“Prospettive e ruolo del sistema gas tra sicurezza e competitività a supporto della transizione energetica”. È questo il titolo del position paper presentato oggi alla prima assemblea pubblica di Proxigas, l’Associazione di riferimento del settore gas, che si è svolta alla Lanterna di Fuksas, a Roma.
È necessario ripensare la politica energetica del Paese – si legge nel documento – alla luce del nuovo contesto geopolitico ed economico, per garantire un sistema energetico più resiliente, sicuro e competitivo senza compromettere il percorso di transizione energetica avviato. In quest’ottica Proxigas, valorizzando l’ampia rappresentatività sull’intera filiera gas, ha presentato le proprie proposte per la definizione di una nuova strategia energetica nazionale.
L’Europa, avendo scelto di minimizzare la propria produzione interna di gas naturale, si è trovata a dover sostituire una quota rilevante delle proprie forniture in un mercato che è diventato globale e fortemente conteso da vecchi e nuovi Paesi consumatori. Negli ultimi due anni si sono avuti i più rilevanti aumenti e la massima volatilità dei prezzi delle commodity energetiche, come anche un aumento significativo delle emissioni climalteranti per unità di Pil, sia a livello europeo che globale, perché, per salvaguardare sicurezza ed economicità delle forniture, si è fatto ampio ricorso a combustibili più inquinanti.
Per questo, nel ripensare le politiche energetiche finora adottate, va valorizzato il sistema dei gas anche per salvaguardare il percorso di transizione energetica, e deve essere costruito un nuovo ruolo strategico per l’Italia come hub energetico europeo per sostenere la competitività del nostro sistema produttivo. Serve diversificare le rotte di approvvigionamento, potenziare il nostro sistema infrastrutturale, valorizzare la posizione geografica, le risorse e le competenze delle nostre aziende.
In Italia, la domanda di gas naturale nel 2021 è stata di circa 75 miliardi di metri cubi, soddisfatta solo per il 4% dalla produzione domestica – circa 3 miliardi di metri cubi, un quinto dei 17 miliardi di metri cubi prodotti nel 2000 – sebbene sul territorio nazionale e nelle relative acque territoriali siano stimate riserve di gas naturale per oltre 110 miliardi di metri cubi. Il nostro Paese vanta già la seconda capacità di produzione di biogas a livello europeo e potrebbe beneficiare di una spinta sostanziale alla conversione a biometano, in particolare agricolo, grazie a quanto previsto anche nel PNRR, arrivando a disporre di circa 6 miliardi di metri cubi al 2030, pari a circa l’8% dell’attuale domanda gas nazionale. Tra i vettori molecolari l’idrogeno può garantire flessibilità al sistema energetico assorbendo l’overproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e decarbonizzare i settori ‘hard to abate’. Sarà da sviluppare in maniera sinergica ed integrata con l’infrastruttura elettrica nazionale, valorizzando anche l’infrastruttura gas.
SIGNORETTO (PROXIGAS): GARANTIRE SICUREZZE E COMPETITIVITÀ FORNITURE
“Questa prima Assemblea di Proxigas – ha dichiarato il presidente di Proxigas, Cristian Signoretto – cade in un periodo di particolare complessità per il settore energetico, in particolare per il sistema gas, che sta attraversando una fase di profondo cambiamento. Per questo, come industria nel suo complesso, vogliamo contribuire in modo costruttivo alla prossima definizione di una nuova strategia energetica nazionale che, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi e guardando al nuovo contesto geopolitico, consenta al nostro Paese di evolvere verso nuovi assetti, per garantire sicurezza e competitività delle forniture energetiche, preservando il percorso di transizione energetica in atto”.
Per il direttore generale di Proxigas, Marta Bucci, “è necessario ripensare le politiche energetiche nazionali ed europee acquisendo una nuova comune consapevolezza: nei prossimi anni la domanda di gas nel mondo continuerà a crescere e l’Italia, anche sfruttando la posizione geografica favorevole, ha l’occasione di diventare l’hub energetico europeo”. Il sistema dei gas, ha aggiunto Bucci, ovvero l’insieme di metano e dei gas rinnovabili, “potrà garantire la flessibilità necessaria a gestire la variabilità insita nel processo di transizione energetica e consentirne la concreta attuazione. Per questo serve investire nelle infrastrutture e nella produzione nazionale di gas, biometano e idrogeno”.
BESSEGHINI (ARERA): NO A SINDROME DELL’EMERGENZA
Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, in questa fase in cui “prendiamo decisioni importanti”, invita a “tenersi lontano dalla sindrome dell’emergenza”, che in materia energetica “ha segnato molte scelte”, dal Superbonus 110% alla chiusura delle centrali a carbone, cambiando “tempi e modalità, un po’ fuori da quelli che i modelli suggerivano come ottimali”.
Per Besseghini “non rimuoveremo la dipendenza dal gas dell’Europa dal mondo extra-europeo, guarderemo agli Stati Uniti, all’Africa. A quest’area dobbiamo continuare a guardare con una prospettiva diversa. È una periferia che si fa centro. L’Italia è una piattaforma culturale e di metodologia”.
Infine, sul GNL, “il mondo in prospettiva parlerà sempre più GNL” e, sulle infrastrutture, “dobbiamo ancora ragionare sulle strategie”.
DESCALZI: CORRIDOIO GAS DA EST È CHIUSO, LAVORARE SU FLUSSO SUD-NORD
“Se vogliamo essere un hub e andare in controflusso rispetto al flusso Nord-Sud, servono delle strade per andare da Sud a Nord. Le strade ci sono, ma sono piccole rispetto a quello che vogliamo fare. Il corridoio Est-Ovest si è praticamente chiuso, non arriva più niente, non c’è un flusso diretto tra la Russia e l’Italia”. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
“La domanda di gas sta aumentando del 4%: continuare a dire che non bisogna investire nel gas è qualcosa di assolutamente incomprensibile. Le regole europee devono allinearsi alla domanda. Sull’idrogeno verde siamo tutti d’accordo, però se pensiamo di usare oggi l’idrogeno verde è un problema, per i costi e perché non c’è domanda. Negli anni scorsi si è provato a vendere idrogeno blu, con la cattura della CO2, ma non c’è domanda. Le industrie energivore, per utilizzarlo, devono modificare gli impianti”.
SNAM: STIAMO USANDO DORSALE CON ALGERIA QUASI AL MASSIMO
“La costruzione dell’Adriatica serve innanzitutto per recuperare una sicurezza di sistema che oggi non abbiamo. Stiamo utilizzando la dorsale Sud-Nord dall’Algeria, da 126 milioni di metri cubi al giorno di capacità, quasi al massimo”. Lo ha detto Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, che ha aggiunto: “arriveremo al 40% della domanda che può essere soddisfatta con il GNL, e in questo Israele può rappresentare un’opportunità molto interessante. Non dimentichiamoci che l’Italia è l’unico Paese europeo che ha 5 pipeline che connettono 5 diverse fonti. Questo vantaggio dobbiamo utilizzarlo anche per strutturare il sistema con la ridondanza, che non è un termine negativo”.
CONFINDUSTRIA: NEL 2023 DIFFICILMENTE SPENDEREMO MENO DI 30 MILIARDI PER L’ENERGIA
“Il sistema industriale italiano è passato da una spesa per l’energia elettrica e il gas di circa 8 miliardi nel 2019 ad un costo di 60 miliardi di euro nel 2022. Di questi 60 miliardi, i due governi italiani, tra crediti d’imposta e altro, hanno destinato circa 30 miliardi. Queste misure, in parte, per il primo trimestre 2023 sono confermate”. Lo ha detto Aurelio Regina, presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria.
Per Regina “per il 2023 è difficile immaginare una spesa per l’energia inferiore ai 30 miliardi di euro. Dovessero mancare gli investimenti pubblici, ci troveremmo nella stessa situazione del 2022. Il settore industriale dei fertilizzanti è già chiuso”. Infine, sul ruolo dell’Italia, “parlare di hub europeo del gas senza avere una strategia comune di come portare avanti questo progetto significa parlare di un bel titolo, ma non significa essere pragmatici”.
ITALGAS: DIGITALIZZAZIONE DISTRIBUZIONE FONDAMENTALE PER GESTIRE IDROGENO E BIOMETANO
“Per rendere l’idrogeno e i nuovi gas disponibili al consumatore finale, servono interventi sull’infrastruttura per renderla digitale e flessibile. Oggi noi di Italgas siamo in grado di controllare la qualità del biometano immesso in rete ed eventualmente interromperla. La digitalizzazione dell’infrastruttura di distribuzione è fondamentale per gestire idrogeno e biometano”. Lo ha detto Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas. Sul biometano “c’è un enorme potenzialità. Se guardiamo la Francia o la Germania che ne produce già 2 miliardi di metri cubi, c’è un tema autorizzativo e un tema di disincentivazione. Oggi in Italia la connessione degli impianti di biometano alla rete si scarica all’80% sul produttore e il 20% sul sistema; in Germania il 70% al sistema e il 30% al produttore. Politiche italiane che vadano a incentivare la produzione di biometano sono fondamentali”.
MINISTRO PICHETTO: IL GAS SARÀ L’ULTIMA FONTE CHE ABBANDONEREMO
“Il gas sarà l’ultima fonte fossile che abbandoneremo, perché è la meno inquinante, perché è quella che deve accompagnare, deve essere la cintura di sicurezza appaiata alle fonti rinnovabili. Abbiamo la crescita delle rinnovabili affiancata da una decrescita delle fonti fossili che deve partire dall’abbandono del carbone, successivamente del petrolio. L’oro di oggi è il gas. Il biometano può essere l’oro verde che darà continuità e che ci permetterà di fare il passaggio verso il domani”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Per il ministro “entro il 2023 dobbiamo riformulare il Piano nazionale integrato energia e clima. Da quello dipende l’azione pratica, normativa, le scelte di ciò che possiamo dichiarare strategico e non strategico. È fondamentale avere un PNIEC realistico rispetto al percorso che vogliamo darci come Paese”.