skip to Main Content

Ex Ilva

Che cosa manca per un accordo definitivo su Ilva

Le “Mille battute” di Giuseppe Sabella direttore di Think-in, esperto di Industria 4.0 e blogger di Start Magazine, sul caso Ilva

“Il cielo su Taranto non è mai stato così limpido come in questi giorni”. La battuta – che non è solo una battuta – è riferibile a un autorevole sindacalista che in queste ore ha commentato lo stato di avanzamento della situazione.

E le parole sono interessanti, primo perché rendono l’idea di quanto il territorio stia apprezzando l’investimento di Arcelor Mittal circa il recupero ambientale; da questo punto di vista, si consideri che la presa di posizione del sindaco di Taranto è molto significativa (“un equilibrio con le esigenze della comunità che non si era mai visto nella storia più che cinquantennale di Ilva a Taranto”, come abbiamo già riportato su queste pagine). In secondo luogo, le parole del sindacalista danno anche ragione di quanto circolato in questi giorni, ovvero di un avvicinamento tra le parti circa la questione occupazionale. Ma anche di questo abbiamo già scritto.

Ora, si resta in attesa del parere dell’Avvocatura dello Stato che – secondo quanto aveva fatto intendere lo stesso ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio – era atteso per Ferragosto. Tuttavia, secondo indiscrezioni, azienda e sindacati dovrebbero ritrovarsi presso il Mise la prossima settimana (ovvero tra il 20 e il 24 agosto); ed è supponibile che per quella data l’Avvocatura dello Stato si pronuncerà, ma non sembra essere questo l’elemento che preoccupa le parti. È probabile che l’organo legale dello Stato si esprimerà in linea con l’Autorità Anticorruzione, rilevando criticità nella procedura di gara e ribadendo che, se il ministro (cioè lo Stato) vuole, può annullarla e rescindere l’accordo con Arcelor Mittal, esponendosi però a contenziosi e risarcimenti milionari.

Naturalmente non è questa la strada che intende percorrere Di Maio, se mai utilizzare il responso dell’Avvocatura per persuadere Mittal ad accontentare il più possibile le richieste dei sindacati (“zero esuberi” entro 2024, al netto di esodi volontari e pensionamenti). Oltre le migliorie già condivise circa l’intervento di risanamento ambientale – su cui l’azienda andrà a investire quasi 2,5 miliardi di euro – questo potrebbe essere l’elemento che mette d’accordo tutti: azienda e sindacati oltre allo stesso Di Maio che, in questo modo, potrà presentare un risultato migliore del suo predecessore (Carlo Calenda) e giustificare così a molti dei suoi (che sono per la chiusura dell’azienda) un’operazione di successo.

L’operazione è infatti di grande portata, sia per l’industria italiana sia per la città di Taranto. Serve però portarla a termine e trovare un accordo, ma siamo davvero all’ultimo miglio. La nostra siderurgia potrà tornare centrale nel mercato globale (anche per via della crisi di Thyssen-Krupp) e il cielo “dei due mari” potrà riacquistare quella dignità ambientale violata.

Twitter: @sabella_thinkin

Back To Top