Ieri il Consiglio europeo ha adottato la normativa europea sul clima, che fissa gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra dell’Unione europea al 2030 e al 2050.
COSA FARÀ L’UNIONE EUROPEA SUL CLIMA
L’adozione del Consiglio, ampiamente prevista, fa seguito al voto favorevole del Parlamento europeo del 24 giugno scorso, che ha approvato l’accordo per il taglio delle emissioni al 55 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. La normativa adottata prevede anche che l’Unione europea arrivi alla neutralità climatica – ovvero l’azzeramento netto delle emissioni – entro il 2050, per raggiungere successivamente le emissioni negative.
A garanzia dell’impegno per il taglio delle emissioni al 2030, la normativa introduce un limite di 225 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente al contributo degli assorbimenti.
UN NUOVO OBIETTIVO AL 2040?
La Commissione europea valuterà se proporre un obiettivo climatico per il 2040, ovvero intermedio tra il 2030 e il 2050, entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato nel quadro dell’accordo di Parigi, che mira a contenere l’aumento della temperatura terrestre entro gli 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali.
Con “bilancio” si intende il volume indicativo delle emissioni nette di CO2 equivalenti emesse nel periodo 2030-2050 senza compromettere gli impegni assunti da Bruxelles.
UNA TRANSIZIONE EQUILIBRATA E GIUSTA
Nell’adottare la normativa europea sul clima, il Consiglio ha sottolineato “la necessità di predisporre un quadro favorevole che vada a beneficio di tutti gli Stati membri e comprenda strumenti, incentivi, sostegno e investimenti adeguati per assicurare una transizione [dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, ndr] efficiente in termini di costi, giusta, socialmente equilibrata ed equa, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali in termini di punti di partenza”.
I MIX ENERGETICI DEI PAESI MEMBRI
Il mix energetico dell’Unione europea è composto in media da petrolio per il 36 per cento, da gas naturale per il 21 per cento, da carbone per il 15 per cento, da fonti rinnovabili per il 15 per cento e da nucleare per il 13 per cento.
Non c’è omogeneità, però, tra i mix energetici dei vari stati membri. In Italia, per esempio, il gas naturale ha un peso molto rilevante: vale quasi il 40 per cento. In Polonia circa il 50 per cento del mix è costituito da carbone. In Francia il nucleare possiede una quota del 40 per cento. In Svezia le rinnovabili occupano una fetta del 40 per cento.
IL PACCHETTO “FIT FOR 55” E LE QUOTE DI CARBONIO
Tutti gli occhi sono adesso puntati sul 14 luglio, data nella quale l’Unione europea presenterà il pacchetto “Fit for 55”, ovvero quell’insieme di misure che dovrebbero permettere nella pratica il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030.
S&P Global Platts, portale specializzato in questioni energetiche, scrive che il pacchetto “Fit for 55” includerà probabilmente una nuova configurazione per i limiti di carbonio annui previsti dal sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS), il cosiddetto “mercato delle emissioni”.
Secondo Global Platts, i nuovi limiti saranno più restrittivi, coerentemente con il target al 2030, e comporteranno una minore disponibilità di quote di carbonio.
Il sistema di scambio delle quote potrebbe inoltre venire esteso per includere le emissioni di CO2 generate dal trasporto su strada e da quello marittimo (attualmente riguarda gli impianti energetici, gli stabilimenti industriali e l’aviazione).