price cap e spingere invece sullo stanziamento di corposi aiuti europei attraverso il REPowerEU. L’idea può essere di fornire questo veicolo europeo già esistente di una dotazione finanziaria rilevante sul modello SURE.

La vittoria della Germania su tutta la linea della questione energetica europea, almeno sin qui, può ben essere una leva negoziale per il governo italiano, da usare tatticamente per portare a casa, per una volta, ciò che serve davvero alle nostre famiglie e imprese.

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