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Petrolio

Ecco l’effetto della guerra commerciale Usa-Cina sul petrolio

A preoccupare i funzionari mediorientali dell'Opec è il rischio di un calo della domanda cinese di petrolio. L'articolo di Giusy Caretto

Il nuovo nemico del prezzo del petrolio è la Cina. Se negli ultimi anni gli accordi Opec hanno mantenuto stabile il prezzo del petrolio, crollato sotto i 50 dollari a causa di un’offerta eccessiva, il rallentamento della domanda di greggio da parte della Cina preoccupa l’intero Medio Oriente e gli storici produttori di oro nero.

A pesare sul futuro di Pechino (e non solo, evidentemente) è la guerra commerciale tra Usa e Cina, voluta da Donald Trump per frenare la crescita del Paese asiatico.

IL PREZZO DEL PETROLIO

I prezzi del petrolio si sono stabilizzati, negli ultimi mesi, tra i 70 e gli 80 dollari al barile, grazie ad un accordo tra Paesi Opec e produttori di petrolio non Opec, tra cui Bahrain e Oman, per ridurre la produzione di petrolio. Proprio questo accordo, però, non piace a Donald Trump, che ha accusato il Cartello di voler gonfiare artificialmente i prezzi del greggio.

In occasione della riunione del 22 giugno, tenutasi a Vienna, Arabia Saudita e Russia hanno promesso di aumentare la produzione, anche in vista delle sanzioni Usa a Teheran,.

IL RISCHIO CINA

In realtà, più delle sanzioni all’Iran imposte da Donal Trump dopo essere uscito dall’accordo sul nucleare, a preoccupare i funzionari mediorientali è il (serio) rischio di un calo della domanda cinese di petrolio.

“Penso che ci sia un serio rischio dal lato della domanda”, ha detto il ministro del Petrolio del Bahrain, Sheikh Mohammed bin Khalifa Al Khalifa, alla CNBC. “Dobbiamo chiederci se la domanda continuerà a crescere ed ad essere così buona come fino ad ora”. “Ovviamente la questione commerciale avrà un impatto negativo sulla domanda se continua e persiste. Hai il dollaro forte , che è un altro fattore”, ha aggiunto il ministro.

PESA LA POLITICA DI TRUMP

La stabilità del mercato petrolifero sembra essere nelle mani di Donald Trump: mentre la sua decisione di re-imporre le sanzioni all’Iran, uno dei principali produttori ed esportatori di greggio, potrebbe far schizzare il prezzo dell’oro nero, l’attacco di Trump a Pechino con l’imposizione di tariffe commerciali su una vasta gamma di merci cinesi che entrano negli Stati Uniti, potrebbero danneggiare la crescita economica della Cina e, a sua volta, abbassare la domanda di petrolio.

“Se la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti dovesse continuare, il consumo di energia cinese sarà influenzato negativamente e con esso anche la capacità di produrre ed esportare”, ha commentato il ministro del petrolio dell’Oman, Mohammed bin Hamad Al Rumhy, alla Hadley Gamble della CNBC, in occasione del World Heavy Oil Congress.
Il ministro del petrolio dell’Oman, ha anche sottolineato il fatto che oggi ancora in pochi pongono la giusta attenzione sul problema.

L’ATTUALE DOMANDA CINESE

La domanda cinese di petrolio sembra essere aumentata solo nelle ultime settimane, a luglio 2018, dopo essere calata nei due mesi precedenti.
Nel 2017, la Cina ha superato gli Stati Uniti, diventando il più grande importatore mondiale di greggio, con una quota di 8,4 milioni barili al giorno, rispetto ai 7,9 milioni di barili al giorno degli gli Stati Uniti, secondo i dati della US Energy Information Administration.

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