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CONOU

Conou, cosa non fila liscio come l’olio secondo l’Antitrust

L'Antitrust ha aperto un'istruttoria su Conou, il consorzio che si occupa del riciclo di oli esausti, per abuso di posizione dominante. Tutti i dettagli sull'istruttoria, la guerra interna al Conou e la posizione ufficiale del consorzio

Abuso di posizione dominante. È questo il sospetto sulla base del quale l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un’istruttoria nei confronti di Conou, il Consorzio Nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli Oli minerali Usati.

COS’È CONOU: UN CONSORZIO IN CUI COLLABORANO PUBBLICO E PRIVATO

Il Conou, Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, è un consorzio che trasforma gli oli lubrificanti usati da rifiuti a risorse. Gli oli lubrificanti sono ottenuti dalla miscelazione di oli base (minerali o sintetici) e additivi, e vengono impiegati prevalentemente nel settore industriale e dell’autotrazione, in quanto consentono il corretto funzionamento degli impianti e dei motori riducendo l’attrito delle componenti meccaniche in movimento.

Dato il loro potenziale altamente inquinante in caso di dispersione nell’ambiente, la normativa comunitaria e nazionale si è preoccupata sin dagli anni ‘70/’80 di garantire l’esistenza di sistemi di raccolta per la gestione e il recupero degli oli lubrificanti esausti. Nel nostro paese circa il 99% degli oli esausti viene avviato a rigenerazione. Il Conou si avvale della collaborazione di circa 60  imprese su tutto il territorio nazionale che raccolgono l’olio esausto per avviarlo al recupero e smaltimento. Il fatturato del Conou nel 2022 è stato di circa 72 milioni di euro. È bene ricordare che all’interno del Conou privato e pubblico collaborano: del collegio sindacale di Conou fanno parte rappresentanti dei ministeri della Transizione Ecologica e dello Sviluppo Economico.

CONOU: LA POSIZIONE DA MONOPOLISTA LEGALE

L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato vuole accertare una presunta violazione dell’art. 102 del TFUE, l’abuso di posizione dominante. Conou ricopre un ruolo da monopolista legale, quindi dominante, nel riciclo dei rifiuti pericolosi rappresentati dagli oli lubrificanti usati.

ROBI E GRASSANO SPA: LE DUE SOCIETÀ CHE HANNO SEGNALATO CONOU ALL’ANTITRUST

Ad adire l’Autorità sono stati due società attive nello stesso settore di competenza di Conou. La prima è RobiI S.r.l. (acronimo di “Raccolta Oli Bruciati Industriali”) è una società con sede in provincia di Bergamo (Treviolo), specializzata nella raccolta di rifiuti speciali: solventi, accumulatori, apparecchiature elettriche ed elettroniche, pneumatici, fanghi, medicinali. A partire dal 2005 Robi ha sviluppato un impianto di prossimità per il trattamento degli oli lubrificanti usati finalizzato alla produzione di olio base destinato all’industria della gomma e del bitume. Il fatturato di Robi S.r.l. nel 2022 è stato di circa 11 milioni di euro.

La seconda è la Grassano S.p.A. è parte del gruppo Riccoboni che svolge attività ambientali su tutto il territorio nazionale. Grassano raccoglie e è capace di gestire fino a 10mila tonnellate di oli minerali usati all’anno. Il fatturato di Grassano nel 2022 è stato di circa 38 milioni di euro.

I FATTI SEGNALATI ALL’ANTITRUST: CONOU AVREBBE OSTACOLATO LE ATTIVITÀ DI ROBI E GRASSANO

La Conou, nelle accuse di Robi S.r.l. e Grassano S.p.A. avrebbe ingiustificatamente ostacolato l’operatività di due impianti di rigenerazione degli oli usati con caratteristiche di “prossimità” e con potenziali benefici ambientali, a vantaggio degli unici due rigeneratori attivi storicamente nel mercato italiano e riconosciuti dal Consorzio. Conou, oltre a ostacolare l’operatività dell’azienda Robi, non le avrebbe riconosciuto il corrispettivo di rigenerazione per l’attività svolta e non avrebbe corrisposto il contributo di raccolta sui volumi di oli esausti lavorati dal suo impianto. Inoltre, nei confronti della Grassano Conou avrebbe contestato giudizialmente il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale da parte delle competenti autorità preposte.

LE ACCUSE DI ROBI SRL NEI CONFRONTI DI CONOU

Robi, con l’iniziale supporto di Conou e sotto la vigilanza delle autorità competenti, ha investito nei primi anni 2000 per ampliare il proprio perimetro di attività nel mercato a valle della rigenerazione, realizzando un piccolo impianto nello stesso sito dove si colloca il deposito degli oli usati che raccoglie, a Treviolo (Bergamo). Secondo quanto riportato dal provvedimento dell’Antitrust “Conou avrebbe inizialmente partecipato con spirito collaborativo alle sperimentazioni di Robi, sottoscrivendo con quest’ultima e con la Regione Lombardia un apposito accordo di programma nel 2005.

Il 26 ottobre 2017, Conou ha poi sottoscritto una scrittura privata con Robi, impegnandosi a erogare il corrispettivo per l’attività di rigenerazione dopo il pronunciamento da parte dell’ente competente, terzo rispetto alle parti (i.e. ARPALombardia)”. Conou, secondo le accuse di Robi, avrebbe iniziato ad osteggiare l’azienda quando quest’ultima ha richiesto il corrispettivo alla rigenerazione “affermando che la stessa non sia qualificabile come “rigenerazione”, in quanto gli oli di base ottenuti presso i suoi impianti sono destinati alla filiera del bitume e della gomma (pur essendo tale finalità prevista ab origine dalla sperimentazione di Robi) e non si qualificano come oli rigenerati altamente raffinata”. Inoltre, Conou “avrebbe imposto una serie di requisiti che le imprese devono rispettare per qualificarsi come “rigeneratori” riconosciuti dal Consorzio”.

LE ACCUSE DI GRASSANO SPA NEI CONFRONTI DI CONOU

Robi, nella sua segnalazione, ha riportato all’Antitrust di essere a conoscenza di un comportamento analogo di Conou nei confronti della Grassano Spa. “Dalle informazioni fornite si evince che la società piemontese, a differenza di Robi, non ha ancora realizzato l’impianto per la rigenerazione degli oli usati che già raccoglie sul territorio (e che allo stato conferisce, quindi, in quanto concessionario, ai due impianti di rigenerazione riconosci dal Conou)”.

Il Consorzio “sarebbe intervenuto con posizioni contrastanti” in materia di “rilascio dell’autorizzazione all’impianto di Grassano”. In particolare “in una prima fase (febbraio 2016) il direttore tecnico di Conou avrebbe espresso parere favorevole in conferenza di servizi; in tale fase erano state sollevate osservazioni da Itelyum sulla presunta non corrispondenza del processo seguito dall’impianto di Grassano con i Bref 2018 (obiezioni che Conou riproporrà in fase di riesame dell’AIA di Grassano negli anni 2021/2022).

Ad aprile 2017 è stata rilasciata l’AIA con prescrizioni. A seguito del rilascio, Grassano ha presentato istanza di modifica delle prescrizioni. Il procedimento si è poi concluso positivamente nel settembre 2022 a valle di una lunga istruttoria, con i pareri favorevoli di tutti gli Enti intervenuti, a eccezione del Conou”. Il Consorzio, nonostante Grassano abbia ottenuto una decisione di AIA favorevole da parte del Piemonte, l’ha impugnatasostenendo “che il processo seguito dalla società non sia idoneo all’ottenimento del corrispettivo di rigenerazione”.

LA DECISIONE DELL’AUTORITÀ ANTITRUST: L’APERTURA DI UN’ISTRUTTORIA SU CONOU

L’Autorità ha ritenuto che la strategia escludente di Conou “finalizzata a impedire l’effettiva operatività nel mercato della rigenerazione degli oli lubrificanti usati da parte di Robi e Grassano”, che peraltro avrebbero potuto presentare “vantaggi in termini di tecnologia e di prossimità nel trattamento di rifiuti”, sembra configurare “una possibile violazione dell’articolo 102, lettere b) e c) del Tfue”. E per questo ha deciso di aprire un’istruttoria.

LA REPLICA DI CONOU: PIENA FIDUCIA NELL’ANTITRUST MA NEGA GLI ABUSI DI POSIZIONE DOMINANTE

Il Consorzio, dal canto suo, ha negato di aver esercitato un abuso della posizione dominante come sospettato dall’Antitrust. “Con riferimento al procedimento istruttorio dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avviato nei confronti del Conou per un presunto abuso di posizione dominante, il Consorzio, che non ha fine di lucro, ripone assoluta fiducia nell’attività dell’Autorità e confida che verrà confermata la piena correttezza del proprio operato – si legge in un comunicato di Conou-. Il Consorzio precisa che le contestazioni sulla asserita natura di impianti di rigenerazione delle imprese denuncianti sono sempre state effettuate presso le sedi amministrative e giudiziarie competenti nell’esercizio delle prerogative Consortili e con il pieno rispetto delle regole sulla concorrenza, alle quali esso è vincolato anche per disposizioni statutarie”.

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