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Clima

Come Biden vuole riscrivere le politiche di Trump su energia e ambiente

Ecco il progetto dei Democratici con Biden su energia e ambiente

 

Nuovi poteri in vista per la Commissione Federale per la Regolamentazione dell’Energia Usa, con lo scopo di aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici in base alle raccomandazioni di un piano che la maggioranza democratica della House Select Committee on the Climate Crisis ha intenzione di portare avanti, riferisce il Washington Post.

Secondo S&P Global Platts, “costituito all’inizio del 2019, il comitato avrebbe dovuto presentare una serie di raccomandazioni politiche per l’azione congressuale sul clima entro marzo. Tuttavia, il rilascio del piano del panel di 547 pagine dal titolo ‘Risolvere la crisi climatica’, è stato ritardato per via dello scoppio del COVID-19”.

COSA PREVEDE IL PIANO DEI DEMOCRATICI

I democratici hanno illustrato la loro proposta come mezzo per salvare il pianeta e costruire un’economia basata sull’energia pulita con “posti di lavoro ben pagati” proprio in un momento storico in cui il paese sta combattendo con la recessione economica.

La proposta, riferisce sempre S&P Global Platts, sostituisce il disegno di legge di 622 pagine approvato a gennaio che avrebbe invece autorizzato l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (Epa) a richiedere piani climatici statali: al contrario il piano dei Democrats prevede una grande riscrittura del Federal Power Act, o FPA, per dare alla Commissione federale per la regolamentazione dell’energia un ruolo notevolmente ampliato negli sforzi per realizzare una rete elettrica al 100% senza emissioni di carbonio.

Tra le centinaia di raccomandazioni politiche specifiche, il piano afferma che il Congresso dovrebbe dirigere la Commissione federale per la regolamentazione dell’energia, che ha l’autorità esclusiva sui mercati all’ingrosso dell’elettricità e la trasmissione di energia interstatale, per sviluppare “una strategia globale e di lungo raggio per le infrastrutture elettriche” in linea con l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2040, obiettivo che supporta anche eventuali politiche statali più rigorose.

Sempre secondo il piano dovrebbe essere la Commissione federale per la regolamentazione dell’energia a gestire i corridoi di trasmissione di interesse nazionale e non il Dipartimento dell’Energia. E dovrebbe avere anche il poter di esercitare l’autorità di ubicazione di backstop all’interno di quei corridoi quando uno o più stati approvano la linea di trasmissione proposta ma magari negano l’approvazione per più di due anni.

Riconoscendo il vasto potenziale eolico offshore del paese, il piano invita anche la Commissione federale per la regolamentazione dell’energia a sviluppare un piano per la trasmissione eolica nazionale offshore, abbattere le barriere all’interconnessione di impianti di generazione offshore e sviluppare metodologie di allocazione dei costi per tali progetti.

Il piano dei Democratici introduce poi il potere per la Commissione federale per la regolamentazione dell’energia nell’ambito delle tariffe elettriche all’ingrosso per incorporare i costi esterni associati alle emissioni di gas serra ma anche per impedire alla commissione stessa di discriminare le politiche energetiche ‘green’ degli Stati. La disposizione, se adottata, annullerebbe efficacemente una serie di controversie sui sussidi statali. Inoltre, la struttura di governance della Commissione federale per la regolamentazione dell’energia dovrebbe essere rivista per vietare una composizione a 5 membri per evitare ‘partigianerie’

COSA FARA’ L’EPA

Con la Commissione federale per la regolamentazione dell’energia concentrata sulla rete elettrica, “l’EPA avrebbe principalmente il compito di utilizzare la sua autorità datagli dal Clean Air Act per regolare le emissioni di gas serra dal settore dei trasporti degli Stati Uniti, ora la più grande fonte nazionale di inquinamento da carbonio. In particolare, il piano afferma che l’EPA dovrebbe richiedere una riduzione dell’inquinamento su base annua di almeno il 6% in cinque anni, a partire dal 2026, rispetto a una base per autovetture e i camion. Il piano includeva anche un pacchetto di raccomandazioni sullo sviluppo di tecnologie per veicoli a emissioni zero e ha affermato che tutti gli stati dovrebbero essere autorizzati ad adottare i severi standard dei veicoli della California”, si legge su S&P Global Platts.

REAZIONI CONTRASTANTI DAI GRUPPI AMBIENTALISTI

Molti gruppi ambientalisti, ha riferito invece Axios, hanno applaudito il piano anche se si è registrata anche qualche critica da parte dei movimenti ecologisti inclini a considerare più scommesse che fatti reali il piano dei Democratici.

“Il piano climatico dei Democratici è più ambizioso di quello che abbiamo visto finora dalla leadership democratica e questo è in gran parte una testimonianza del movimento per il clima in continua espansione che ha richiesto il Green New Deal”, ha detto Natalie Mebane di 350.org. Tuttavia, ha esortato i Democratici ad “andare ancora oltre”.

In un post sul suo blog di Julian Brave NoiseCat del think tank Data for Progress ha riconosciuto che lo “zeitgeist è cambiato” nella politica climatica democratica: “Non posso fare a meno di leggere il rapporto del Comitato – anche le parti con cui non sono d’accordo – come una sorta di piccola vittoria traballante”, scrive. Naturalmente molto dipenderà dalle prossime elezioni e dal fatto se i Democratici riprenderanno il controllo della Casa Bianca e del Senato.

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