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Copasir Difesa Europea

Ecco da quali Paesi l’Italia deve comprare il gas per sostituire quello russo. Report Copasir

Africa, Turchia, Iran e non solo: ecco tutti i paesi da cui - secondo il Copasir - l'Italia dovrebbe rifornirsi di gas.

 

Sulla base di questa esigenza va senz’altro seguita con interesse l’azione intrapresa dal Governo che sta intensificando incontri e accordi per il reperimento del gas da altri Paesi allo scopo di sostituire quello russo. Sorgenti alternative sono quindi costituite in primo luogo da Algeria, Libia e Azerbaijan – tramite la rete di gasdotti esistenti – ma anche da Egitto, Qatar, Congo, Mozambico, Angola e Nigeria per quanto riguarda soprattutto il gas liquido, peraltro di produzione ENI.

Tutti Paesi che hanno certamente elementi di problematicità per questioni interne o internazionali, contingenti o storiche, ma che nel loro complesso possono assicurare una reale diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento, evitando così nuovi fenomeni di dipendenze. Peraltro, a differenza della Russia, questi Paesi non utilizzano l’energia come strumento di potenza e peraltro non dispongono dei mezzi per farlo.

Puntare dunque sul continente africano quale via di uscita per superare la dipendenza energetica dalla Russia può costituire un passo obbligato e al contempo una sfida e un’opportunità per l’Italia e di conseguenza per l’Europa, purché, deve essere evidente da subito, ci sia una adeguata strategia italiana ed europea nei confronti dell’Africa secondo un modello di partnership che assicuri stabilità, pace e sviluppo ai Paesi fornitori e lungo le rotte dei trasporti. Ove ciò non fosse si passerebbe dalla dipendenza attuale dalla Russia, quale maggiore fornitore, alla precarietà di approvvigionamento dall’Africa, tanto più che oggi in Africa sono presenti proprio Russia, Cina e Turchia.

L’Africa quindi può costituire un’alternativa tanto per l’Europa – che tornerebbe a riconoscere nel Mediterraneo un quadrante strategico per il proprio benessere – quanto per l’Italia che per vocazione, tradizione, storia e collocazione geografica rappresenta un ponte naturale tra Nord e Sud. Inoltre la circostanza che si possa usufruire di gas riconducibile all’ENI è un vantaggio innegabile che permette al nostro Paese di tenere una posizione di forza

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Il conflitto ha fornito una nuova spinta per la ripresa degli accordi sul nucleare tra gli Stati Uniti e l’Iran che, sebbene osteggiati da Israele e da alcuni Paesi arabi, potrebbero dare luogo a nuovi equilibri nella partita energetica. L’Iran potrebbe infatti tornare ad essere un partner di primo piano, tenuto conto dell’ampiezza dei giacimenti di gas di cui è ricco il proprio territorio. L’Italia potrebbe sfruttare le ottime relazioni commerciali con questo Paese che potrebbe costituire un ulteriore sbocco alternativo per il reperimento del gas in sostituzione di quello russo. Teheran, peraltro, ha espresso il proposito di costruire una flotta di metaniere e navi con la finalità di sviluppare una propria industria del GNL e quindi anche questa prospettiva potrebbe rappresentare un’opportunità per il mercato italiano.

Peraltro, ciò ripristinerebbe un rapporto che in passato è già stato sperimentato atteso che fino ai primi anni Duemila – quando si sono inasprite le sanzioni internazionali – l’Iran contribuiva in modo significativo alle linee di approvvigionamento di gas per l’Italia.

Nello scenario medio-orientale occorre poi prestare attenzione al peso sempre più forte sostenuto dal Qatar che potrebbe mettere a disposizione le proprie riserve di gas in favore dell’Europa, tanto più che il Paese è meno esposto di altri della Penisola alla ingerenza russa e cinese.

Inoltre, attualmente buona parte del gas liquefatto proveniente da questo Paese è destinato a Giappone e Corea del Sud: l’aumento delle forniture verso l’Europa potrebbe quindi creare un contraccolpo geopolitico dovuto alla diminuzione delle quote di gas che in precedenza erano riservate ai mercati asiatici.

La Turchia, in una prospettiva temporale non distante, può divenire un grande hub per il gas nel bacino del Mediterraneo, accrescendo la propria influenza come alternativa al gas russo per molti Paesi europei. Questo scenario concerne quei gasdotti che potrebbero convogliare gas dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian e dalle riserve del Leviatano al largo delle acque di Israele. Per entrambi questi giacimenti il gas, per transitare in Europa, deve passare attraverso la Turchia, favorita dalla posizione geografica e dalla sussistenza di infrastrutture adeguate.

Oltre la rotta del gas azero appare concreta la possibilità di sfruttare anche il gas israeliano: se a questo avvicinamento con Israele si aggiunge anche quello con l’Egitto, è evidente l’ipotesi di realizzare un hub energetico tra Egitto, Turchia e Israele che coinvolge anche Cipro. Erdogan quindi potrebbe utilizzare la carta energetica per influenzare i rapporti con l’Europa. Fattore questo che va tenuto in considerazione per evitare di passare dalla dipendenza dalla Russia al condizionamento della Turchia. È necessario pertanto condividere con Ankara una politica energetica, fondata su una nuova partnership strategica non limitata all’asset energetico.

A causa delle tensioni internazionali, dopo diversi anni, potrebbe essere ripreso in considerazione anche il progetto del gasdotto EastMed-Poseidon che prevede di collegare il bacino levantino (nel Mediterraneo orientale, tra Cipro, Egitto e Israele) all’Italia.

Tra le dinamiche maggiormente rilevanti innescate dal conflitto russoucraino occorre evidenziare quelle che investono proprio gli Stati Uniti che diventeranno il primo fornitore di gas naturale dell’Unione Europea, dando origine a un cambiamento epocale nel mercato dell’energia e all’interno degli stessi equilibri geopolitici. Gli USA hanno, infatti, assicurato all’Unione Europea la fornitura aggiuntiva di 15 bcm di GNL nel 2022 che salirà a 50 bcm entro il 2030.

(Estratto dalla Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica del Copasir; qui la versione integrale)

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