Il Green Deal ha puntato tutto sulla sostenibilità con “politiche turbo-ambientaliste” dimenticando l’elemento sociale. Serve un secondo Green Deal “meno ingenuo” con misure sostenibili dal punto di vista economico e sociale. Gli stessi ESG, messi nel mirino dal presidente Usa Trump, devono evolvere. Come ripensare questi principi? Sono solo alcuni dei temi emersi nel corso della presentazione del paper di Start Magazine ed ICINN, intitolato “Come ripensare gli ESG?”.
COME RIPENSARE IL GREEN DEAL?
Serve un secondo Green Deal secondo Alessandro Giglio Vigna, Presidente XIV Commissione della Camera dei deputati. “Dobbiamo puntare a un Continente a impatto zero, ma anche a disoccupazione e povertà zero, come prevede anche l’Agenda 2030. Case Green non l’abbiamo ancora recepito, ma è stato molto ridotto, così come il Regolamento imballaggi. Chiediamo un primato nazionale per le strade da perseguire: neutralità tecnologica, sostenibilità sociale di queste politiche, il rispetto per i comparti produttivi e i cittadini, ma anche l’autonomia strategica”, ha affermato Vigna.
Serve finanza sostenibile, ma anche politiche industriali sostenibili, secondo Mauro Del Barba, Segretario VI Commissione della Camera dei deputati. Prima di tutto, però, servono guide e leader in Europa. “Serve un secondo grande Green Deal. Abbiamo approcciato la teoria della finanza sostenibile, ma abbiamo fatto solo il primo passo. Le società benefit sono pronte al salto, ma molte sono vocate al profitto, concentrate sul core business. Nel lungo periodo sarà un disastro per queste aziende. La negazione del Green Deal non può sopperire alle carenze del primo, serve un nuovo Green Deal meno ingenuo. In questi anni sono mancate misure a sostegno del comparto che tenessero conto di quello che succedeva nel mondo”, ha detto Del Barba.
In questo scenario, il presidente Trump può insegnare a Bruxelles a difendere gli interessi dell’Ue, secondo Fabio Raimondo, membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera dei deputati.
L’ATTACCO DI TRUMP AGLI ESG
Il tentativo di Trump di demolire gli ESG è una scelta politica precisa, secondo Mauro Del Barba, Segretario VI Commissione della Camera dei deputati. L’obiettivo del presidente americano è rimettere al centro il business, accantonando tutto quello che considerano “woke. “L’attacco alla finanza sostenibile è anche un attacco alla sostenibilità. Penso che sia motivato da banalissime questioni di mercato. Trump ragiona come operatore di mercato, guardando agli interessi di Usa e di qualche amico”, ha sottolineato Del Barba
, aggiungendo che il presidente americano ha una visione di corto respiro: “Oggi vince ma la prospettiva è un’altra. Penso che questi attacchi siano destinati a fallire perché è una questione ciclica, l’economia mercato di sostenibile è irrinunciabile quindi presto ci sarà un riequilibrio”.
La diversità è un valore per le aziende, secondo Elio Borgonovi, professore emerito dell’Università Bocconi di Milano. “Andare indietro sul discorso delle diversità significa ritornare ad un mondo del passato che è il mondo della standardizzazione e della ricerca dell’omogeneità, ma oggi il mondo è fatto di persone diverse tra di loro”.
RIPENSARE O REINTERPRETARE GLI ESG: QUESTO È IL DILEMMA
L’approccio degli ESG può essere visto come un obbligo, ma anche come una convinzione, spiega Borgonovi. “Ad esempio, c’è chi è convinto che l’economia debba creare sviluppo, ma uno sviluppo equilibrato, non uno sviluppo in cui aumentano le disuguaglianze”.
Gli ESG non vanno ripensati ma solo reinterpretati, secondo Giuseppe Bono, Direttore Regolatorio, Istituzionale e Comunicazione di Sogin. “Il decommissioning è un esempio di sostenibilità. Oltre al decommissioning Sogin si occupa fra le altre cose, anche della valorizzazione industriale dei siti. Recuperare quei siti è anche un modo per far lavorare un’azienda in modo sostenibile”, ha sottolineato Bono.
“Credo che per ripensare agli ESG in un contesto complesso non solo del nostro Paese, ma anche in un contesto geopolitico globale sia necessario”, secondo Michelangelo Suigo, direttore Relazione esterne, Comunicazione & Sostenibilità di Inwit.
“Noi abbiamo in primis l’onere di portare sul mercato italiano quante più rinnovabili possibili. Siamo partiti con un progetto di riforestazione per sostenere il progetto del Mase sul verde urbano in 13 città italiane per affiancare con un framework, azioni concrete che possano rispondere a esigenze specifiche”, ha detto Luca Guglielmi, media relation manager di Axpo.
LA FINANZA GREEN CRESCE
Intanto, nel mondo la finanza sostenibile continua a crescere ed evolvere. Tuttavia, da sola non può assicurare i fondi necessari alla transizione energetica. Infatti, oggi vale un terzo degli investimenti globali. Inoltre, l’introduzione delle certificazioni di sostenibilità e la nascita del revisore hanno aperto una nuova fase, secondo Giulio Centemero, membro della VI Commissione della Camera dei deputati.
“Siamo nel momento della chiarezza. La nuova rendicontazione coinvolgerà 50.000 imprese, dobbiamo puntare a semplificare e rendere i servizi accessibili. La prossima fase di sviluppo riguarderà l’equilibrio. Le public private partnership saranno il nuovo trend del lustro. Ci sarà un’evoluzione del rapporto pubblico-privato”, ha affermato Giulio Centemero, membro della VI Commissione della Camera dei deputati.
IL PUNTO SU PNRR E ILVA
La proroga del PNRR non è un’opzione, ma si può ragionare sulla “possibilità di creare un nuovo fondo per gestire misure che hanno dato risultati ottimi in termini di adesione, ma che non riescono a raggiungere la piena effettività entro giugno 2026, parlo del biometano e dell’agrivoltaico, per questo abbiamo pianificato una proroga finanziaria/operativa”, secondo Fabrizio Penna, Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il PNRR del MASE. “Siamo in linea con i tempi della roadmap del PNRR. C’è un cambio di passo globale geopolitico, gli Stati Uniti cambiano la direzione del mondo. Abbiamo messo in sicurezza tutte le risorse che devono essere assicurate ritagliando le misure con precisione sartoriale. Alcuni paletti hanno limitato lo sviluppo del piano sul fronte di misure hard to abate”, ha aggiunto Penna, sottolineando che nei prossimi giorni sarà erogata l’ottava rata.
“Ho rivolto un’interrogazione alla ministra Calderone a proposito della situazione Ilva rimproverandole 3 anni di immobilismo, che stanno portando alla chiusura del più importante polo siderurgico italiano. La stabilità è una condizione necessaria, ma quando diventa immobilismo non è più un valore. La politica non ha gli strumenti per risolvere le crisi”, ha affermato Mauro Del Barba.
L’UE FARÀ RETROMARCIA SUL REGOLAMENTO AUTO?
L’Ue farà marcia indietro anche sul Regolamento sulle auto inquinanti “per il fatto che tutti i Paesi, anche quelli più radicali, sono tornati indietro”, secondo Vigna.
Puntare tutto sulle auto elettriche è stato un errore, secondo Raimondo, perché per produrle si inquina di più delle endotermiche.
“Il riconoscimento della necessità di introdurre il principio di neutralità tecnologica nella transizione dell’automotive da parte della Commissione Ue è un passo importante per superare le vecchie politiche”, ha sottolineato Fabio Raimondo, membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) della Camera dei Deputati.

































